giovedì 5 ottobre 2006


Profili/ 36
Othmar Spann



Othmar Spann(1878-1950), ha subito il triste destino del filosofo sociale che crede di poter influire direttamente sulle vicende politiche del suo tempo. Insomma, che "sogna" di vedere le proprie idee realizzate storicamente. Ma come insegna la storia, spesso i tiranni prendono altre strade e non ascoltano i filosofi, almeno da Platone in poi, e spesso li imprigionano o uccidono. E Spann, se ne scelse, uno tra i più terribili e protervi della storia: Adolf Hitler. Ciò non toglie che alcuni aspetti della sua filosofia sociale olistica - parliamo ovviamente di Spann - fondata sull’ idea di Ganzheit (“interezza”, in lingua tedesca) non meritino, se non di essere recuperati, almeno studiati.
Othmar Spann nasce nel 1878 ad Altmansdorf, vicino Vienna, da un’ agiata famiglia borghese, il padre è un ricco imprenditore. Studia nelle Università di Vienna, Zurigo, Berna e infine Tubinga. Dove nel 1903, sotto la guida di Albert Schäffle, il celebre teorico dell’organicismo sociologico, si laurea in Scienze Politiche. Tra il 1903 e il 1907, lavora presso la "Centrale für private Fürsorge" (Centro di Previdenza Sociale) di Francoforte sul Meno. Nel 1907 consegue la libera docenza in Economia Sociale presso il Politecnico di Brünn (oggi Brno, Repubblica Ceca), Nel 1911 riceve la nomina a professore ordinario. Nel 1914 si arruola, ma viene ferito gravemente e, in seguito, trasferito ad altri incarichi presso il Ministero della Guerra a Vienna.
Nel 1919, costretto a lasciare la cattedra di Brünn, perché inviso ai nazionalisti cecoslovacchi, si trasferisce a Vienna per insegnare Economia Politica e Dottrina della Società. Nella caotica situazione del dopoguerra austriaco e tedesco, non fa mistero delle sue posizioni filotedesche (favorevoli all’unione tra Germania e Austria), antiliberali e anticomuniste. La fine degli anni Venti, in un’Austria sempre più politicamente divisa, lo trova schierato, ma con grandi riserve, con il corporativismo cattolico. Tuttavia non apprezza l’operato politico di Dollfuss. E ne è ricambiato. Negli anni Trenta si avvicina ai nazionalsocialisti. E dopo l’arrivo di Hitler al potere nel 1933, Spann si illude di poter addirittura influenzare il nazionalsocialismo grazie allo Spannerkreis, formatosi intorno a lui a Vienna e Berlino. Ma Hitler ha altri progetti: punta alla costruzione di uno stato totalitario (monistico), e non organico-corporativista (moderatamente pluralista), e le teorie di Spann vengono bruscamente accantonate. Nel 1938, dopo l’annessione dell’Austria al Reich, Spann viene arrestato dalla Gestapo, e con lui il figlio Raphael e il discepolo Walter Heinrich. Dopo qualche mese di carcere viene liberato insieme al figlio. Heirinch invece dovrò trascorrere un anno e mezzo di prigionia a Dachau. Deluso e timoroso per la sua vita, Spann si ritira a vita privata in campagna. Nel dopoguerra non viene reintegrato e perde così definitivamente la cattedra universitaria. Muore, completamente isolato, nel 1950: a Dio spiacent[e] e ai nemici suoi…
Due osservazioni sul suo pensiero.
In primo luogo, va sottolineato il grande spessore teorico, concettuale e metodologico della sua concezione, come si evince dall'analisi di un testo come Kategorienlehre (La dottrina delle categorie, 1924), dove Spann mette a punto la su epistemologia. Lo studioso austriaco, come è noto, parla di universalismo (concetto che rinvia all’ “interezza” del soggetto studiato) per contrapporlo all’individualismo (che invece rimanda sua alla “incompletezza” o “parzialità) . In realtà il suo è un autentico approccio olistico. Spann sviluppa analiticamente e in modo concreto la triplice dipendenza funzionale e dinamica (“in movimento”): (1) tra le varie parti; (2) tra le parti e il tutto; (3) tra il tutto e le parti. Il che non è poco, in tempi come quelli oggi, dove si preferisce spacciare per olismo le più bislacche teorie, magari di esotica provenienza…
