Bombardamenti aerei Usa su Sirte
L’Italia e la politica delle patate bollenti
Gli
Stati Uniti bombardano dal cielo Sirte.
In pratica, con tutte autorizzazioni del caso (Onu, Governo libico di unità nazionale), gli Stati Uniti fanno ciò che
l’Italia si è rifiutata di fare,
dal momento che Obama ci aveva offerto il comando di una operazione in grande stile
sul territorio libico.
Rifiutammo - non solo Renzi, ma anche le opposizioni - quella che si poteva e può definire una patata
bollente. E per una serie di ragioni: bassa autostima politica, mancanza di mezzi (in particolare aerei), diffidenza, probabilmente giustificata, per la
sempre latitante coesione nazionale e
infine - ed è la ragione più importante - calcoli, se ci si passa l’espressione” da “patatologi”
navigati: non esporsi con l’Isis, nella
speranza di evitare ritorsioni terroristiche senza però scontentare gli Stati Uniti,
concedendo magari qualcosa sottobanco.
Ci siamo
rifiutati, e gli americani, probabilmente controvoglia, hanno dovuto (pardon) cuccarsi
la patata e aprire l’ombrello, anzi l' ombrellino. E noi abbiamo concesso, zitti zitti (si fa per dire), basi logistiche, pare Sigonella. Qualcuno ha scritto che i libici non ci volevano. Perché, come
per i francesi, non si fidavano eccetera, eccetera. Può darsi. Comunque sia, speciali complimenti a tutti i ministri degli
esteri della Repubblica (prima e seconda), per avere saputo gestire "magnificamente" i rapporti con la Libia, ex colonia, tra l’altro. Kissinger, nelle sue memorie, scrisse che tutti i
politici italiani gli parlavano della vocazione mediterranea dell’Italia, ma
che poi non succedeva niente. Perché? Per paura di scottarsi la manine...
Chi
scrive non ama la guerra, lo ripetiamo per
la milionesima volta. Però ci sono situazioni storiche, talmente gravi, in cui ci si deve battere, perché è questione
di vita o di morte. E fare i furbi, come in questo caso, può costare caro. Per quale ragione? Perché si rischia di scontentare alleati e nemici: l'alleato americano, per la nostra ennesima prova di pulcinellesco egoismo; il nemico jihadista, perché qualcosa al "Satana" statunitense, Pulcinella ha comunque concesso. Quindi la patata
bollente, come in ogni buona commedia dell'arte, potrebbe tornare indietro. E con gli interessi.
Qualcuno
invece dirà, sfregandosi le mani: "Ecco qui, l' ennesima prova del classico
realismo politico italiano, grazie al quale siamo fuori dalla guerra". Per ora. Come si può parlare di buon realismo politico,
senza una strategia generale? Se non la politica dello scaricare le patate bollenti. E se le patate dovessero diventare troppe?
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Posta un commento