venerdì 22 agosto 2025

Il Campo dei Santi: il liberalismo sconfitto dal macabro

 


Libertà sotto assedio

Il Campo dei Santi di Jean Raspail. Un articolo critico contro questo libro, e in particolare verso l’operazione editoriale che lo ha trasformato in allegato a “La Verità” e “ Panorama”, operazione gestita da Belpietro, mente giornalistica della versione italiana della teoria della sostituzione, ha causato, per il momento, il blocco della nostra pagina Facebook.

Così va la libertà di pensiero oggi in Italia. Molto triste, non solo per noi, ma per i censori che dimostrano ogni giorno di temere più le idee che la realtà, incapaci di confrontarsi con critiche argomentate e riducendo il dibattito pubblico a una sterile guerra di silenzi. Se questo non è fascismo digitale, allora che cos’è?

Invece di crescere nella conoscenza e nella responsabilità, ci rinchiudono in bolle di conformismo, dove l’unico diritto tutelato sembra essere quello di proteggere dogmi e interessi editoriali, a scapito della libertà di pensiero e della verità.

E quel che è triste, è che gli stessi lettori, non tutti ovviamente, si voltano dall’altra parte. Forse temono il contagio e di essere a loro volta schedati o bloccati per aver letto e condiviso un nostro articolo.

Origini di un mito

Prima di recensire il libro di Raspail, letto alcuni anni fa nell’edizione italiana, proposta dalle edizioni di Ar di Franco Freda (1), desideriamo chiarire origini e significato della teoria della sostituzione.

La cosiddetta “teoria della sostituzione” nasce come formula nel 2011 con lo scrittore francese Renaud Camus (Le Grand Remplacement). L’idea però affonda negli anni Sessanta-Settanta, tra nostalgici dell’impero coloniale e scrittori, per l’appunto, come Jean Raspail (Le Camp des Saints, 1973). A monte ancora, vi sono le paure demografiche e razziste di fine Ottocento e del primo Novecento (Gobineau, Chamberlain, miti sul “suicidio dell’Occidente” ). Spesso ci si richiama al fantomatico“Piano Kalergi” (anni  Venti-Trenta ), un mito complottista senza fondamento storico. 

Inciso: alcuni vi accostano anche Sottomissione (2015) di Houellebecq. Libro che fece rumore. Però, a dire il vero,  affiancare uno scrittore così raffinato,  che gioca soprattutto sui paradossi postmodernisti,  a questa ciurmaglia  ci sembra fuorviante. 

Anche perchè siamo decisamente alle radici della cultura pre-fascista e pre-nazista che con il "post moderno" ha poco a che vedere.  Detto altrimenti il termine è recente, ma l’immaginario che lo alimenta ha radici molto più antiche. La teoria afferma che le popolazioni europee bianche e cristiane stiano venendo progressivamente sostituite da immigrati, soprattutto musulmani. E che dietro vi sia una mente: quella del capitalismo internazionale che vuole mano d’opera a basso  costo. Neppure  oggi  si fosse agli inizi della rivoluzione industriale e non nel pieno di  un' economia informatizzata e globale  che si nutre giustamente   di specialismi e specialisti ben pagati.

La “sostituzione” italiana

Renaud Camus, da autore non del tutto banale, si è trasformato negli anni Duemila in ideologo dell’estrema destra identitaria. Le sue tesi, oggi ampiamente criticate come complottiste e razziste, hanno avuto eco nei movimenti fascisti, populisti e suprematisti.

Per quel che riguarda l’Italia alcuni esponenti della destra italiana hanno fatto riferimento, direttamente o indirettamente, alla cosiddetta “teoria della sostituzione etnica”: tra questi Giorgia Meloni, che già nel 2016 parlava di “prove generali di sostituzione etnica” e che insieme ad Alessandro Meluzzi e Valentina Mercurio ha scritto il libro Mafia nigeriana. Origini, rituali, crimini ( Oligo 2019), esplicitando la tesi di un presunto progetto per cambiare l’etnia europea; lo stesso Meluzzi contribuisce alla diffusione di questa narrativa; Francesco Lollobrigida nel 2023 ha citato apertamente la sostituzione etnica; Carlo Ciccioli nel 2021 l’ha collegata a demografia e aborto; Andrea Delmastro nel 2021 l’ha evocata come scenario negativo da evitare; Elena Donazzan nel 2024 ha associato matrimoni misti e immigrazione a rischi culturali; infine Matteo Salvini, potente alleato di Giorgia Meloni, già nel 2015 parlava di un’“operazione di sostituzione etnica coordinata dall’Europa”, inserendo il tema nella retorica politica della Lega (2).

