Mosca definisce nazista la posizione europea su Kiev. Capito? Voler difendere l’integrità territoriale ucraina, aggredita proditoriamente, rimanda, secondo l’autocrazia russa, direttamente a Hitler. L’autocrate del XX secolo per eccellenza. Da che pulpito…
In condizioni normali non si potrebbe non sorridere di
un’affermazione del genere. Tuttavia la situazione mondiale è grave. Per
metterla sul filosofico: soprattutto in Occidente siamo davanti a un
rovesciamento di valori e di pratiche politiche. Come negli anni Venti e
Trenta del Novecento, le democrazie liberali sono sotto assedio. I
fascisti tornano alla carica, ammaliando folle tornate a disprezzare lo
stato di diritto. Per dirla alla buona: “ci risiamo”(*).
A inquietarsi e reagire dovrebbero essere non solo gli europei, ma soprattutto gli americani. Gli Stati Uniti sono alle origini del costituzionalismo moderno. La prima costituzione repubblicana scritta in chiave liberal-democratica è americana. Poi vennero quelle francesi. E da lì tutte le altre. Ciò significa che, per ricaduta, a livello di pubblica opinione — fortunatamente — non tutti gli americani la pensano come Trump, MAGA e compagnia cantante.
Tuttavia, se ci si perdona la caduta di stile, oggi le carte le distribuisce Trump. Di conseguenza, quel mascalzone politico — ci scusiamo, ma non troviamo altro termine — vuole fare strame proprio della Costituzione, complici i suoi fedelissimi. Perché? Purtroppo hanno tutti simpatie politiche molto particolari, diciamo naziste. Che spiegano il silenzio sulle assurde dichiarazioni di Mosca, come pure il disprezzo verso l’Europa, perché, male o bene, è tuttora fedele alla liberal-democrazia. Resiste. Difficile dire per quanto, ma al momento è così.
Facciamola breve: né Donald Trump né J.D. Vance hanno mai pronunciato una condanna netta del nazionalsocialismo. Anzi, Trump ha spesso mostrato una pericolosa familiarità con l’ideologia mussoliniana e persino toni indulgenti verso il nazismo. In privato, con l’ex capo di Stato Maggiore John Kelly, avrebbe detto: “Hitler fece un sacco di cose buone, ricostruì l’economia” — oppure: “Vorrei dei generali come quelli di Hitler”, in cerca di obbedienza totale. Kelly, sconvolto, lo richiamò: “Mai dire qualcosa di positivo su quel tizio. Mai” (**).
Come è noto tra i fedelissimi di Trump spiccano figure che non si limitano a nostalgia o teorie da retrobottega: Steve Bannon, stratega politico e guru del populismo radicale, che si è auto-definito “la Riefenstahl del GOP” e ha venerato Evola, Mussolini e la regista nazista Leni Riefenstahl. Oggi Bannon rimane attivo nella galassia sovranista, promosso come oracolo del “popolo contro le élite” e a capo di network mediatici di estrema destra.
Poi c’è Michael Flynn, ex consigliere per la sicurezza nazionale, ormai figura fissa nei circoli MAGA: dopo aver sparso teorie antisemite sulla “mafia khazara” e fatto affermazioni blasfeme sull’Olocausto, oggi è nel board di West Point su nomina di Trump e non nasconde la voglia di tornare a ricoprire ruoli chiave nella sicurezza americana.
Non ultimo, Sebastian Gorka, già consigliere per la sicurezza e “ambasciatore” dello stile trumpiano in politica, noto per aver indossato la medaglia dell’Ordine Vitézi Rend, un’onorificenza ungherese con radici nel regime autoritario di Miklós Horthy, che ebbe legami con il nazismo. Ancora oggi, Gorka occupa ruoli influenti come Senior Director for Counterterrorism nell’amministrazione parallela o comunque circolo ristretto dei collaboratori di Trump (***).
