sabato 29 luglio 2023

Giorgia Meloni e i tre colori

 


Giorgia Meloni si è fatta ritrarre con Henry Kissinger, con il quale è rimasta a colloquio due ore: alta politica, si lascia trapelare. E ovviamente presenta la visita a Washington come un successo. Vedremo.

Intanto però stando a quanto pubblica il “Corriere della Sera” di Cairo, che pure è quasi amico, la Meloni, giovedì, non ha saputo rispondere al leader del Senato Chuck Schumer, un democratico, di tendenza liberal, che le chiedeva quale fosse il significato dei colori della bandiera italiana. Si è tolta di impaccio, rispondendo «molte cose» (*).

Non entriamo nel merito dei colori. Perché è così banale la spiegazione che stupisce l’’ignoranza della Meloni.  Per dirne una  a livello di toppa,  sarebbe bastato andare, prima di partire, sul sito del Quirinale  (**).  E invece no.  Che sfortuna,  doveva  capitare proprio a lei, Giorgia,  ricevuta a colazione da Mattarella una volta a settimana, come dicono i bene informati.

Ma quel che stupisce è la provenienza politica  della Meloni: un partito ultranazionalista, con radici fasciste, che ha il tricolore, via Fiamma diciamo, nel simbolo ufficiale di Fratelli d’Italia.

Dicevamo dell’ignoranza. In realtà, sono lacune, per chi fa politica di professione,  piuttosto  gravi. Cose che capitano quando non si hanno alle spalle letture storiche  e neppure studi se non approfonditi, almeno appropriati.

La storia del tricolore, riporta alla Rivoluzione francese, ancora prima all’indipendenza olandese, e infine alla conquista napoleonica dell’Italia e alle origini del Risorgimento italiano. Le tre strisce verticali, come i colori,  erano un simbolo rivoluzionario che ricalcava sul piano ideale, ciò che poi gli storici avrebbero  dipinto come il modello giacobino. Bandiera perciò odiatissima.  Disprezzata  dai reazionari del Trono e dell’Altare. Come del resto gli “Alberi della Libertà” abbattuti dai "Sanfedisti" del Cardinale Ruffo.

Però c’è un altro fatto. Diciamo una conferma. Giorgia Meloni, oltre che digiuna di cultura risorgimentale,  è priva di curiosità. Cioè della molla che spinge a informarsi, a leggere e studiare, per il puro piacere di informarsi, leggere e studiare. Insomma, senza alcuna contropartita immediata.

Si pensi alle ultime polemiche con la Francia come pure alle successive  tregue e allo sventolio insieme dei due tricolori nella cerimonie ufficiali. Perché non pensare di approfondire, proprio mentre si è accanto a Macron, le origini di due bandiere quasi gemelle? Però la curiosità o c’è non c’è. Per capirsi:  quale può essere stata la reazione della Meloni? Quella di arrabbiarsi con il suo  staff per non avere ricevuto  "l'informazione"...

Insomma,  non ha fatto una bella figura. E con lei non l’ha fatta, per dirla in “melonese”, la Nazione (con la maiuscola). Ma sono cose che capitano ai politici praticoni, a quelli che si buttano, sgomitano, e alla fine arrivano dove volevano arrivare. Ma con una controindicazione: restano sempre ciò che sono. Ignoranti.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.corriere.it/esteri/23_luglio_29/gli-incontri-meloni-washington-kissinger-neo-ambasciatore-roma-un-intervista-fox-news-910adee2-2d94-11ee-96ad-80cddfd656e5.shtml .

(**) Qui: https://www.quirinale.it/page/tricolore .

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