Nella storia talvolta tragico e ridicolo si mescolano. Oggi le sinistre – basta dare una scorsa ai giornali – festeggiano la legge, pomposamente denominata, sul “ripristino della natura” (Nature Restoration Law), approvata dal Parlamento europeo: Evviva è stata battuta la destra! Evviva le prossime generazioni sono salve! Evviva le città diventeranno più vivibili!
La destra, conservatrice e populista, ha manifestato la sua contrarietà puntando sui costi sociali che la legge andrebbe ad accrescere imponendo norme fortemente restrittive nell’ambito dell’agricoltura, delle costruzioni, dell’energia. Misure, si dice, che colpirebbero i cittadini meno abbienti. Detto altrimenti, la destra, peggio ancora se populista, ne fa un problema di welfare, di bonus sociali, una forma di socialismo nazionale. Tradotto: sì alla transizione, ma più fondi europei a tasso zero, eccetera, eccetera. Che andrebbero estesi anche alle imprese. Si chiama anche capitalismo assistito. Un tunnel alla fine del quale c’è la crisi fiscale dello stato.
In realtà la grande questione è nel fatto che destra e sinistra ignorano l’importanza della libertà individuale.
Stupisce – ma fino a un certo punto – che non pochi liberali, tradendo i propri valori, abbiano votato a favore di una legge che è una autentica minaccia per il diritto di proprietà e la libertà di pensiero.
A quest’ultimo proposito si rifletta su una cosa di una gravità assoluta: ogni critica, alle politiche ecologiste viene liquidata come “negazionista”, mettendo, vigliaccamente, sullo stesso piano la negazione dell’Olocausto – che è un insulto all’umanità e all’Ebraismo, tipico dei nazisti – con il rifiuto di una ideologia, quella ecologista, priva di qualsiasi fondamento scientifico (come il famigerato “socialismo scientifico” di Marx): un’ideologia che non è altro che la prosecuzione del comunismo con altri mezzi. Per farla breve: si vuole far passare ogni vero liberale per un nazista. Squalificandolo agli occhi del mondo.
Dicevamo della mescolanza di tragico e ridicolo. Tragico, perché gli spazi di libertà individuale – niente di astratto: parliamo della vita quotidiana – si andranno sempre più riducendo, a partire dalla compravendita di auto e case, che vedrà imporsi requisiti ecologici sempre più rigidi. Ridicolo perché ci si preoccupa sulla base di statistiche circoscritte nel tempo (100, massimo 200 anni) della salute di un pianeta che ha cinque miliardi di anni di vita alle spalle e altre cinque davanti.
Ridicolo. E tragico, perché su questi presupposti statistici, privi di qualsiais attendibilità scientifica, la libertà individuale sarà in futuro fortemente limitata. E ci sarà poco da ridere
Un dettaglio. Ieri, quelle centrali terroristiche che ormai sono le redazioni meteo dei giornali, delle radio, delle televisioni, eccetera, hanno invitato, stante i previsti rialzi di temperatura, a riguardarsi e non uscire di casa. Invito rivolto a tutta la popolazione. Insomma ai cittadini di ogni età.
Per ora si tratta di un invito. Ma non si può escludere, che l’ideologia protezionista, che è la stessa che ha portato all’approvazione della Nature Restoration Law, convinca prima o poi i poteri pubblici a introdurre il coprifuoco sulla base delle previsioni climatiche.
L’ideologia protezionista, nel senso di proteggere la vita umana a ogni costo anche quello di privare gli uomini di libertà, dignità e proprietà, è di una pericolosità assoluta. La sua logica è quella del “meglio rossi che morti”. Gli esseri umani rischiano di tramutarsi in amebe timorose di tutto protette dalla mano artigliata dello stato. Insomma, “ meglio verdi che morti”.
Chi ci salverà da questa gente? La destra populista che in fondo dice le stesse cose delle sinistra? I liberali che tradendo i propri ideali votano con la sinistra? Poveri noi.
Carlo Gambescia
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