Questi uomini non sono semplici nostalgici: sono ingranaggi attivi di un sistema che ruota attorno a Trump, ne alimenta la visione autoritaria e ne perpetua il progetto politico, sempre pronti a rimettersi in gioco quando chiamati all’appello.
Quanto a Vance, nelle sue posizioni politiche pubblicamente note, non
emergono affermazioni specifiche contro il nazionalsocialismo. Né
negative né positive. Una “neutralità pericolosa”.
Si parla tanto del romanzo di Vance, Hillbilly Elegy: A Memoir of a Family and Culture in Crisis, uscito nel 2016. In realtà il vice di Trump ha messo, per così dire, la faccia in Unhumans (2024), e in certi ambienti la faccia vale più della penna. Parliamo di un libro pericoloso, firmato dal complottista Jack Posobiec ("Pizzagate", teoria secondo cui membri dell’élite democratica gestirebbero un giro di traffico di minori, tesi completamente smentita) e da Joshua Lisec ( un ghostwriter senza evidenti posizioni politiche personali, che però ha collaborato con Posobiec in un’opera di estrema destra).
Si pensi a un manifesto politico, tra l’altro prefato da Bannon (a chiusura del cerchio ideologico…), che definisce i progressisti come “unhumans”, esseri non umani dediti a distruggere la civiltà. Ne celebra gli avversari ideali: Franco, Pinochet, McCarthy — figure che il testo propone come modelli d’azione. Vance, con poche righe di “blurb” (didascalia promozionale), non si limita a consigliare la lettura: sposa la premessa, parlando di “piani” e “strategie per combattere” il nemico. In altre parole, presta la propria autorevolezza a un libro che deumanizza l’avversario politico e ne legittima la repressione (****).
Ci siamo particolarmente soffermati su Vance, perché potrebbe essere l’erede politico di Trump.
Insomma, il mondo MAGA, a partire da Trump, demonizza l’avversario, tramutato in nemico assoluto, e si segnala per una retorica fortemente critica verso l’”immigrazione di massa” e per un approccio identitario, ai confini flessibili del "Blut und Boden" (la polizia migratoria, vero corpo militarizzato, ferma in strada i "sospetti" sulla base dell’aspetto fisico), che non può non preoccupare se unito all’assenza di una condanna diretta o indiretta del nazismo.
È perciò naturale che gente del genere vada d’accordo con Mosca, retta da una autocrazia. E taccia. Assecondando.
I nazisti sono a Washington. Altro che Bruxelles.
Carlo Gambescia
(*) Ne scrivevamo ieri: https://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/ .
(**) Qui: https://www.theatlantic.com/politics/archive/2024/10/trump-military-generals-hitler/680327/
(***) Qui: (Bannon) https://www.yahoo.com/entertainment/steve-bannon-ex-partner-michael-moore-leni-riefenstahl-012731759.html, per inciso lo stesso Bannon accolto trionfalmente in Italia da Giorgia Meloni: https://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2018/09/dove-va-steve-bannon-protocolli-dei.html; (Flynn) https://www.jns.org/column/holocaust/23/8/27/313782/ ; (Gorka) https://www.nbcnews.com/news/world/sebastian-gorka-made-nazi-linked-vitezi-rend-proud-wearing-its-n742851.
(****) J. Posobiec, J. Lisec, Unhumans: The Secret History of Communist Revolutions (and How to Crush Them), Regnery Publishing, Washington D.C. 2024. “In the past, communists marched in the streets waving red flags. Today, they march through HR, college campuses, and courtrooms to wage lawfare against good, honest people. In Unhumans, Jack Posobiec and Joshua Lisec reveal their plans and show us what to do to fight back.” Così Vance. (“In passato i comunisti sfilavano per le strade agitando bandiere rosse. Oggi si insinuano negli uffici del personale, nei campus universitari e nelle aule di tribunale per scatenare una guerra legale contro persone buone e oneste. In Unhumans, Jack Posobiec e Joshua Lisec rivelano i loro piani e ci mostrano come difenderci”).


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