domenica 12 novembre 2023

Il professor Orsina non aiuta a capire…

 


Qual è il ruolo dell’intellettuale in una fase storica come questa? Aiutare la gente comune, diciamo di buona volontà, a capire la realtà. Per quello che è. Insomma, per quanto possibile, obiettivamente.

Non è questo il caso di Giovanni Orsina, storico. Che sembra aver assunto il ruolo, dispiace dirlo, del difensore d’ufficio di Giorgia Meloni.

Un esempio? Come si può affermare che la riforma costituzionale proposta dal governo fermerà il populismo? Se, in realtà questa riforma non è che il punto di arrivo di quel populismo che resta una componente fondamentale del fascismo italiano. Eppure il professor Orsina dovrebbe letto la classica trilogia del collega Vivarelli…

Il populismo è rifiuto del discorso pubblico, in quanto tale. Ha una fortissima e pericolosa componente antiliberale ( dalla critica dei partiti a quella del parlamento e della magistratura). Che culmina, programmaticamente, nel rafforzamento del potere esecutivo a danno del legislativo, lungo un percorso a spirale che va dalla repubblica presidenziale alla dittatura. Esageriamo? Il ciclo politico, almeno fino al XIX secolo, prova, con puntate autoritarie e totalitarie nel XX, che non è facile arrestarsi, dopo che si è agguantato il potere, una volta che vengono meno i contrappesi legislativi e giudiziari della democrazia liberale.

Perciò una riforma che potenzia, a danno degli altri, i poteri del presidente del consiglio (in particolare quello di scioglimento) non ferma il populismo ma lo istituzionalizza, puntando – e questo è un altro portato del populismo – sulla classica figura del capo carismatico, secondo il nuovo diritto divino che proviene dal popolo, nuova incarnazione di dio.

Orsina afferma di essere un realista politico. Probabilmente lo è, ma a quo (rivolto al presente), perché si limita a valutare il diverso peso delle forze in campo, a lavorare con il materiale esistente. Per contro il realismo politico ad quem  (rivolto al futuro), tiene conto dei valori in gioco. Per fare un esempio storico,  i liberali, al netto dei successivi ripensamenti, dinanzi al fascismo si divisero: alcuni ritennero che non si poteva ignorare il materiale esistente (il fascismo), altri invece si rifiutarono di superare il valore dello stato di diritto ( i valori liberali). I primi guardavano solo al presente, i secondi, ai quali la storia poi avrebbe dato ragione, guardavano al futuro: alle gravi conseguenze racchiuse nella resa totale a Mussolini (*).

Va onestamente riconosciuto che la politica pratica implica sempre un dosaggio tra le due forme di realismo politico ricordate. Non è però questo il caso di Orsina. Che, non da oggi, crede nella civilizzazione politica  dei barbari populisti. In realtà  siamo davanti a un partito, Fratelli d’Italia, che ha radici fasciste, con ovvie componenti populiste. Perciò il rischio è quello di scambiare la parte (il populismo) con il tutto (il fascismo). Classica fallacia compositiva.

Ovviamente, ammesso e non concesso che il populismo sia un fenomeno democratico. Per giunta Orsina non  sembra ritenere pericoloso l’ antiliberalismo populista. Cioè, pare accettare l’idea di una democrazia non liberale, senza contrappesi, come la cosa più normale del mondo.

Ancora un ultimo punto: si insiste, sempre sulla “Stampa” di oggi, sul gollismo di Giorgia Meloni. Lo abbiamo già scritto (**): Charles de Gaulle era antifascista. Fratelli d’Italia ha innegabili radici fasciste. Perché mettere sullo stesso piano – semplificando – il presidenzialismo gollista con quello meloniano?

 

Si dirà che conta ciò che si dice oggi e non ciò che si faceva e  diceva ieri. Cioé non conta da dove si proviene, diciamo ideologicamente.  Ecco, questo tipo di ragionamento prova che si è nuovamente davanti a una forma di realismo a quo, schiacciato sul presente e sugli interessi, che ignora i valori e soprattutto le conseguenze delle scelte di oggi, come invece imporrebbe ogni sano realismo politico ad quem.

Conclusioni? Telegrafiche: se il ruolo di un intellettuale è quello di aiutare le persone a capire la realtà politica, al momento, leggere il professor Orsina non aiuta.

Carlo Gambescia

(*) Sul punto si veda C. Gambescia, Il grattacielo e il formichiere. Sociologia del realismo politico, Edizioni Il Foglio 2019, pp. 23-31.

(**) Qui: http://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2023/11/demagogia-fascista-contro-i-partiti.html .

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