venerdì 24 ottobre 2025

L’Europa e l’arte di sprecare l' intelligenza (finanziaria) liberale

 


L’Unione Europea sembra aver trovato ieri la soluzione per finanziare la resistenza e la ricostruzione dell’Ucraina senza chiedere un euro ai propri cittadini: usare i soldi russi. O per essere precisi far finta di usarli.

Dopo mesi di discussioni, Bruxelles ha trasformato l’ipotesi in una decisione: i proventi finanziari generati dagli asset russi congelati saranno automaticamente destinati all’Ucraina.

Non il capitale — quello resta intoccabile, per ora — ma gli interessi maturati, cioè la liquidità che i  circa 210 miliardi di euro russi “parcheggiati” presso la Euroclear di Bruxelles continuano a produrre.

 


Tradotto: gli interessi, cioè i rendimenti generati dagli asset russi congelati, verranno utilizzati dall’UE per emettere o finanziare titoli/debiti da collocare sui mercati o all’interno della struttura comunitaria, e parte di questi fondi sono destinati all’Ucraina, sotto forma di prestito molto agevolato, si parla perfino di tasso zero. Fondi che l’Ucraina dovrà restituire solo quando la Russia effettuerà le riparazioni di guerra (*).

Si dirà: una magnifica decisione frutto dell’intelligenza (finanziaria) liberale. E per varie ragioni: come capacità di mediare tra i decisori (spesso indecisi); come articolazione finanziaria: trasformazione di liquidità (gli interessi) in titoli, con commissioni, quindi ci si guadagna pure qualcosa; come collegamento a un evento futuro, di rischio calcolato: il pagamento delle riparazioni di guerra da parte della Russia.

Insomma un’operazione elegante. Certamente, ma più di forma che di sostanza.

L’intelligenza liberale in campo economico si mostra evidente. Ma tutto questo alimenta in noi la percezione dello spreco: un abile gioco di alta ingegneria finanziaria che finisce per mascherare una politica troppo povera di sostanza.

Un passo indietro. I numeri, come sempre, parlano da soli.

Come detto gli asset russi congelati ammontano a circa 210 miliardi di euro; gli interessi generati da questo “tesoretto” fruttano all’incirca 3 miliardi di euro l’anno, che, se i mercati risponderanno, verranno convogliati nel fondo per l’Ucraina.



Una cifra che a Bruxelles definiscono “significativa”, ma che al confronto con il fabbisogno ucraino — tra i 30 e i 40 miliardi l’anno solo per mantenere in vita lo Stato — appare per quello che è: spiccioli, una manciata di miliardi in tutto (**). L’alta ingegneria finanziaria si risolve in quattro soldi di elemosina.

Eppure, il meccanismo viene celebrato come una “svolta storica”.

In realtà, per dirla alla buona, si tratta della classica montagna che partorisce il topolino. Oppure, se si preferisce, dell’altrettanto classico dito, sul quale ci si fissa, dimenticando che invece è rivolto verso la Luna. Il dito — per restare nella metafora — sono gli asset russi: un simbolo politicamente comodo, che permette di dire “l’Europa agisce”, senza chiedere sacrifici ai contribuenti. La Luna, invece, è la domanda vera: come finanziare in modo stabile la difesa e la ricostruzione ucraina, e a quale prezzo politico.

Ma su questo, silenzio. Meglio far parlare le formule e i regolamenti, meglio rifugiarsi nel linguaggio asettico dei meccanismi “innovativi”. Qui lo spreco dell’intelligenza economica, quando si pone al servizio della politica.



Del resto, si sa, la contabilità rassicura. E la “furbata contabile” — appena istituzionalizzata — è il vero cemento dell’Unione. Insomma un’Europa che continua a preferire i raffinati lifting di bilancio alle scelte politiche, truccando il volto della realtà mentre il conflitto avanza.

Detto altrimenti: un’Unione che, sprizzando intelligenza finanziaria da tutti i pori, cerca di occultare il proprio deficit politico. Soprattutto decisionale. Che si rifugia nei meccanismi contabili per non scegliere.

Il risultato è un liberalismo che strizza l’occhio alla tecnocrazia per mascherare la propria depoliticizzazione. Così il fine — la politica — viene delegato al mezzo — l’economia.

Quanta intelligenza liberale sprecata.

Carlo Gambescia

(*) Qui sulle decisioni prese ieri: https://www.consilium.europa.eu/en/press/press-releases/2025/10/23/19th-package-of-sanctions-against-russia-eu-targets-russian-energy-third-country-banks-and-crypto-providers/?utm_source=chatgpt.com . Qui sul supporto europeo all’Ucraina: https://commission.europa.eu/topics/eu-solidarity-ukraine/eu-assistance-ukraine/ukraine-facility_en?utm_source=chatgpt.com.

(**) Qui sul fabbisogno ucraino: https://english.nv.ua/business/ukraine-has-received-30-6-billion-in-financial-aid-this-year-but-still-needs-more-50546907.html .

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