domenica 11 dicembre 2016

L’ipotesi Gentiloni
Ora, l’importante è durare



Non  sappiamo ancora  se Gentiloni succederà a Renzi, ma di sicuro si tratta di una mossa astuta, probabilmente concordata con Mattarella. Gentiloni è l’esatto contrario di Renzi, profilo bassissimo, ma  comunque sia, si tratta di un politico fattosi le ossa, internazionalmente, come Ministro degli Esteri. Il che non disturba.  
Proprio quel che serve ora.  Dal momento che  un Governo Gentiloni avrebbe comunque i voti in Parlamento per andare avanti e approvare una nuova legge elettorale, nonché se la maggioranza si consolidasse -  cosa più difficile però – per   tentare di  giungere, zitto zitto,  al termine  della legislatura, logorando gli avversari. Perché, come diceva Andreotti, il potere logora chi non ce l’ha.
Sotto questo punto vista,  Renzi potrebbe al contempo,  occuparsi del partito,  puntando sulla necessaria pulizia etnica,  e imbeccare il Governo.  Cosa fondamentale da fare,  resta la legge elettorale, che deve essere concepita in modo da isolare e ridurre l’influenza politica del M5S.
A grandi linee, la strategia politica da seguire potrebbe essere quella  dell’arco costituzionale, “tecnica” che ridusse i voti del Msi al lumicino. Purtroppo, mancano i  due grandi partiti dell’epoca,  in grado di gestire la situazione: il Pci e la Dc. La situazione è molto più complessa, soprattutto dopo un referendum costituzionale divisivo (non era proprio il momento di tenerlo...). Inoltre la destra populista di Salvini e Meloni, spera di catturare voti, tramutandosi nella fotocopia di Cinquestelle.  E ciò che resta della sinistra esterna (e interna) al Pd, sogna impossibili alternative a Renzi. Come del resto Berlusconi, in cerca di improbabili rivincite. Inoltre il M5S è ben oltre l’otto per cento del Movimento sociale di allora.
Sulla legge elettorale in sé, non essendo esperti, non possiamo pronunciarci: ma dovrebbe essere concepita  per favorire la nascita di governi moderati e soprattutto accrescere l’isolamento del M5S, provocando quell’ emorragia da voti, finiti in frigorifero.  
Un altro elemento di complessità è rappresentato dalla Magistratura che sembra intimorita. Proprio quei  giudici di solito in prima linea per la difesa della democrazia (che, in verità, è altra cosa dalla liberaldemocrazia), pare nutrano timore  di indagare sulla struttura interna, a dir poco opaca (statuto e finanziamenti, soprattutto del Blog),  del “non partito” fondato da Grillo e Casaleggio. Tuttavia, una “offensiva giudiziaria” in grande stile, con uno "schizzo" mediatico di intercettazioni telefoniche, come contro Berlusconi, non sarebbe sgradita.
Il problema, fondamentale, in politica, al di là della retorica (buona solo per il discorso pubblico),  è quello di durare il più a lungo possibile: chi riesce a restare in sella si rafforza e logora gli avversari, naturalmente ciò deve accadere, contestualmente, in un quadro economico favorevole, di ripresa, e per effetto di ricaduta,  di crescita del benessere dei cittadini.  E sul punto Renzi,  o chi per lui,  dovrebbe mostrarsi  più liberale.  Questa però, in assoluto,  rimane la cosa più difficile.

