domenica 31 agosto 2025

Trump? Parla come Perón

 


Secondo la Corte d’Appello, Trump ha oltrepassato i limiti della sua autorità con le politiche tariffarie.

Questa la sua risposta.

Tutti i dazi sono ancora in vigore. Oggi una Corte d’Appello fortemente faziosa ha erroneamente affermato che i nostri dazi dovrebbero essere rimossi, ma sa che alla fine gli Stati Uniti d’America vinceranno. Se questi dazi venissero mai eliminati, sarebbe un disastro totale per il Paese. Ci renderebbe finanziariamente deboli e dobbiamo essere forti. Gli Stati Uniti non tollereranno più enormi deficit commerciali e dazi doganali e barriere commerciali non tariffarie ingiuste imposte da altri Paesi, amici o nemici, che minano i nostri produttori, agricoltori e tutti gli altri. Se lasciata in vigore, questa decisione distruggerebbe letteralmente gli Stati Uniti d’America. All’inizio di questo fine settimana del Labor Day, dovremmo tutti ricordare che i dazi sono lo strumento migliore per aiutare i nostri lavoratori e sostenere le aziende che producono ottimi prodotti ‘made in America’. Per molti anni, i nostri politici insensibili e imprudenti hanno permesso che i dazi venissero usati contro di noi. Ora, con l’aiuto della Corte Suprema degli Stati Uniti, li useremo a beneficio della nostra Nazione e renderemo l’America di nuovo ricca, forte e potente“. (*)

Adesso la parola finale spetterà alla Corte Suprema, che ha tempo per esprimersi fino al 14 ottobre, data in cui la sentenza della Corte d’Appello diverrà esecutiva.

La risposta di Trump è una perfetta sintesi del verbo protezionista. Da manuale. Trump parla come Juan Domingo Perón, il dittatore argentino (nella foto). Ora, quel che agli uomini di buona volontà risulta incomprensibile e stupido, perché fonte di autolesionismo, è il negare che il protezionismo porti la guerra invece della pace.

La storia del XX secolo prova in modo indiscutibile come, tra le altre cause, il protezionismo abbia contribuito all’esplosione di due guerre mondiali. E come invece dopo il 1945 la riapertura delle frontiere economiche abbia favorito una spettacolare ripresa dell’economia, di cui beneficiarono anche i paesi comunisti. Questi ultimi persero la cosiddetta Guerra fredda sotto gli innocui colpi, non di cannone, ma di benessere dell’Occidente: meravigliosa fonte emulativa.

Dopo il 1991 e la dissoluzione dell’Unione Sovietica, si perse l’occasione di ricostruire un mondo libero, almeno nella sua parte occidentale, riunificata (Russia inclusa) nello slancio che seguì la fine del “socialismo reale”.

Negli anni Novanta e nei primi Duemila il libero scambio sembrò di nuovo affermarsi: il rilancio del WTO (subentrato al GATT), l’ingresso della Cina nell’economia mondiale, i trattati regionali come il NAFTA alimentarono le speranze di una estensione globale dei mercati, pacifica e inarrestabile.

Purtroppo la crisi finanziaria del 2008 incrinò questa fiducia, rilanciando eccessive paure sociali e politiche, sfruttate dai nemici della società libera, nemici interni ed esterni: ecologisti, fondamentalisti, fascio-comunisti, Russia, Cina (con un punto interrogativo) e i cosiddetti stati canaglia. In questo modo si aprì la strada al ritorno di un protezionismo, poi cavalcato da Trump con aggressività.

Dal 1991 sono passati più di trent’anni, e ora un presidente americano, Trump, cioè un uomo che per tradizione, cultura economica, fatti storici concreti, dovrebbe difendere la libertà di commercio, parla, ripetiamo, come Perón

Un truce populista al potere negli Stati Uniti. Un incubo. La cecità di quest’uomo è qualcosa di pericoloso. Si è fatto il nome di Perón, ma Trump parla il verbo autarchico di Mussolini e Hitler.

Siamo davanti a un rovesciamento totale delle concezioni politiche ed economiche liberali. Soprattutto se si pensa che una decina di anni fa Obama propose all’Europa, senza chiudersi al resto del mondo, un patto transatlantico di libero mercato. Definitivamente affossato da Trump, al suo primo mandato.

Perciò non si può essere che pessimisti. Anche perché, visto che alcuni giorni fa si parlava della cattiva salute di Trump, esiste un mondo MAGA che sembra uscito da un libro di Lovecraft, che ruota intorno al Presidente. Sicché anche una sua defezione non favorirebbe un deciso cambio di direzione. Vance sembra addirittura più protezionista e nemico dell’Europa dello stesso Trump. Per non parlare del giro di consiglieri della Casa Bianca: nazionalisti, reazionari, mezzi fascisti (se non del tutto).

Siamo nei guai.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.dire.it/30-08-2025/1176396-corte-dappello-usa-la-maggior-parte-dei-dazi-di-trump-sono-illegali/  

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