sabato 18 novembre 2023

Dov’ è finita la destra libertaria?

 


Nell’ultimo periodo dell'epopea politica di Fini, dopo il “che fai mi cacci?” rivolto a Berlusconi, uscì un libro, che puntualmente recensimmo (*), intitolato In alto a destra: tre anni di idee che sconvolgono la politica (Coniglio Editore 2010), a cura di Giuliano Compagno. Scritto, come si autodefinivano sulla scia di un’intuizione di Luciano Lanna e Filippo Rossi, da un gruppo di  "libertari di destra", tra i  quali spiccavano, oltre a Compagno, Lanna e Rossi, Luciana Perina, Alessandro Campi, Umberto Croppi

Lanna, come una talpa sempre in cerca di radici, scrisse addirittura un pamphlet in argomento: Il fascista libertario (Sperling& Kupfer 2011),  anch’esso subito recensito (**).

Siamo intellettualmente curiosi. Ci piacerebbe sapere che cosa pensano i libertari (di ieri) di questo governo illiberale che (oggi)  distribuisce pistole agli agenti di polizia fuori servizio, che per i Rave non disprezzerebbe il metodo Hamas, che vieta le manifestazioni sindacali, che coltiva l’ignoranza scientifica penalizzando qualsiasi ricerca intorno alla carne sintetica, che rinchiude i migranti nei campi di concentramento in Italia e all’estero.

E non è neppure tutto. Ad esempio, il dio, patria e famiglia, celebrato da Giorgia Meloni, che tipo rapporto ha con il pensiero libertario?

Il vero problema, ieri come oggi, è che una destra prima di essere libertaria deve essere liberale, cioè deve, per forma mentis acquisita con lo studio, la pratica e la serietà d’intenti, anteporre l’individuo alla società, alla comunità, allo stato. Altrimenti il libertarismo non potrà mai essere sincero e coerente. Per usare una formuletta: il libertarismo è il grado superlativo del liberalismo, che invece è il grado positivo: se non c’è il buono (liberalismo) non può esservi l’ ottimo (libertarismo)…

Sotto tale aspetto le destre missina e post missina (quindi An e Fratelli d’Italia) non sono mai state liberali.  Sono dunque  ben al  di sotto del grado positivo.  Perciò parlare di fascismo libertario o di destra libertaria per i pronipoti di Mussolini e i nipoti di Almirante è un ossimoro, cioè un accostamento di parole dal significato contrario, come urlo muto, silenzio assordante, attimo infinito, false verità, assenza ingombrante. Insomma, rischia veramente di essere un gioco di parole. Nella migliore delle ipotesi: una scelta estetizzante. Un retaggio del dannunzianesimo politico spiegato al popolo.

Resta in ogni modo interessante scoprire, chiedendo agli ideologi di ieri, quanto fresco ossigeno libertario circoli oggi nei polmoni politici del governo Meloni e di Fratelli d’Italia. Cosa rimane di ciò che doveva essere uno “sconvolgimento” culturale e politico? 

I lettori già conoscono la nostra risposta: zero. Però, ripetiamo, il parere di Perina, Lanna, Rossi, Campi, Croppi, e da ultimo Compagno (del quale già conosciamo l’onesta risposta e in primis la grande onestà intellettuale), non guasterebbe…

Comprendiamo pure che non è facile esporsi, perché, reinventando Petrolini, l’onestà intellettuale è quella cosa che ti fa cacciar di casa…

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2010/08/il-libro-della-settimana.html .

(**) Qui: https://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2011/02/il-libro-della-settimana-lucianolanna.html .

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