Ieri Antonio Tajani al Meeting di Rimini ha tirato fuori dal cilindro la sua ultima trovata: l’Italia non invierà truppe in Ucraina, ma potrà contribuire con lo sminamento. Ora, va bene tutto: la prudenza diplomatica, la necessità di non infiammare ulteriormente un conflitto già devastante, la ricerca di un ruolo specifico per l’Italia. Ma c’è un limite a tutto. E il limite è il ridicolo.
Perché mentre i russi bombardano, mentre prendono in giro Trump e la sua presunta mediazione da Gomorra Soap, mentre la guerra di aggressione continua senza tregua, Tajani si presenta come il grande stratega dell’umanitario tecnologico.Una specie di Marinetti del metal detector…
Il vero problema è che sembra più una battuta da avanspettacolo che una dichiarazione di politica estera. Non a caso viene subito in mente la celebre gag dei Fratelli De Rege: “Vieni avanti, cretino!”. In seguito valorizzata da Carlo Campanini e Walter Chiari… (*)
Che poi, diciamolo: Giorgia Meloni, che di fatto è il vero ministro degli Esteri, lo lascia parlare. Fa la furba, come al solito. Tace, osserva, incassa. Tanto Tajani non le toglie nulla: al massimo, la copre. Anzi, il suo eterno moderatismo da democristiano fuori tempo massimo le torna utile come foglia di fico. Lei è la “dura” a Bruxelles, lui è il “buono” a Rimini. Divisione dei ruoli: la politica come commedia.
Il problema è che di fronte a un’aggressione militare spietata, a città ridotte in macerie, a una popolazione che lotta per sopravvivere, proporre lo sminamento come bandiera dell’Italia suona, purtroppo, come un gesto comico. Serio nelle intenzioni, ridicolo negli effetti.
E allora sì, non resta che dirlo apertamente: Tajani, viene avanti, cretino! Si badi: politicamente cretino. L’uomo Tajani poi sarà pure intelligentissimo. Ma questa è un’altra storia…
Carlo Gambescia
(*) Per chi non ricordasse la gag: https://www.youtube.com/watch?v=XsUF5rG1D-g .

Nessun commento:
Posta un commento