La flottiglia del Gange

Ma veniamo finalmente al libro di Raspail. Secondo la trama del romanzo, la cosiddetta flottiglia del Gange – oltre un milione di indiani disperati – non si limita a fuggire dalla miseria: pretende di prendersi la Francia, e con essa l’Europa intera. Qui sta il sottinteso polemico: gli ex colonizzati che si vendicano sui colonizzatori, i “dannati della terra” che rovesciano il tavolo della storia. Una rivalsa presentata non come processo politico o sociale, ma come invasione biblica.

La paura confezionata

Infatti il richiamo al "Campo dei Santi”, tratto dall’Apocalisse, non è certo casuale. Raspail prende in prestito l’immaginario del Giudizio Universale, dove le orde del Male assediano i giusti, per trasferirlo di peso alla cronaca contemporanea. Così, i migranti laceri e affamati diventano, senza troppi giri di parole, i seguaci di Satana pronti a spazzare via l’Occidente. Un’operazione retorica grossolana ma efficace: basta citare la Bibbia – e per di più un passo apocalittico – per incorniciare la narrazione dentro lo schema del “noi buoni/loro cattivi”. In tal modo, il lettore viene messo subito sulla difensiva, incitato a vedere nell’arrivo degli stranieri non un fenomeno storico-sociale, ma la fine dei tempi. Una drammatizzazione teologica, insomma, che serve a dare autorità a un discorso politico mascherato da profezia.

Il grottesco come strumento politico

Il romanzo gioca a costruire due scenari, ma lo fa con un’aria da catastrofe annunciata che lascia più perplessi che impressionati.

Da una parte c’è la descrizione della flottiglia disperata: barconi fatiscenti, sofferenza umana, esodi da incubo. Sì, il quadro è tragico, ma la narrazione sembra più un catalogo di orrori per shock emotivo che un vero approfondimento.

Va detto per inciso, che la prosa truculenta del libro, ricorda alcune pagine altrettanto cruente, contro gli ebrei del Mein Kampf hitleriano. Libri macabri, orripilanti, repulsivi, raccapriccianti. Eppure...

Dall’altra , i politici francesi: ritratti come incapaci, vacillanti, pronti a soccombere davanti a un’invasione che il libro vuole “apocalittica”. Il problema è che questa rappresentazione è caricaturale, riduce la realtà a una sceneggiatura da allarme.

Intorno a tutto ciò si muovono artisti, giornalisti, preti, professori, militari… figure che dovrebbero aggiungere spessore, ma diventano pedine schematiche: o favorevoli, o contrari, senza sfumature.

E poi i leader simbolici della flotta: un guru chiamato “Coprofago” (mangiatore di sterco) e un oracolo deformato, che ricorda i mostri gelatinosi e latomici di Lovecraft ( per inciso, altro punto di riferimento per una destra demonizzante; il razzismo dello scrittore americano, è piuttosto noto).

Insomma l’assurdo diventa grottesco, e la storia perde credibilità. Lo sbarco e la “marcia verso nord” vengono raccontati come se i migranti fossero una marea inarrestabile che cancella culture e identità: un’apocalisse etnica confezionata per spaventare.

Per dirla tutta, accettare la normalità dell’Ubi bene, ibi patria? Non sia mai. Si deve per forza piantare la bandierina di una civiltà occidentale bianca, intollerante, nemica dell’Illuminismo e del liberalismo. La stessa che oggi è sulle labbra dei Trump, delle Meloni e di tutta la compagnia cantante di una destra che, cupamente, sconfina nel fascismo.

Idee-forza e slogan

Il romanzo non è tanto un’analisi sociale o politica, quanto un esercizio di panico morale. Fa leva sulla paura dell’altro, esagera, moralizza, scolpisce, demonizzandolo il nemico con la pelle dal colore “diverso”.

