martedì 25 luglio 2023

Che cosa vuole l’elettore europeo?

 


L’ “onda nera”, come si legge oggi sulla “Stampa”, si è fermata in Spagna o no? Il punto non è questo. Crediamo che invece di parlare di destra e sinistra si debba parlare dell’elettorato europeo. O meglio dell’elettore medio, tracciandone il profilo.

Che cosa vuole l’elettore europeo? Quasi tutte le indagini rivelano un dato comune all’elettore di destra e sinistra: vuole sicurezza. Del posto di lavoro, in primo luogo. Poi vengono assistenza e previdenza sociale. Si pensi a quello che è successo in Francia sul taglio alle pensioni. Si registra anche un atteggiamento di ostilità diffusa verso il migrante che “ ci ruba” il welfare…

L’elettore europeo, al momento, ha due preoccupazioni principali: il caldo e le vacanze. Il caldo, da molti ritenuto eccessivo viene collegato al “cambio climatico”. Quindi si chiede ai governi di fare qualcosa, magari fornendo gratuitamente condizionatori. Quanto alle vacanze,  al momento non si pensa  ad altro: pochi o tanti che siano i giorni di "ferie",   rappresentano comunque qualcosa di irrinunciabile. Per fare un esempio: se il governo proponesse di posporre le vacanze per ragioni produttive scoppierebbe la rivoluzione.

La libertà, che è rischio, viene oggi giudicata come pericolosa perché si dice   scollegata  dalla sicurezza: come se esistesse un fuoco che  non brucia...  Sicché,  sotto questo aspetto – del rischio ripetiamo – la libertà non è più al centro degli interessi dell’elettore europeo.

In realtà,  le questioni dei diritti civili,  questioni sollevate da minoranze acculturate, sono ravvisate come non essenziali, o comunque giudicate importanti solo se collegate ai principi del benessere welfarista, come ad esempio i diritti alle cure mediche per i conviventi, a prescindere dal genere, eccetera, eccetera. Prima la sicurezza sociale, poi tutto il resto.

Gli stessi imprenditori, piccoli o grandi che siano, chiedono una sola cosa: aiuti economici. Insomma di essere liberati dal rischio economico, da ciò che ha fatto grande il capitalismo.
Se questo è il profilo dell’elettore europeo, risulta difficile parlare di differenze tra destra e sinistra. Vince chi promette maggiore sicurezza sociale. Si pensi alla questione del salario minimo: si discute della sua entità, non della sua inutilità economica.

Tornando alle elezioni spagnole, chiunque abbia seguito il dibattito finale, non ha potuto non accorgersi dei continui richiami al tema della sicurezza sociale. Non era presente, per sua scelta, il leader del partito popolare, ma il suo intervento nulla avrebbe tolto o aggiunto al carattere welfarista dei contenuti del dibattito.

L’accento sulla sicurezza sociale, comune a destra e sinistra, ovviamente non allontana il pericolo di derive autoritarie, anzi le favorisce, perché facilita la diffusione dell’idea dello stato protettivo. Idea che accomuna destra e sinistra.  E  da protettivo a onnipotente il passo è breve.

Servirebbe invece quello che un tempo si chiamava cambio di paradigma. Ma chi ha coraggio di parlare di libertà, quindi di rischi sociali, a un elettore che non sa che farsene? Un elettore che vuole soltanto sicurezza sociale, condizionatori e vacanze? E ovviamente di continuare a scambiare messaggini con lo smartphone anche in spiaggia…

Sì, ormai l’ ultima frontiera della libertà è WhatsApp.

Carlo Gambescia

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