venerdì 24 novembre 2023

Parenti serpenti. Ciano e Lollobrigida

 


Su Galeazzo Ciano, genero del duce, girano tuttora storielle e barzellette. Le uniche cose giuste ( o quasi) che fece furono due: opporsi (ma non troppo all’alleanza con Hitler), far cadere il 25 luglio Mussolini, col voto di altri gerarchi (forse troppo tardi).

Per il resto  basta leggere i “Diari” per scoprire la mediocrità dell’uomo e del politico, giunto così in alto, e non per meriti suoi. Aveva sposato la figlia di Mussolini, il duce del fascismo.

Francesco Lollobrigida invece ha sposato la sorella di Giorgia Meloni,  ducetta  di Fratelli d’Italia. Inoltre – curiosità storica, ma non troppo – era dai tempi del connubio parentale e politico Ciano-Mussolini, che l’Italia non vedeva due parenti insieme al governo (*).

Perciò, a proposito di parenti serpenti, anche la Meloni, come il duce, ha un problema: il cognato, Francesco Lollobrigida.  Meno raffinato e presentabile di Ciano. Il quale era figura comunque elegante, una specie di Dandy, soprattutto quando non indossava la camicia nera.

Per contro, Francesco Lollobrigida, fisicamente, ricorda il famoso anello mancante nella catena evoluzionista. Inoltre ha tutti i difetti del gerarca, nel suo caso di provincia. Insomma, oggi come oggi, sarebbe inadatto alla Farnesina. Ciano invece fu un flessuoso ed elegante, forse un tantinello impomatato (ma all’epoca si usava così), Ministro degli Esteri.

Giorgia Meloni, che, visto dove è arrivata, dovrebbe conoscere abbastanza gli uomini, probabilmente nel caso di Lollobrigida (sembra ribattezzato dai nemici “Lollo er Bullo”), non ha potuto sottrarsi al vincolo parentale. Sicché ha dovuto nominarlo ministro. Un dicastero non del tutto minore, subito ribattezzato Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e delle Foreste. Roba da paese sottosviluppato. Ma così volle “Lollo”.

Inutile qui ricordare le stupidaggini di Lollobrigida, tra le altre, sul complotto della sostituzione dei neri ai bianchi, sui poveri che mangiano meglio dei ricchi. Da, ultimo, abusando della sua carica ( “com’è misera la vita negli abusi di potere”…, cantava Battiato, idolo dei Campi Hobbit, quando i neofascisti erano poveri), ha fatto fermare un treno in ritardo di cento minuti sul quale viaggiava (**). Per proseguire con mezzi propri (che poi sarebbero della Repubblica...).  Dove ha imposto lo stop? Ciampino, vicino Roma. “Lollo” era diretto a Salerno e doveva giungere in tempo all’inaugurazione di un parco pubblico a Caivano. L’Italia chiamò? No. “Marchette” politiche, Law & Order, interne a Fratelli d’Italia (***).

Ed effettivamente è arrivato in tempo. Ma come? Ripetiamo, facendo fermare un treno. Una cosa normalissima… Come ben sanno tutti i viaggiatori italiani in ritardo… Si alza il telefono e ci si fa passare l’Ad delle Ferrovie… Una cosetta da nulla…

Battute a parte, il Ciano di Giorgia Meloni, prima o poi ne farà un’altra delle sue.  La ducetta se ne dovrebbe liberare finché in tempo. Mussolini,  il duce,  attese troppo…

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://pagellapolitica.it/articoli/prima-volta-parenti-governo-storia-lollobrigida-meloni .

(**) Qui una ricostruzione dei fatti: https://www.open.online/2023/11/23/francesco-lollobrigida-frecciarossa-ciampino-fermata/ .

(***) Sulla cerimonia di Caivano si legga qui: https://www.ansa.it/campania/notizie/2023/11/21/caivano-lollobrigida-inaugura-parco-urbano.-la-fiducia-cresce_14e204aa-55bd-4638-a5e6-dd26437bfca7.html .

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