giovedì 14 agosto 2025

Dal “Campo dei Santi” al “Campo dei Like”: cronache di un’egemonia che non sa più vergognarsi

Cari amici lettori, in particolare coloro che mi seguono su Facebook, il mio Account, dopo  la pubblicazione dell'articolo che segue, E' STATO BLOCCATO, in pratica, mi si dice che è cosa  per il mio bene...  

Sto riflettendo su come contrastare ciò che invece  a mio avviso  è una gravissima censura intellettuale. Che in qualche modo  comprova, tristemente,  quel che scrivo nel mio articolo.  Chiunque sia pronto a darmi una mano  sarà  accolto a braccia aperte. 

Non  voglio apparire melodrammatico.  Ma qui, in gioco, non è la mia persona,  ma la libertà di tutti.

Carlo Gambescia 

 


 

Dal “Campo dei Santi” al “Campo dei Like”: cronache di un’egemonia che non sa più  vergognarsi

 


 


C’era una volta Il Campo dei Santi, romanzo distopico, farneticante e cupamente profetico secondo i suoi estimatori, nato negli anni Settanta dall’immaginazione di Jean Raspail. Robaccia razzista e reazionaria, per spaventare la gente, lavorando sulla percezione dei fenomeni migratori. Pornografica cosmesi politica.

Pubblicato nel 1973, Il Campo dei Santi di Jean Raspail, ottimo esempio di scrittore reazionario, è una distopia che immagina la Francia — e con essa l’Europa — travolta da un milione di migranti in arrivo dall’India. Guidati da un “coprofago” simbolico (denominazione di grande "finezza) , sbaragliano un Occidente imbelle, tradito da élites, clero e media complici. Romanzo cupamente razzista che alimentava la cosiddetta “teoria della sostituzione” — l’idea che l’Europa, invasa da masse di migranti, fosse destinata a dissolversi.

Un libro che, per decenni, ha circolato quasi di contrabbando nelle librerie dell’estrema destra, pubblicato da editori per cui il termine “fascista” era più un biglietto da visita che un insulto.

Fino a qualche anno fa, il “lettore medio”  poteva incontrare questo testo solo bazzicando certi stand di fiere "alternative", tra libri rilegati in pelle nera con la “M” di Mussolini e gadget nostalgici, tipo la bottiglia di vino rosso con il faccione del duce sull'etichetta.  Oggi, invece, eccolo in edicola allegato a “Panorama” e “La Verità”. Parliamo di stampa a grande tiratura (“Panorama” di sicuro), come si diceva un tempo. Senza colpo ferire, lo si propone come se fosse un saggio di storia o un romanzo d’avventura.

Una cosetta per ammazzare il tempo sotto l’ombrellone. La differenza è sottile ma micidiale: da letteratura di nicchia, anzi diciamola tutta clandestina, a “classico” della pubblicistica reazionaria. La normalizzazione è compiuta. Altro che pensiero non conforme, come si usa dire, nobilitandosi, negli ambienti di estrema destra.

E non finisce qui. Siamo arrivati alla sfida al “superfascista”: un derby ideologico tra chi si vanta di essere più puro, più duro, più coerente nel dire che l’invasione è già in atto. Da una parte le edizioni “di regime” — si fa per dire — che usano il libro come allegato di richiamo; dall’altra i micro-editori nostalgici che aiutati da lettori altrettanto nostalgici, rivendicano il “primato” di averlo diffuso per primi, quando ancora era roba da carbonari del pensiero reazionario. Sì, per dirla con un amichetto italiano di Putin, "nostalgia canaglia".

In mezzo, noi. E quando dico “noi” intendo anche chi osa criticare questa deriva, rischiando di scoprire — com’è successo al sottoscritto — che i social sono un terreno di gioco perfetto per l’egemonia culturale dell’estrema destra. Bastano poche segnalazioni coordinate, qualche parola chiave intercettata dagli algoritmi opachi, e il post sparisce senza avvisi, come se non fosse mai esistito. Come è accaduto, ieri sera, dopo neppure una trentina di minuti. Probabilmente su segnalazione mirata, dal momento che il tag sulle pagine di alcuni amici è tuttora leggibile. Meglio così.

La verità è che il combinato disposto tra algoritmi ciechi, coordinamento militante dell’ultradestra online, sdoganamento editoriale di contenuti razzisti e fascisti, sta  totalmente ridisegnando il campo di battaglia della pubblica opinione. E mentre la sinistra appare spaesata, incapace di opporre una contro-retorica efficace, la prossima sfida politica rischia di ridursi a un duello grottesco: Giorgia Meloni contro il Generale Vannacci. Con buona pace di chi ancora crede alla favola di un dibattito democratico equilibrato.

Del resto, l’Italia è maestra nel trasformare il proibito in moda. Una volta il Mein Kampf stava nascosto in soffitta; oggi te lo vendono in edicola con il sudoku. Esageriamo? Nel giugno 2016, “Il Giornale” ha distribuito gratuitamente una versione del Mein Kampf di Adolf Hitler, allegandola al quotidiano come parte di una collana storica sul nazismo.

Sicché Il Campo dei Santi, un tempo tesoro di carbonari nostalgici, ora fa bella mostra di sé tra l’ultimo thriller nordico e l’oroscopo di Paolo Fox.

 


La differenza? Oggi non serve più passare dal libraio “di fiducia”, dalle stesse idee nostalgiche, magari con il retrobottega “riservato” per la pornografia politica: basta comprare il giornale. E se provi a far notare che questo è un problema politico serio, scopri che non è solo la carta a bruciare, ma pure il tuo post, evaporato nel nulla da un algoritmo che non distingue un’analisi da un’ode al duce.

E così, mentre i “superfascisti” si contendono la medaglia d’oro del più duro e puro, a sinistra ci si limita a discutere di primarie o di cene di autofinanziamento.

Risultato: il prossimo talk show sarà un derby tra “destri”. Gli altri? A fare da pubblico pagante.

Forse, più che Il Campo dei Santi, dovremmo rileggere Il deserto dei Tartari. Perché qui, mentre aspettiamo il nemico, il nemico ha già preso possesso della fortezza. 

Diciamo pure della fortezza dentro molti di noi…

Carlo Gambescia 

 

14 settembre 2025

Il mese trascorso non ha modificato la situazione: la mia pagina Facebook resta bloccata.  Per scoprire le ultime novità (si fa per dire) e approfondire, sempre in argomento, le riflessioni pubblicate sul blog, gli amici lettori possono consultare subito il post apparso oggi:  

30 giorni di odissea digitale con Meta -  https://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2025/09/30-giorni-di-odissea-digitale-con-meta.html .

C.G. 

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