martedì 14 ottobre 2025

Che Dio benedica l’America… E noi tutti

 


La notizia di oggi, oscurata dai giornali non solo italiani, non è la tregua tra Hamas e Netanyahu, “venduta” come pace dall’onnipotente meccanismo mediatico mondiale del conformismo di destra, ma è un’altra, ben più grave.

Mentre i riflettori mediatici fingono di scorgere la pace in Medio Oriente, l’incendio vero brucia oltreoceano.

Quale? Che si va profilando una seconda guerra civile americana.

Il 18 ottobre, come annuncia un Robert De Niro – da duro più duro, quello di "Quei bravi ragazzi" – si terrà una grande manifestazione in tutti gli Stati Uniti, “No Kings”(*), contro il presidente Trump.



Esageriamo? Ascoltiamo De Niro. Qui la nostra traduzione (a braccio):

La protesta originale “No Kings” risale a 250 anni fa: gli americani decisero che non volevano vivere sotto il dominio del re Giorgio III. Dichiararono la loro indipendenza e combatterono una guerra sanguinosa per la democrazia. Da allora abbiamo avuto due secoli e mezzo di democrazia, spesso complicata, a volte disordinata, ma sempre condivisa. E abbiamo combattuto in due guerre mondiali per preservarla.
Ora ci troviamo davanti un aspirante re che vuole togliercela.
Re Donald I, fottiti! Attenzione, ci stiamo di nuovo sollevando, questa volta non in modo violento. Basteranno solo le nostre voci per dichiarare in modo chiaro e netto: non vogliamo nessun re! Sono Robert De Niro e vi dico che è giunto il momento di levarsi in piedi e partecipare alla protesta nazionale “No Kings” del 18 ottobre. Su https://www.nokings.org/ ulteriori informazioni  per fare volontariato, dare una mano, dove si risiede.
Tutti insieme, indivisibili, libertà e giustizia per tutti.

Trump, che ieri — detto per inciso — dinanzi alla Knesset ha veramente ricordato, per toni, espressioni e, diciamolo, delirio di onnipotenza, la grottesca figura del “Grande Dittatore” dell’omonimo film di Charlie Chaplin. Anche Trump gioca, come se fosse un pallone, con quell’enorme globo di fumo e luce rappresentato dal mondo di oggi.



E chi guarda a Trump, nuova truce balena, Moby Dick, simbolo di quel male che aleggia  in tutti e che non tutti riescono a contrastare?

I farabutti della sua razza: Netanyahu, Putin, Kim Jong-un e, via via sempre più giù, fino ai piccoli granchi come Giorgia Meloni.

Dicevamo: seconda guerra civile americana. L’aria che si respira negli Stati Uniti è elettrica, nonostante i sondaggi — frutto fin troppo maturo della liberal-democrazia — dicano che Trump è in picchiata e che quindi il futuro è roseo.

In realtà il punto è un altro: se sconfitto alle prossime elezioni (nel 2026 si terranno quelle di Midterm), Trump farà un passo indietro? Potendo però contare su tutte le leve del potere, incluso quello militare? E almeno su un terzo degli elettori americani, nonché su non pochi consiglieri, militanti e attivisti che vivono la sua presidenza con lo stesso spirito delle SS di Hitler, che credevano nel Reich millenario?

De Niro, nel suo appello, respinge qualsiasi cedimento alla violenza e parla di manifestare pacificamente contro l’assolutismo monarchico di Trump. Giustissimo.

Però, come recita la Dichiarazione d’Indipendenza:

Quando una lunga serie di abusi e di malversazioni, volti invariabilmente a perseguire lo stesso obiettivo, rivela il disegno di ridurre gli uomini all’assolutismo, allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie alla loro sicurezza per l’avvenire.” (**)

Pertanto, il rovesciamento di Trump — che in effetti si sta comportando come un tiranno, o aspirante tale — potrebbe avere, agli occhi dei suoi oppositori, anche un preciso fondamento costituzionale.



Cosa vogliamo dire?  Che se un Trump sconfitto elettoralmente puntasse i piedi, cosa che non è impossibile, tutto potrebbe accadere.

L’esasperazione di vedere cancellata, e con selvaggia cattiveria, una Costituzione — la più antica tra quelle scritte — rischia di condurre davvero alla seconda guerra civile americana.

Si noti il paradosso storico: un uomo come Trump, che grida ai quattro venti di voler fare grande l’America, rischia invece di portarla alla rovina.

Perché una guerra civile provocherebbe un vuoto di potere mondiale: la Russia si impadronirebbe dell’Europa, la Cina di Taiwan e fin dove potrebbe spingersi in Estremo Oriente e nel Pacifico. Avremmo due sole superpotenze che decidono per tutti.

Chi non ricorda il film di Joe Dante "La seconda guerra civile americana"?

Una pellicola per la televisione, solo in apparenza satirico-comica, in cui si teorizzava una nuova guerra di secessione negli Stati Uniti.I problemi affrontati sono gli stessi di oggi: immigrazione e integrazione delle minoranze.

Ma nel film, a Washington è insediato un presidente democratico, liberal, che impone al governatore dell’Idaho, un repubblicano, di accogliere un gruppo di bambini profughi dal Pakistan dopo un disastro nucleare. Da lì, la crisi a spirale. Il film si chiude con gli americani che si sparano fra di loro.



Andava in scena il corto circuito liberal. Ora tocca invece alla ruspante isteria collettiva dei nazisti non dell’Illinois ma di Washington. Dalle conseguenze, come spesso capita nella storia, molto più gravi.

Sì, è proprio il caso di dirlo. Anche se non siamo in un film di Capra e Curtiz, ma di Dante: che Dio benedica l’America.Nel senso di proteggerla,aiutandola a mantenersi sulla strada giusta, quella indicata dalla Dichiarazione d’Indipendenza e dalla Costituzione. Ne ha bisogno.

Come ne abbiamo necessità noi tutti, anime in pena liberali che viviamo in ordine sparso nel mondo occidentale.

E, si badi bene: se un liberale, come il sottoscritto, un laico, arriva al punto di invocare Dio, la situazione non solo è seria. È disperata.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.youtube.com/watch?v=56B1vHWweKk .

 

(**) Qui: https://www.unipa.it/persone/docenti/m/rosanna.marsala/.content/documenti/Dichiarazione-dindipendenza-4-luglio-1776.pdf . È sempre bello leggerla. È potente, parla al cuore e alla ragione degli uomini.

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