In secondo luogo, l’ elemento di differenza tra l’olismo di Spann (a sfondo gerarchico o verticale) e l’olismo contemporaneo ( “democratico” e orizzontale) ad esempio di un Capra o di altri, non è tanto nel fatto (accettato da entrambe le correnti) che la somma delle singole parti, o tutto, sia maggiore delle singole parti, quanto che in Spann, il tutto preesiste sempre alle parti, e perciò assume un valore fondante, e di conseguenza la possibilità delle singole parti di influire sul tutto è nulla. E questo è indubbiamente un limite (su questi aspetti, e anche per capire le differenze tra l’organicismo “verticale” di Spann e quello più propriamente totalitario, si veda O. Spann e W. Heinrich, Lo Stato Organico: il contributo della scuola di Vienna a “Lo Stato” di Costamagna, a cura di G. Franchi, premessa di G. F. Lami, Edizioni Settimo Sigillo, Roma, s.d. - http://www.libreriaeuropa.it/ ). Ciò non toglie che la Kategorienlehre per la sua ricchezza analitica ed espositiva, resti un’opera fondamentale non solo per ricostruire il pensiero di Spann, ma per studiare l’olismo come categoria epistemologica e filosofica, anche (o soprattutto per alcuni) a prescindere dal pensatore austriaco… Un testo che perciò andrebbe riscoperto e studiato attentamente.
Tra le suoi scritti ricordiamo: Zur Logik der sozialwissenschaftlichen Begriffsbildung (1905), Zur Kritik des Gesellschaftsbegriffes der modernen Soziologie (1905) Wirtschaft und Gesellschaft (1907), Der logische Aufbau der Nationalökonomie (1908), Die Haupttheorien in der Volkswirtschaftslehre (1911, trad. it. Sansoni, Firenze 1936), Kurzgefasstes System der Gesellschaftslehre (1914) Vom Geist der Volkswirtschaftslehre (1919), Der wahre Staat (1921) (trad it. Edizioni di Ar, Padova 1982-1984, 3 voll. - http://www.libreria.ar/ ) Gesellschaftsphilosophie (1928), Irrungen des Marxismus (1929, trad. it. SEB, Milano 1995)), Hauptpunkte der universalistischen Staatsauffassung (1929), Geschichtsphilosophie (1932) Ganzheitliche Logik, (1932), Naturphilosophie (1937), Religionsphilosophie (1947). Per una bibliografia esaustiva si rinvia alla Gesamtausgabe, a cura di W. Heinrich e altri, Akademische Druck und VerlagsanstaltUniversitäts-Buchdruckerei und Universitäts-Verlag Dr. Paul Struzl GmbH, Graz 1963-1979, voll. 1-21 - http://www.adeva.com/ ). Sul suo pensiero si veda in lingua italiana l’ approfondita sintesi sempre di Giovanni Franchi, La filosofia sociale di Othmar Spann (Jouvence, Roma 2002 - http://www.jouvence.it/), con ricca bibliografia di e su Spann, a cui rinviamo il lettore curioso. Per capire l’uomo Spann, apparentemente pieno di sé, ma anche lo strano clima di paura e sospetto in cui egli viveva nella Vienna di fine agosto 1934 (circa un mese dopo l’ assassinio di Dollfuss…), si veda Antonio Scaglia, La sociologia europea del primo Novecento. Con la traduzione di “Avventure Sociologiche” di Dirk Käsler (Franco Angeli, Milano 1992, pp. 161-168 - http://www.francoangeli.it/ ). Dove sono raccolte le puntuali osservazioni dello studioso americano Earle Edward Eubank, che in quegli anni lavorava a una storia della sociologia, giunto a Vienna il 24 agosto del 1934 per intervistare Spann, come tappa intellettuale non secondaria di un tour europeo, che lo avrebbe portato a colloquio con i principali sociologi dell’epoca.


Carlo Gambescia 

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