domenica 23 luglio 2023

La furbizia di Giorgia Meloni

 


Tutti, o quasi, applaudono alla carnevalata degli incontri di oggi alla Farnesina sul “Mediterraneo allargato”. Ennesima “furbata” di Giorgia Meloni.

Perciò prima di ogni ragionamento si impone una domanda: che differenza c’è tra intelligenza e furbizia?

La furbizia rinvia all’ atto singolo: ad esempio si tratta un affare con una persona, facendo credere, tatticamente, che prima dell’affare interessa la persona con cui si tratta, fatto che poi viene smentito dalla ripetizione della stessa tattica con altre persone, quindi un singolo atto di ruffianeria, non ha valore strategico, dal momento che la ruffianeria è socialmente condannata. Al ruffiano sfuggono gli effetti della reiterazione. Quindi ci si fa del male da soli.

L’intelligenza rimanda invece alla comprensione dell' atto plurimo. Ad esempio si tratta un affare con una persona, per quello che l’affare è, quindi ci si concentra sugli aspetti concreti, economici. La tattica di vendita, soprattutto se seria e onesta, si concilia con la strategia, perché, l’altra parte se soddisfatta, tornerà a fare affari anche futuro. L’atto singolo racchiude in sé la reiterazione, e soprattutto la cognizione della reiterazione. Che in questo caso ha effetti positivi. Quindi ci si fa del bene insieme agli altri.

Cosa vogliamo dire? Che l’intelligenza è strategica, guarda agli effetti dell’atto plurimo. La furbizia invece è tattica, perché si limita a giudicare gli effetti dell’atto singolo. E qui veniamo a Giorgia Meloni. Che, a nostro avviso, è un esempio classico di furbizia. Di pura tattica. Si osservi la sua politica. Siamo davanti a una sommatoria di atti singoli, tra l’altro in contraddizione.

Solo per fare alcuni  esempi. Non si può dire di essere a favore dell’ Ue, per poi prendere tempo sul Mes. Non si può dire di voler difendere i migranti, per poi lasciarli morire non più in mare ma nel deserto. Non si può dire di essere dalla parte dei giovani e dei lavoratori, per poi rifiutare il salario minimo. Non si può dire di essere dalla parte degli onesti per poi tollerare certi esempi di comportamenti, a dir poco non trasparenti, all’interno del  partito. Non si può dichiarare la propria fedeltà alla Nato, per poi frequentare nemici della Nato come gli ungheresi.

Sono tutti atti singoli, dettati dalla pura furbizia, privi di qualsiasi contenuto strategico, quindi di vera intelligenza, se non l'intento di durare il più possibile, seguendo, come impone la furbizia, la lezione della ruffianeria. Oggi alla Farnesina ci si diletta in questa raffinata arte.

Un comportamento che, attenzione, può durare fino quando gli interlocutori non si accorgono o si stancano di essere presi per il naso.

Si dirà che però nel caso della Meloni una visione strategica esiste. Quella di riportare al potere la destra dura e pura, una destra che non ha mai fatto i conti con il fascismo. Perciò quanto sta accadendo – questo bellissimo esempio di spirito ruffiano “applicato” – sarebbe solo la prima fase: quella dell’inganno, per poi, una volta moltiplicate le forze, mostrare il vero volto fascista.

Ma il fascismo, politicamente parlando, fu una scelta intelligente? Quale fu la sua seconda fase? L’autodistruzione dell’Europa e la distruzione degli ebrei fu un segno di intelligenza politica? Le astuzie di Hitler e Mussolini, che negli anni Trenta ogni volta che guadagnavano terreno (conquistando, annettendo, occupando) promettevano che era l’ultima, asserendo che aspiravano solo alla pace, a cosa portarono “strategicamente”?

A una catastrofica guerra mondiale. La furbizia di Hitler e Mussolini fu una collezione di atti singoli, che si materializzarono in una guerra distruttiva durata sei anni.Che ridusse al lumicino Italia e Germania.

Pertanto, riassumendo, la Meloni più che intelligente è furba. E soprattutto non si è smarcata dal fascismo che fu un fenomeno politico altrettanto segnato dalla furbizia. Pertanto, delle due l’una: o si richiama al fascismo come visione strategica, visione però altrettanto furba e rovinosa, o non si richiama al fascismo, quindi, in quest’ultimo caso, una volta scoperti i suoi esercizi di furberia sarà abbandonata da tutti.

A questo punto qualcuno si chiederà quale potrebbe essere un segno di intelligenza per un politico con i trascorsi neofascisti di Giorgia Meloni: fare una vera scelta liberale ed europea evitando le piccole furbizie ricordate.

Come? Ad esempio, di rifiutare il Mes perché si è contrari alla filosofia dello spreco di denaro pubblico; di rifiutare il salario minimo perché fattore turbativo degli equilibri di mercato e non per pietismi ruffiani; di cacciare dal partito i disonesti; di accettare i migranti perché non è sicuramente liberale far morire nel deserto gente che scappa dalle dittature e che chiede solo dignità sociale e rispetto morale; di schierarsi totalmente con la Nato, facendo concorrenza in fedeltà ai britannici, evitando di uscire di nascosto con gli ungheresi.

Tutto questo però non accadrà, perché Giorgia Meloni è furba ma non intelligente. Non vede oltre il palmo del suo naso. O se vede oltre, non guarda avanti, guarda indietro.

Carlo Gambescia

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