Quando Giorgia Meloni replica alle critiche, oppure contrattacca quasi sempre in modo tagliente, viene subito da pensare che sarà molto difficile liberarsi di lei.
Perché funziona così: Giorgia Meloni viene attaccata dalla sinistra su un fatto specifico, lei risponde in modo sarcastico, e finisce lì. Non c’è un rilancio da parte della sinistra. E soprattutto, quando e se la polemica prosegue, si discute della replica della Meloni, quindi si accetta di scendere su un piano a lei congeniale.
Si pensi, per fare un esempio, alle discussioni sui social: a un certo punto non si sa più di cosa si discute e soprattutto delle cause della discussione. Ci si “attacca” ai commenti successivi. In questo modo però il cuore della questione si trasforma in miraggio. C’è un’espressione dialettale (“ in romanesco”) che rende bene l’idea: “buttarla in caciara”.
Facciamo subito un esempio. Si prenda la vicenda dell’attacco ai giudici italiani da parte di Musk. Come abbiamo scritto (pardon per l’autocitazione), siamo davanti al
“disprezzo tipico del cesarista, o aspirante autocrate, verso i giudici. Trump, Musk e gli altri esponenti delle destre europee non accettano la divisione dei poteri né la funzione di garanzia del giudice, il ruolo di contrappeso di un potere terzo. Per dirla fuori dai denti, Musk ha mollato un calcione allo stato di diritto. Il mantra autocratico del cesarista è semplicissimo: il potere politico di Cesare non deve incontrare ostacoli. Soprattutto quando è votato da tutto il popolo o da una larga maggioranza di esso. Per il cesarista la minoranza non merita alcun rispetto e il giudice deve attenersi al volere della maggioranza. O, altrimenti, come dichiara Musk, ‘ andarsene’ ” (*).
Si tratta di qualcosa di veramente grave. E qual è stato il comportamento di Giorgia Meloni? Da manuale del depistaggio argomentativo.
Nell’immediatezza, cioè la settimana scorsa, la Meloni ha taciuto, non sappiamo se concordando o meno il suo silenzio con Mattarella. Che invece è subito intervenuto, rivendicando il principio della sovranità nazionale. Il Presidente della Repubblica, dispiace dirlo, ha comunque commesso un errore, spostando il tiro dalla difesa dello stato di diritto ( tema indigesto per la destra) a quello delle difesa della sovranità nazionale ( cavallo di battaglia della destra).
Dopo di che – la cosa è di ieri, – Giorgia Meloni è finalmente intervenuta, prima elogiando Mattarella come difensore della sovranità nazionale, poi annientando in modo sarcastico Musk. Ecco le parole di Giorgia Meloni:
“ ‘Tra le tante imprese portate a casa da Elon Musk c’è pure quella di far rivendicare la sovranità nazionale alla sinistra: credo sia più difficile che andare su Marte’ ironizza. E a una domanda sul botta e risposta tra Musk e il capo dello Stato, Sergio Mattarella, Meloni risponde: ‘Penso che le parole del Presidente della Repubblica siano state importanti, sono sempre contenta quando sento difendere la sovranità nazionale ‘ “ (**).
Per ricapitolare: grazie all'aiutino, intenzionale o meno, di Mattarella e ai riflessi lenti della sinistra, Giorgia Meloni è riuscita a trasporre l’intera questione sul piano della difesa della sovranità nazionale, aggirando così la questione dello stato di diritto a rischio in Italia.
Ha scelto un terreno congeniale alla destra, capace di far scaldare il cuore populista di molti italiani, anche di sinistra, perché l’ antiamericanismo in Italia ha natura trasversale. Si è dato fuoco alla polveri del nazionalismo: atteggiamento arcaico e pericoloso, largamente fuori tempo, ma non nell’ Italia dimentica della catastrofe del nazionalismo fascista.
Sul piano della poco nobile arte del depistaggio argomentativo, dell’esaltare la pagliuzza nell’occhio dell’avversario, occultando la trave nel proprio, Giorgia Meloni è abilissima, una vera virtuosa del sarcasmo traspositivo.
I suoi fanatici sui social inneggiano istericamente alla capacità di "Giorggia" di "asfartare" i nemici. Un clima non proprio da club britannico. Che lei incoraggia, offendendo la logica. E i suoi stessi fans che non si rendono conto di essere presi per il naso.
Si tratta di una “tecnica” collaudata: Femminicidi? La colpa è dei migranti difesi dalla sinistra. Il migrante affoga? La colpa e dei trafficanti di esseri umani, difesi dalla sinistra. E così via.
Ovviamente, fino a quando Giorgia Meloni non decide, come accaduto, di ricorrere al "Piano B". Cioè di scegliere il silenzio e atteggiarsi a vittima della sinistra.
Anche qui, ecco qualche esempio. Il fascismo? Roba di ottant’anni fa, cavalcata dalla sinistra, perché non ha altri argomenti. I giovani del partito che inneggiano a Hitler e Mussolini? Quattro gatti, strumentalizzati da una sinistra che ha violato la privacy di Fratelli d’Italia. E così via.
Ovviamente tutto ciò avviene grazie alla complicità pavloviana di larga parte dei mass media, a rimorchio da anni dei social e delle piazze televisive. Sicché il depistaggio da argomentativo si tramuta in comunicativo muro di gomma.
Non sarà perciò facile liberarsi di un avversario così pericoloso, capace di usare le parole come pietre.
Abbiamo criticato l’atteggiamento della sinistra. Però va anche detto che se la sinistra spostasse verso l’alto l’asticella dello scontro sociale, rischierebbe l’accusa di fomentare disordini, favorendo così un giro di vite. Se, per contro, la sinistra continuasse a sposare la causa della passività, rischieremmo invece di ritrovarci tra dieci anni con Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, La Russa o Nordio al Quirinale e con una nuova Costituzione autoritaria e plebiscitaria. E magari con l'Italia nelle braccia della Russia e della Cina.
Un bel dilemma. Che fare? La parola ai lettori.
Carlo Gambescia
(*): Qui: https://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2024/11/musk-e-la-legge-del-piu-forte.html .