mercoledì 20 dicembre 2006


Lo scaffale delle riviste/10




A  chi fosse  interessati al dibattito (meta)politico contemporaneo consigliamo  vivamente la lettura di “Conflits actuels. Revue d’étude politique” (http://www.conflits.actuels.com/ ). Si tratta di una pubblicazione che affronta in modo rigoroso i principali nodi storici, e dunque “conflittuali”, che segnano il mondo contemporaneo. La rivista è diretta da Arnaud Hurel. E ha come redattore-capo lo storico Christophe Réveillard. I membri del consiglio scientifico sono Francis Balle, François Doumenge, Roland Drago, Jacques Dupâquier, Yves Durand (+) Lucien Israël, Henry de Lumley. Finora sono usciti 17 fascicoli. Ogni numero ruota intorno a un dossier. Mentre nella seconda parte (Chroniques),viene dato spazio a interessanti note di lettura, recensioni e interventi vari. Tra i temi trattati negli ultimi numeri: Vertiges de la modernité (n. 12 - 2003, articoli di Frédéric Guillaud, Anne Henry, Marc de Launay, Michel Bastit, Paolo Pasqualucci e altri); France, Europe, Etats-Unis, n. 13 - 2004, articoli di Éric Werner, Olivier Dassault, Thomas Flemming, Paul Gottfried e altri); Regard sur la peur, n. 14 - 2004, articoli di Frédéric Guillaud, Franck Dardenne, William Naphy, Christophe Réveillard e altri); Aspects de l’Islam (n. 15 - 2005, articoli di Jean Alcader. Jacques Frémeaux, Michel De Jaeghere e altri); Réflexions sur la démocratie (n. 16 - 2005, articoli di Frédéric Guillaud, Jean Baudouin, Miguel Ayuso, Kostas Mavrakis e altri); Controverses (n. 17 - 2006, articoli di Frédéric Guillaud, Élie Barnavi, Christian Combaz, Bernard d’Espagnat e altri).
Sempre in lingua francese va segnalato l’uscita del fascicolo n. 6 (novembre 2006) della rivista Contre-poisons. Si tratta di una pubblicazione nata e cresciuta come voce della Ligue Vaudoise, e viene perciò edita dai “Cahiers de la Renaissance Vaudoise” (Case postale 6724 -1002 Lausanne – Suisse). Contre-poisons interpreta le istanze di un interessante e vivace localismo, interno alla Svizzera ( e perché no all’Europa?), che si batte per l’ autogoverno e la libertà cantonale. Siamo perciò davanti a un percorso politico di critica dello statalismo tutto da scoprire… Questo fascicolo ospita scritti di Olivier Delacrétaz, Nicolas de Araujo, Laurence Benoit, Olivier Klunge, Julien Le Fort, Denis Ramelet, Antoine Rochat, Jean-Blaise Rochat, Pierre-Françoise Vulliemin. Jean-François Cavin. Tutti molto giovani e tutti molto bravi.
Interessante (e combattivo) come sempre l’ultimo numero di “Comunitarismo” (n. 1 - anno IV – 2006 – info@comunitarismo.ithttp://www.comunitarismo.it/ ). Oltre all’ editoriale di Maurizio Neri (Lotta anti-Tav. Una lotta comunitarista, pp. 4-5), ricordiamo il notevole dossier curato da Giancarlo Paciello (Hamas, un ostacolo per la pace? L’unico vero ostacolo:occupazione militare e colonie, pp. I-XIV), e la recensione di Costanzo Preve al libro di Stefano Calzolai e Mimmo Porcaro, L’invenzione della politica (pp. 60-68).
Ai cultori di Vilfredo Pareto si segnala l’articolo di Lorenzo Beltrame, Verità e utilità sociale. La teoria dell’azione di Pareto e la sociologia della scienza ( “Rassegna Italiana di Sociologia - n. 3/2006, pp. 381-409 - www.ilmulino.it/rivisteweb ). Dove la sociologia paretiana viene utilizzata per dimostrare, come in molti conflitti socio-epistemologici, tra scienziati e gruppi politici e sociali, “l’impiego di strategie che rivendicano il possesso della verità sperimentale [ basate sul valore assoluto della scienza], avviene nei momenti di forte conflitto; nei momenti di negoziazione, invece, gli scienziati preferiscono far leva sui residui [ o sentimenti] e sulle dimostrazioni di utilità” (p. 406).
Notevole anche il dossier sulla democrazia (“Materiali per un lessico politico europeo”) pubblicato nell’ultimo fascicolo di “Filosofia Politica” (n. 3/2006, pp. 359-475 – http://www.mulino.it.rivisteweb/ ). Con scritti di Giuseppe Duso, Gaetano Rametta, Adone Brandalise, Bruno Karsenti, Jean-François Kervégan, José Luis Villacañas.
Sull’ultimo numero de “Le Monde diplomatique il manifesto” (n. 12, anno XII, dicembre 2006 - www.ilmanifesto.it/MondeDiplo/ ) si segnala in particolare l’articolo di Alexander Cockburn (11 settembre, il complotto che non ci fu, p. 3). Dove l’autore, riconduce le teorie complottiste” nell’alveo della paccottiglia di tipo “spiritista, già condannata da Theodor Adorno nei Minima Moralia. "La moda dello spiritismo – scriveva Adorno - è il segno di una regressione della coscienza, che ha perduto la forza di pensare l’incondizionato e di sopportare il condizionato”. In sostanza, secondo Cockburn “le ossessioni relative al ‘complotto’ [americano] dell’ 11 settembre (…) sviano l’attenzione dalle mille e una malefatte reali del sistema di dominio attuale”. A chi non condivide del tutto questa tesi, consigliamo la lettura dell’avvincente libro di Antonio Mazzucco ( 11 settembre 2001. Inganno globale (Macro Edizioni 2006, pp. 134, in omaggio il primo DVD italiano sull’11 settembre, euro 11,90 – http://www.macroedizioni.it/ ). Un testo, come dire, possibilista e non “spiritista” (nel senso di Adorno-Cockburn), che si propone “come una ‘guida ragionata’, rivolta soprattutto a chi conosce meno l’argomento, all’interno di un dibattito ormai a tutto campo, che si sta trasformando in una jungla di informazioni falsate, distorte, imprecise, errate o comunque del tutto ininfluenti”.
Si segnala, infine, l’uscita dell’ultimo numero di “Italicum”, rivista diretta da  Luigi Tedeschi, (novembre-dicembre 2006 – http://www.centroitalicum.it/ - posta@centroitalicum.it ). Di particolare interesse l’editoriale di Mario Porrini (Il governo del nostro scontento), che spazia a tutto campo tra i disastri della politica italiana. Tutto da leggere anche il focus, intitolato Siamo tutti democratici? ( pp. 3-8, scritti di Adriano Segatori, Luca Leonello Rimbotti, Francesco Massa, Luigi Tedeschi, Enzo Cipriano, Costanzo Preve). Da non perdere la ricostruzione, storiograficamente controcorrente, che Enrico Landolfi offre del pensiero di Filippo Buonarroti (1761-1837): “ alto esponente del socialismo nazionale popolare, o perché no, del comunismo nazionale libertario” (p. 13).
Carlo Gambescia

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