In realtà come si legge in una acuta analisi che “smonta”, economicamente parlando, la teoria della sostituzione,

“non esiste un futuro predeterminato: lo scontro delle civiltà è possibile, ma lo è anche l’incontro di civiltà . Molto dipende dalla politica: dal sapere mettere l’accento su ciò che unisce rispetto a ciò che divide, sulla tolleranza dell’altro, sulle buone prassi, sulle azioni concrete nella scuola e nel lavoro. Purtroppo, quasi ogni giorno vediamo come sia più facile iniziare un incendio che spegnerlo” ( 3).

L’operazione editoriale

Si dirà che forse esageriamo nelle critiche e nelle previsioni. Dal momento che anche se Il Campo dei Santi venduto come allegato, non tutti compreranno o leggeranno il libro. Chi lo acquisterà, magari lo terrà solo in bella mostra a casa, accanto a quelli di Vannacci, altro personaggio che non ha mai disdegnato di mostrare il suoi interesse per la teoria della sostituzione (4).

Può darsi, tuttavia, si trasformeranno in slogan, efficacissimi, frasi del libro colte qui e là: le famose idee-forza di Sorel, altro pericoloso e disordinato pensatore pre-fascista.

La cosa più grave è l’operazione editoriale. I topi sono usciti un’altra volta dalla fogne. E non hanno timore di mostrarsi alla luce del sole delle edicole e delle librerie.

È vero che Il Campo dei Santi è stato tradotto in molte lingue: insomma, una specie di bestseller. Però, ecco il punto, il libro circolava attraverso canali alternativi dell’estrema destra, un po’ come, per fare un esempio terra terra, circolava una volta la letteratura pornografica, prima che aprissero i Sexy Shop e che, in generale, nessuno si scandalizzasse più.

Ora non è più così. Non si grida allo scandalo. E non si ravvisa più un pericolo nella diffusione di idee razziste.

Il liberalismo sconfitto dal macabro

Raspail, ora lo si trova in edicola. Ha vinto un inutile viaggiatore, che nulla ha imparato dal caleidoscopio culturale passatogli sotto gli occhi, uno scrittore ripetitivo e mediocre, un pericoloso romantico politico come tutti i fascisti (5).

Non ricordiamo esattamente dove, ma André Glucksmann osservò che il comunismo sarebbe stato sconfitto quando Arcipelago Gulag si sarebbe trovato perfino dal giornalaio. E così è stato.

La stessa osservazione vale oggi per il liberalismo, ma in maniera rovesciata: sconfitto non da un inno alla libertà come quello di Solženicyn, ma da Il Campo dei Santi di Raspail, un macabro richiamo all’odio.

Carlo Gambescia

(1) Qui il catalogo: https://www.edizionidiar.it/. Qui la pagina dedicata  al romanzo di Raspail: https://www.edizionidiar.it/?s=raspail .

(2) Qui: https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/09/16/i-mafiosi-nigeriani-selvaggi-e-cannibali-tutte-le-perle-del-libro-di-giorgia-meloni/7289823/ (Meloni); https://www.avvenire.it/attualita/pagine/lollobrigida-inciampa-sulla-sostituzione-etnica (Lollobrigida); https://www.ilsussidiario.net/news/se-non-si-fanno-figli-altre-etnie-ci-sostituiranno-carlo-ciccioli-fdi-su-aborto/2123041/ (Ciccioli); https://www.fratelli-italia.it/def-delmastro-per-governo-soluzione-problemi-e-sostituzione-etnica/ (Delmastro); https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2024/06/05/assessore-fdi-matrimoni-misti-favoriscono-terroristi_978965fa-d71d-4c44-8e48-313e349849f8.html (Donezzan); https://pagellapolitica.it/articoli/meloni-salvini-sostituzione-etnica (Meloni e Salvini).

(3) Qui: https://lavoce.info/archives/58238/errori-e-orrori-della-teoria-della-grande-sostituzione/ .

(4) Qui: https://lespresso.it/c/politica/2025/5/17/remigration-summit-gallarate-lega-vannacci-milano-manifestazione-schlein-scontri/54373 .

(5) Qui una delle sue ultime interviste: https://www.barbadillo.it/91393-addio-a-jean-raspail-patriota-e-gigante-della-letteratura-europea/ .

Nessun commento:

Posta un commento