mercoledì 13 agosto 2025

Non “Libero” da Hitler…

 


“Strage di donne brutalmente assassinate da bande di zingarelli, tutti sotto i quattordici anni, muoian come le mosche: quattro a Torino, due a Firenze, diciotto in Lombardia, zingarelli che girano su macchine rubate: le investono e le ammazzano”.

Inventiamo. Sembra l’incipit di “Amici Miei” (atto I), quando il Perozzi, quello delle “zingarate” – un grande omaggio all’universo rom – uscito dal giornale nel cuore della notte, elargisce, atteggiandosi a strillone, copie gratis a prostitute e papponi nel bar più caccoloso di Firenze.

Si esagera? Si veda la prima pagina di “Libero”, che sintetizza un “perozzismo”, non simpatico però. Perché “pe’ li rami” riconduce direttamente all’immaginario nazista. Hitler odiava gli “zingari” al punto di ordinarne lo sterminio. 

E come si sa, si comincia sempre denunciando l'impossibile integrazione,  ingigantendo il primo disgraziatissimo caso che si ha sottomano, come quello della povera signora milanese.

La stesso giornale che odia gli zingari, però, sempre sulla prima pagina di Libero, difende a spada tratta il governo Netanyahu. E ne liquida tutti gli avversari – anzi, i nemici – come antisemiti.

I conti non tornano.

Anche se, in questo caso, la coerenza non è un valore, da un lato abbiamo quella di Hitler, che mise ebrei e “zingari” sullo stesso piano, proponendosi di sterminarli tutti. Dall’altro abbiamo Sechi, Capezzone, eccetera, fino ai vertici del governo Meloni, che distinguono tra “zingari” ed ebrei: vogliono l’ergastolo per i ragazzini rom, se non la pena di morte, e difendono chi ha ridotto Gaza a un cumulo di macerie, uccidendo non pochi ragazzini palestinesi.

Cosa hanno di diverso i ragazzini palestinesi dai ragazzini rom? Perché la destra italiana non segue fino in fondo Hitler?

In primo luogo, sposare ufficialmente le posizioni nazionalsocialiste scoprirebbe quel velo di rispettabilità dietro cui si nasconde la destra.

In secondo luogo, rom e islamici, anche di dieci anni, sono visti come potenziali assassini. Quindi, c’è il permesso degli italiani “brava gente”.

In terzo luogo, anche gli ebrei non sono molto amati. Però – ecco la vulgata, per ora secretata – sono dediti ai loro commerci e non disturbano più di tanto.
Però se il vento dovesse cambiare – tipo Europa nelle mani di dittature di destra, favorite da Trump e Putin, o chi per loro – si farebbe sempre in tempo a regolare i conti.

Il problema di fondo di questa destra è che odia la diversità. In modo costitutivo. Ora nel mirino ci sono rom e islamici. Dopo di che, alla prima occasione, toccherà di nuovo ai “diversi” storici: gli ebrei.

Si dirà che anche la sinistra, che difende rom e islamici, non è tenera verso gli ebrei. Quindi, anche a sinistra, si pratica lo sport del due pesi e due misure.

Certamente. Però – e qui la fondamentale differenza tra sinistra e destra, evidenziata da Norberto Bobbio molti anni fa – la sinistra è per l’eguaglianza, la destra fa tifo invece per la diseguaglianza.

Ovviamente la sinistra, nelle sue politiche, introduce quantità industriali di statalismo (vizio presente anche a destra). Però, dal punto di vista antropologico, difende un valore moderno. Per contro, la destra si muove sul piano pre-moderno.

Nessuno qui nega i gulag in Unione Sovietica e altre nefandezze “comuniste”. Né si nega la sciocchezza, da ultima, di paragonare – ripetiamo, senza alcuna ragione, basta aver letto Bobbio, tra gli altri – Netanyahu a Hitler.

Però la sinistra, rispetto alla destra dalle radici fasciste, come nel caso di Fratelli d’Italia, ha interiorizzato il concetto di  eguaglianza. Il che non è poco, e soprattutto vaccina dal pericolo di voler sterminare i diversi. Pericolo che invece incombe sulla destra dalle radici fasciste e naziste.

Ripetiamo: anche l’eguaglianza può essere pericolosa, soprattutto quando si vuole perseguire l’eguaglianza comunista, come diceva Babeuf, “delle sostanze”. Ma si tratta di una deviazione ideologica, di uno scostamento, non di un esito inevitabile racchiuso nei geni del fascismo.

Giorgia Meloni, autodefinitasi cristiana, dovrebbe sapere a memoria che il concetto di eguaglianza – come da ultimo insegnò Augusto Del Noce – ha origini cristiane: dall’eguaglianza davanti a Dio all’eguaglianza davanti agli uomini. Ovviamente per l’arcigna truppa tradizionalista, si trattava solo di odiosa secolarizzazione. Del Noce, invece, da intelligente filosofo, non chiuso alla modernità, ripartendo da Cartesio, distingueva. Grande lezione.

Pertanto, sul piano della storia delle idee, il cristianesimo rappresenta un non comune ponte tra pre-moderno e moderno. Soprattutto, come notò Max Weber per primo, tra la sua versione protestante e il capitalismo.

Insomma, qual è il succo del nostro discorso?

Che questa destra è a rischio Hitler. E che, di conseguenza, la difesa di Netanyahu è un mezzo, non un fine. Cioè, ora conviene così. Poi si vedrà.

Carlo Gambescia

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