venerdì 27 giugno 2014

Arresti domiciliari per la “mamma” di Cogne
Tana libera ( o quasi)  
per Annamaria Franzoni





Annamaria Franzoni andrà agli arresti domiciliari.  Così  ha deciso   il Tribunale di Sorveglianza di Bologna che, recependo la perizia psichiatrica, ha evidentemente ritenuto “intatta” la “capacità genitoriale” della Franzoni,  meritevole  di  intraprendere “un percorso di risocializzazione e  rieducazione” .
Il caso in sé, pur destando all'epoca grandissimo interesse mediatico,  rientra  nella triste e scontata casistica, anche motivazionale,  della violenza domestica verso i minori. Quindi non ci sarebbe molto da dire. Certo, nel caso, condotta brutalmente  da uno dei genitori fino alle estreme conseguenze. Abissi della psiche umana.
Quel  che invece colpisce è  la  questione di fondo. Si può uccidere un figlio e conservare “intatta” la propria “capacità genitoriale”? Addirittura nel  provvedimento  si accenna “al contesto familiare coeso” - quindi basato sull’interazione virtuosa   tra   i suoi membri, Annamaria  Franzoni inclusa -   quale “elemento di sostegno nel percorso di risocializzazione” della  donna...
Insomma,  sembra che qui sia  in  gioco  il valore del concetto rieducativo della pena:  quel  dare scontato per principio, tipico del diritto moderno, che l’individuo sia sempre recuperabile, anche contro la sua stessa volontà. O comunque fino a prova contraria. 
Del resto, attualmente,  il  gigantesco sistema dei delitti e delle pene   è  gestito da una macchina organizzativa (giudici, poliziotti, carcerieri, periti, assistenti sociali)  che per funzionare  ha bisogno, per così dire,  di certezze amministrative.  Guai perciò  a chiunque  metta  in discussione  i massimi sistemi. Il Moloch burocratico è  fatto così:  non pensa,  applica ed  esegue.  Si chiama  “banalità del bene”  o del  male, dipende dalla situazione e dall’animus degli esecutori di turno.
Forse  i giudici potrebbero fare qualcosa…   E invece tacciono:  per varie ragioni che non stiamo qui ad analizzare,  i magistrati,  in larghissima parte,   si sono trasformati in educatori mainstream, proni ai pareri degli esperti…
E così basta che un perito, sulla base di protocolli pseudo-scientifici (sono  inesatte le scienze esatte, figurarsi le scienze sociali…),  dichiari l’impossibilità della “recidiva”  e il gioco è fatto:  tana libera ( o quasi)  per  Annamaria Franzoni.  


Carlo Gambescia                   

2 commenti: