Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268
C.P.P.)
L'anno 2016, lunedì 16 ottobre, in [omissis]
presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo
Spengler
FATTO
Nel corso
dell'attività tecnica di monitoraggio svolta nell'ambito della procedura
riservata n. 765/2, autorizzazione COPASIR 8932/3a [Operazione NATO “ASCOLTO FRATERNO” N.d.V.] è stato effettuata in data 15/10/2016, ore 10.37,
l’intercettazione di una conversazione telefonica intercorsa tra le utenze di
Stato 333***, in dotazione a S.E. FINZI MATTIA, Presidente del Consiglio dei
Ministri, e 347***, in dotazione a
SENSINI FABIO, consulente per la comunicazione della Presidenza del Consiglio. Si
riporta di seguito la trascrizione integrale della conversazione summenzionata:
[omissis]
S.E. FINZI MATTIA: “Era
proprio indispensabile mandare i nostri soldati in Lettonia?”
SENSINI FABIO: “Be’ ma
scherzi?”
S.E. FINZI MATTIA: “C’è
tensione, Fabio.”
SENSINI FABIO: “C’è tensione
sì! C’è la legge di stabilità, c’è l’Unione Europea che può avviare la
procedura di infrazione, c’è il referendum! C’è il referendum, Mattia!
Se perdiamo rischiamo la spaccatura del partito, rischiamo le elezioni, rischiamo
di perdere! Vuoi che ci mettiamo contro anche gli americani? Che sono gli
unici che ci possono dare una mano?”
S.E. FINZI MATTIA: “No,
dicevo che c’è tensione internazionale, Fabio.”
SENSINI FABIO: “Quella c’è
sempre.”
[PAUSA]
S.E. FINZI MATTIA: “Mah…”
SENSINI FABIO: “Cosa c’è?”
S.E. FINZI MATTIA: “Mah, non
so…si sentono dei toni, Fabio, dei toni…viene da pensare che…”
SENSINI FABIO: “…che?”
S.E. FINZI MATTIA: “Che possa
scoppiare la guerra.”
SENSINI FABIO: “Che guerra?
Ce ne sono tante…”
S.E. FINZI MATTIA: “Quella
vera, Fabio. Con la Russia.”
SENSINI FABIO: “Ma dai!”
S.E. FINZI MATTIA: “Lo so, lo
so, sembra una cosa da matti, però…”
SENSINI FABIO: “E’ una
cosa da matti.”
S.E. FINZI MATTIA: “Sarà.”
[PAUSA]
SENSINI FABIO: “Intanto,
abbiamo mandato solo una compagnia. Cento uomini, Mattia. Vuoi che la Russia si spaventi per
cento uomini?”
S.E. FINZI MATTIA: “Sì, sì…”
SENSINI FABIO: “E poi lo
abbiamo detto chiaro che secondo noi con la Russia bisogna dialogare, no?”
S.E. FINZI MATTIA: “Vero.”
SENSINI FABIO: “Ecco, un
problema se vuoi c’è: che non l’abbiamo presentata come una missione di pace.”
S.E. FINZI MATTIA: “E come
facciamo?”
SENSINI FABIO: “Non è facile,
ma ci possiamo provare. Per esempio, potremmo dire: ‘Nell’ambito della
solidarietà europea, in vista di una maggiore integrazione della Difesa
comune’…”
S.E. FINZI MATTIA: “Lascia
perdere. Meno ne parliamo meglio è.”
SENSINI FABIO: [PAUSA] “Sì, forse hai ragione.”
S.E. FINZI MATTIA: [PAUSA] “E’ che vedi, Fabio: io li ho
visti in faccia.”
SENSINI FABIO: “Chi?”
S.E. FINZI MATTIA: “Gli
americani, i russi…Putin, Obama, la gente che gli sta intorno…sono diversi,
Fabio.”
SENSINI FABIO: “Diversi
come?”
S.E. FINZI MATTIA: “Diversi
da me, da te…diversi da noi. Se li guardi negli occhi, ci vedi… [PAUSA] Te hai mai ammazzato qualcuno?”
SENSINI FABIO: “Coosa?!”
S.E. FINZI MATTIA: “Ecco,
neanche io. Noi al massimo i nemici li rottamiamo, Fabio. Li facciamo indagare,
intercettare, spiare…gli scateniamo contro le campagne di stampa, gli compriamo
i colla…”
SENSINI FABIO: “Siamo al
telefono!! Mattia, siamo al telefono!”
S.E. FINZI MATTIA: “Ma cosa
vuoi che me ne freghi, lascia che ascoltino.”
SENSINI FABIO: “Mattia, io
metto giù.”
S.E. FINZI MATTIA: “No, tu
adesso mi ascolti. [PAUSA] Quelli
sono diversi, Fabio. Gli americani, i russi… sono diversi. Quelli quando
pensano ai nemici non pensano ai Cinque Stelle, Fabio, non pensano a D’Altema…non
pensano a rottamarli, pensano a farli fuori, pensano alla guerra.”
SENSINI FABIO: “Adesso
esageri.”
S.E. FINZI MATTIA: “E se
invece non esagero? [PAUSA] Sai cosa mi viene da pensare?”
SENSINI FABIO: “No.”
S.E. FINZI MATTIA: “Che non
abbiamo capito niente. Che credevamo di essere tanto bravi, tanto svegli, tanto
spregiudicati, tanto cinici…ti ricordi come ce la godevamo guardando House of Cards? Con Francis Underwood
che fa fuori tutti gli avversari, che non si ferma davanti a niente per
arrivare alla Presidenza? Che butta la giornalista sotto il treno? E facevamo
le battutacce su quei vecchi rimbambiti di Bertani, D’Altema, Valtoni? Con le
loro chiacchiere sentimentali, i loro festival dell’Unità con le lasagne e i
salsicciotti, le loro figurine Panini, il loro Pasolini, la loro Costituzione
più bella del mondo? ‘Alè! Bertani sotto il treno, hop!’ ”
SENSINI FABIO: “Certo che mi
ricordo. E allora?”
S.E. FINZI MATTIA: “E allora
adesso ci siamo noi, e questa non è una serie TV, Fabio. Questa è una cosa
vera. Gli americani, i russi…quelli non guardano House of Cards, quelli la fanno. La fanno sul serio, Fabio.
Quando pensano ‘nemico’ pensano uccidere, pensano guerra, pensano…”
SENSINI FABIO: “Mattia, stai
bene?”
S.E. FINZI MATTIA: “Sì. No.
Sai cos’ho pensato?”
SENSINI FABIO: “Siamo al
telefono, Mattia.”
S.E. FINZI MATTIA: “Ho
pensato che non abbiamo capito niente. Che la politica è davvero così:
nemico, uccidere, guerra.”
SENSINI FABIO: [PAUSA] “Hai bisogno di staccare un po’,
Mattia. Perché non ti…”
S.E. FINZI MATTIA: “…perché non
ti guardi una bella serie tv?” [INTERROMPE
LA COMUNICAZIONE]
(*) "Trattasi"
- tanto per non cambiare stile, quello della
Benemerita... - di ricostruzioni che sono frutto della
mia fantasia di autore e commediografo. Qualsiasi riferimento
a fatti o persone reali deve ritenersi puramente casuale.
(Roberto Buffagni)
Chi è il
Maresciallo Osvaldo Spengler? Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio
1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz
emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei
Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere
riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato
postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo
conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur
frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al
conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò
recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e
sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui
addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a
obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in
alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile
Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su
“Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima
ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a
chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi
per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose
testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***
Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il
suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo
fondamentalista,
musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e
Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la
fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...