Carlo Gambescia


                  

3 commenti:

  1. Mattarella ha partorito un topolino. "Agonia" Gentiloni sugli scudi. L'uomo aduso alla meditazione buddhista di corrente zen, con attitudine a fermare la mente. Il wu-wei, la non azione messa a servizio della non politica italiana. Il voto chiaro e forte di noi italiani, quelli del NO,, quelli gretti (ilsole24h così ci giudica) panciapensiero, retrogradi, illiberali, biechi conservatori, veniamo di nuovo turlupinati da manovre di Palazzo, per altro scontate. Vedi Carlo, credere ancora che l'Italia sia guidata dalla volontà del popolo, è impresa inutile, poiché veniamo smentiti ogni giorno. Il MPS, la banka dei comunisti, fallita, praticamente, verrà rimpolpata dagli speculatori alla Soros, e nessuno pagherà, tranne chi è stato suicidato, il dirigente che voleva vuotare il sacco ma che è stato anticipato. L'Italietta è tale e rimarrà tale anche quando il gregge, io e gli altri senza laurea, alziamo la testa. Ci fottono in lungo e largo. Non sarà certo l'incompetenza dei pentastellati a salvarci, lo so, lo temo. Né il revenant Berlusconi e men che meno la signora Melone. In quanto al Salvini, è troppo diretto e grossolano per le squisitezze del pensiero liberale. Tuttavia, caro Carlo, se l'opposizione è impresentabile, andrebbe comunque messa alla prova con una tornata elettorale; in quanto agli statisti del Pd, beh, che vuoi che ti dica, non uso ingiurie per rispetto al tuo blog, ma te ne potrei elencare di variopinte e vernacolari, che ben rappresenterebbero il profilo di tali tangheri. Scusa lo sfogo, ma vedere l'Italia in tali mani premurose mi viene l'orticaria.

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  2. Caro Carlo, il mio è uno sfogo che non deriva da frustrazione, hai presente il fallo inutile che alcuni giocatori commettono quando i giochi sono fatti. È uno sfogo che ha una sua ratio. I più accorti hanno visto nell'approccio di Renzi al Referendum una sfida non ben calcolata, perché non ha sentito il polso degli italiani, che sono stufi di vuote promesse, di sudditanza all'Europa e ai suo burocrati. Il logorroico non si accorge che gli altri rispondono, preso com'è a parlare senza soluzione di continuità. Renzi non ascolta, parla parla parla, invece di fare, perché in fondo non ha un'idea di Stato e non sa nemmeno cosa effettivamente va' cambiato. Il guazzabuglio della sua riforma, a detta di eminenti tecnici di diritto costituzionale, è il tipico tentativo di dilettanti (la signora Boschi, per esempio, che lavoro ha svolto prima di diventar ministra?) alle prese con problemi più grandi delle loro capacità effettive. A me il concetto secondo il quale finché la barca va lasciala andare, mi dà i brividi. L'Italia ha passato periodi violenti, terrorismo rosso e nero, corruzione, sfiducia galoppante nei confronti delle Istituzioni; che si debba cambiare qualcosa, è legittimo oltre che necessario, mi pare, ma cosa? Come? Per cambiare realmente il Paese bisognerebbe partire da una riforma seria della pubblica amministrazione (con la possibilità di licenziare per davvero chi fa finta di lavorare e chi commette reati perde il posto statale), mettere mano a un'imponente semplificazione legislativa (una caterba di leggi non garantisce la giustizia) e intervenire sui regolamenti parlamentari per migliorare la produzione di leggi. La Costituzione va rivista, semmai, nella sua prima parte, in modo da entrare nel novero delle democrazie liberali, trasformando in una Costituzione procedurale quella che a oggi è una Costituzione programmatica, non lontana in alcuni suoi articoli da quella sovietica. Le fondamenta di una Nazione si basano sul principio della libertà, massima aspirazione umana, anche prima del lavoro. In URSS lavoravano tutti, come a Cuba, ciò che mancava erano la libertà di espressione e limitazioni sui diritti umani, strumentali all'ideologia di partito. Ora abbiamo Gentiloni, che rappresenta il passacarte istituzionale, lo yesman per antonomasia, il basso profilo elevato a potenza. Ovvio che Mattarella ha partorito un topolino, non mi aspettavo altro da l'uomo invisibile. Se a te piace così, Carlo, continuiamo a farci del male. A nulla è servito la vittoria del NO al referendum. La volontà del popolo, giusta o sbagliata, è stata di nuovo fottuta. Spagna o Francia, basta che si mangia? No, grazie.

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