Conferenza Internazionale su sviluppo e migrazioni. Sono intervenuti i capi di stato di Tunisia, Emirati Arabi Uniti, Mauritania, Libia e Cipro e i primi ministri di Libia, Etiopia, Egitto, Malta, Giordania, Nigeria, Algeria e Libano. Per l’Ue era presente Ursula Von der Leyen.
Un grillino chiederebbe subito quanto è costata la pubblicità progresso meloniana? Qualche milione di euro? Chi ha pagato le spese di soggiorno e viaggio delle delegazioni straniere?
Però non è questo il punto. Il vero punto, che tocca il fondo dell’ipocrisia, è che Giorgia Meloni ha presentato come filantropico un incontro d’affari. Il cui succo velenoso è che l’Italia ( ancora non si capisce se con l’appoggio economico o meno dell’Ue) pagherà chi “ci starà” a impedire che i migranti si imbarchino dalla costa africana del Mediterraneo.
Il magniloquente piano Mattei è questo: denaro contro polizia africana che impedisce gli imbarchi clandestini. Il sottotesto del messaggio ai migranti – ecco il volto disumano e ipocrita di Giorgia Meloni – è il seguente: “Attenti, carissimi, perché rischiate di finire in prigione, non Italia ma in Tunisia, Libia, eccetera, sempre se giungerete vivi alle coste…”.
Questo, ripetiamo, sarebbe il piano filantropico di Giorgia Meloni. Che si ritiene, come dicevamo ieri, la più furba del reame (*).
Può essere la strategia giusta? Servono soldi, il filo spinato da quelle parti si vende a peso d’oro. E soprattutto pelo sullo stomaco. Quest’ultimo c’è, anche a livello diffuso. Forse i soldi si troveranno, come è accaduto per l’Emilia, aumentando il numero delle giocate settimanali al superenalotto. Tanto gli italiani mai rinunceranno a pagare la tassa sugli imbecilli.
Comunque sia, ci ritroveremo più egoisti e più stupidi. Ma anche meno liberi e più poveri.
Un passo indietro. Le migrazioni dovrebbero essere libere. Ogni uomo ha il diritto a muoversi liberamente: ubi bene, ibi patria. Invece, come ogni forma di proibizionismo, introducendo il reato di immigrazione clandestina non si è fatto altro che favorire il mercato parallelo del migrante clandestino. Come per le droghe e come un tempo per le sigarette i divieti, poiché ogni domanda incontra la propria offerta (le vie del mercato sono infinite), favoriscono l’illegalità perché traspongono semplicemente lo spazio del mercato dal lecito all’illecito. Non colpiscono il bisogno, colpiscono i bisognosi.
Che significa tutto ciò? Che divieto chiama divieto. E che una volta che si è scelta strada della “filosofia del divieto” come nel caso delle destre, in particolare quelle estreme – si pensi a Vox in Spagna e Fratelli d’Italia da noi – si va inevitabilmente verso lo stato di polizia. Solo che gli spagnoli, stando al voto di ieri, sembrano essere più intelligenti degli italiani, dal momento che hanno “mandato a casa” Vox, premiando le forze moderate del partito popolare e socialista.
Si noti anche un fatto. Alla conferenza di ieri, la Spagna, altrettanto interessata al Mediterraneo, non era presente, neppure con un osservatore. Che elezioni o meno si poteva inviare. Evidentemente perché – Vox a parte – in Spagna non si condivide la filosofia del divieto. Per non parlare dell'assenza di Francia e Germania...
Da noi invece le cose vanno diversamente. La Meloni però cominci ad aprire il portafogli, perché il superenalotto potrebbe non bastare. Il filo spinato in Africa costa carissimo. E il portafogli, di cui dicevamo, non è il suo ma degli italiani. Che, rischiano di diventare più poveri, per favorire il tenore di vita delle polizie nordafricane e la costruzione di prigioni e campi di concentramento in Africa. Stabilimenti circondati da filo spinato, pagato a peso d’oro, e ovviamente dedicati a Enrico Mattei.
Carlo Gambescia
(*) Qui: http://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2023/07/la-furbizia-di-giorgia-meloni.html .
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