Oggi Giorgia Meloni si troverà al cospetto di un tiranno che vuole introdurre nelle università americane un commissario politico per facilitare l’iscrizione di studenti che condividono l’ideologia trumpiana (*).
Una misura che non ha precedenti, se non nel maccartismo, che comunque non fu così sfrontato né fu riflesso di scelte presidenziali. Harvard,il tempio del sapere americano, ha detto no. Come del resto altre università. Sicché perderanno ingenti finanziamenti.
E questo probabilmente è solo l’inizio di un processo di distruzione delle libertà non solo americane. Perché il modello Trump, come il modello Mussolini post marcia su Roma, rischia di essere esportato in tutto il mondo occidentale. Il carisma dell’uomo forte sembra tornato tristemente di moda. Come l’istinto gregario nei popoli, o se si preferisce di gregge.
Perciò Giorgia Meloni dovrà parlare di dazi con un tiranno. Un uomo che calpesta la legge e ammira altri tiranni come lui. Una cosa moralmente e politicamente disgustosa e inaccettabile. Che ci riporta ai tempi di Daladier e Chamberlain quando pendevano dalle labbra di Mussolini e Hitler.
Che c’entra tutto questo con i dazi? Ci si potrebbe rispondere nulla, perché quando si fa politica – così recita certo realismo dalla vista corta – si deve essere concreti e pensare solo ai propri interessi.
Giorgia Meloni, accesa nazionalista, pardon sovranista, non ha dubbi al riguardo. E il fatto, come sembra, che l’Unione Europea si sia affidata a una neofascista, nemica storica dell’Europa e dell’Occidente ( non si creda alle sue recenti dichiarazioni “filo”), è purtroppo un altro segnale di decadenza. Per dire una banalità, indica solo una cosa: che Italia ed Europa ballano sul Titanic non avvertendo gli strani rumori che risalgono dalle stive.
Otterrà risultati? Tramanda Ibn Khaldūn, il grande Machiavelli maghrebino, che i tiranni vanno circuiti, coccolati, adulati. Lui stesso, una volta al cospetto di un Tamerlano, disteso tra piume e cuscini da mille e una notte, per catturarne i favori lo definì il più grande sovrano di tutti i tempi, davanti al quale non si poteva non tremare. E che quindi si scusava della sua mancanza di lucidità…
Il che per estensione significa che Trump vuole intorno sé non consiglieri e alleati ma solo ministri condiscendenti e associati servili. E che applica ed estende a tutti i suoi interlocutori la logica della potenza. Di qui l’uso del ricatto.
Può valere con uomo del genere la logica del contratto? Il pezzetto di carta sventolato da Giorgia Meloni? Come quello che dopo Monaco Chamberlain sventolò al suo ritorno? In realtà, come ogni tiranno Trump è un estorsore. E qui è d’aiuto il codice penale: estorsore è chi con violenza o minaccia, costringe uno o più soggetti a fare o a non fare qualche atto, procurando a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno.
Ovviamente, la logica della potenza non contempla i concetti di ingiusto profitto e di altrui danno. La politica assolve il vincitore, perché segue la logica del successo: s’inchina al più forte. A meno che – ecco il vero punto politico – non ci si opponga con forza pari o superiore.
Pertanto è un errore insistere sull’importanza della mediazione e sulla logica del contratto a prescindere. Cioè con chi fondi il suo potere sull’uso spregiudicato forza. Perché nella migliore delle ipotesi la “controversia” – chiamiamola così – si può risolvere, come capita quando infuria il racket, nel chinare la testa e pagare il pizzo.
Giorgia Meloni rischia di fare la stessa fine di quei negozianti,i famigerati borghesi piccoli piccoli, che attenti al proprio particolare e diffidando delle forze dell’ordine, si apprestano mestamente a pagare il pizzo. Però a Trump.
Ultima notazione non secondaria. Sembra che il “format” (come dicono i massmediologi) sia lo stesso usato per ricevere (e umiliare) Zelensky: studio ovale, telecamere, sodali trumpiani, famelici e servili, tutti intorno. E lui il tiranno al centro della scena, tra piume e cuscini, come il Tamerlano, di cui narra Ibn Khaldūn.
Perché sottoporre l’Italia, e di rimbalzo l’Europa, a tutto questo? Perché correre il rischio di essere umiliati? E per giunta in mondovisione?
In che cosa si spera? Trump capisce solo il pizzo. O lo si paga o si brucia. Tertium non datur.
Pertanto il caro vecchio buon Macron ha ragione. Su la testa!
Aux armes, citoyens !
Formez vos bataillons !
Marchons, marchons !
Qu’un sang impur…
Abreuve nos sillons !
Carlo Gambescia
(*) Qui un interessante articolo in argomento: https://www.msnbc.com/top-stories/latest/trump-vs-constitution-enemy-freedom-deportation-rcna201590 .