mercoledì 14 giugno 2017

Perdono le elezioni e inseguono la destra razzista

I fascio-grillini




Ci piacerebbe capire il nesso causale tra i campi Rom sulla Pontina e gli extracomunitari che attraversano il Mediterraneo, dirottati verso i centro di accoglienza. La “Sindaca” Raggi, subito allineatasi  ai contrordini  di Grillo,  si giustifica parlando  “di forte pressione” migratoria su una Roma, già piena di problemi  (i Rom appunto).    
Però, in fondo, perché stupirsi? Siamo davanti a un comportamento politico prevedibile per una forza populista come Cinque Stelle: il principio del capro espiatorio. Lo spostamento demagogico  dell’attenzione collettiva  verso un bersaglio politico di sicuro ( o quasi) successo. Tuttavia, per ora, nell' Italia degli anni Duemila,  clandestini  e  Rom si "combattono" soltanto  a colpi di mugugno. Perché,  ecco il punto,  attaccarli  evocando un casereccio Italy First,  può portare voti. 
Abbiamo usato il termine "mugugno" per una precisa ragione: finora nonostante le ricorrenti  “sparate”  di  Salvini, della Meloni e ora di Grillo,  il fenomeno del razzismo non si è  manifestato in tutta la sua estensione e pericolosità sociale. Il "mugugno", al massimo è un fattore sociologicamente "climatico", eventualmente anticipa, precede  l'atto, non segue. In qualche modo, ci informa sul fatto che il "temporale" non è ancora  scoppiato. Certo, si addensano nuvoloni all'orizzonte, si scorge qualche lampo lontano tra i monti,  tuttavia  ancora non grandina o piove... 
Innanzitutto, come informano gli  studi in argomento,  il razzismo, si diffonde  tra quelle fasce di popolazione, dove  è rilevabile  deprivazione economica e culturale. Si pensi all'esempio statunitense dei cosiddetti “bianchi poveri” che vivono, annaffiando tutto con molto alcol,  come i “neri poveri” di welfare pubblico, quando c'è,  lavori marginali e carità privata o comunitaria.  Inoltre, il razzismo  si sviluppa e manifesta attraverso concrete forme di reazione organizzata (dall’intimidazione all'omicidio), comportamenti  tesi a contendere risorse, a maggior ragione quando e se scarse, agli  appartenenti a etnie diverse da quella dominante.
Se si volesse usare un' immagine, brutale ma efficace, il razzismo  si esprime sempre  attraverso il linciaggio e la persecuzione dei membri di un'altra etnia.  In Italia, fortunatamente,  non siamo ancora a questo punto: la figura del “bianco povero”, praticamente  non esiste, dal momento che  non ci sono  italiani che contendono, magari ricorrendo alla violenza, le elemosine all’ extracomunitario davanti ai supermercati.  Naturalmente,  si registra  una crescente insofferenza sociale,  il “mugugno”, al quale abbiamo accennato: si dice che così non va, e che si dovrebbe fare qualcosa. Siamo davanti all’atteggiamento,  non di chi abbia perso tutto in favore di un  altro gruppo etnico, ma di chi teme, da un momento all'altro,  di perdere qualcosa.  
Di conseguenza,  il “mugugno”  collettivo,  in quanto atteggiamento,    non  può essere assimilato al comportamento di fatto del  gruppo organizzato che punta all’eliminazione fisica, attribuendo al suo atto   valore esemplare e/o di  risposta sistematica.
Sicché, proprio per impedire il passaggio all’atto, si dovrebbe agire con decisione sul piano del controllo dei flussi o comunque valutare il fenomeno realisticamente.  Qui però si apre un intero nuovo universo, quello dell'implementazione politica (  basata sulla "logica" del poche parole, molti fatti), che esula da questa analisi. Quel che invece  non ci stancheremo mai di ripetere è che va assolutamente evitata  la  retorica del  “capro espiatorio”, tipicamente populista,  sulla quale  invece  fanno leva -  non troviamo altra definizione migliore -  i fascio-grillini  per  riguadagnare i voti perduti.  
Gioco quindi molto pericoloso. Perché  al  “cattivismo” si oppone  per reazione una contro-retorica “buonista", propugnata, e non da oggi,  da certa  sinistra, altrettanto populista, che indica nel “razzismo cosmico” un capro espiatorio di segno diverso. 
Il “buonismo” progressista  meriterebbe un altro  articolo. Però  l’accenno crediamo  basti a far capire che tra questi estremi, come dire, di tipo "espiatorio",  si muovono gli italiani, che per ora mugugnano, e che quindi, in fondo, non sono pro né contro.  Ciò spiega l'assenza del  passaggio  all'atto.  Fino a quando ?

Carlo Gambescia