domenica 22 ottobre 2023

La motosega annunciata di Milei

 


Oggi si vota in Argentina. Chiunque vinca non crediamo siano in gioco gli equilibri del mondo. Però se dovesse vincere Javier Milei, candidato ultraliberale, dall’aspetto che in effetti ricorda un  membro  della spagnola Orquesta Mondragón ( Mondragón, a San Sebastián, è sinonimo di manicomio ), potremmo assistere a un esperimento interessante, probabilmente doloroso per gli argentini, almeno all’inizio, ma interessante.

Perché, Milei, in primo luogo è un economista, non un militare con tendenze  al caudillismo.  Un liberale contiguo alle posizioni di Mises e Hayek (per fare due nomi tra i più conosciuti e semplificando per i lettori apporti teorici molto più ampi e diversificati, in primis Rothbard *).

In secondo luogo, sembra non essere della stessa stoffa dei Trump e dei Bolsonaro: non è un conservatore, né un reazionario, né un nazionalista, tipo “Stati Uniti First”, “Brasile First”. Il che spiega le evidenti difficoltà di inquadramento politico da parte della stampa di sinistra. Che con grande fantasia politica lo liquida come “fascista”.  O nella migliore delle ipotesi come "el Loco".

Milei è praticamente favorevole a tutti i diritti civili (con alcuni dubbi sull’aborto), ma non – ecco il punto – a spese dello stato. Ciò che è un fatto privato, dal commercio dei propri organi (non degli altri), alla scelta del genere, all’uso di droghe, resta un fatto privato. Esiste una cosa che si chiama diritto di proprietà. Quindi depenalizzazione (per capirsi)  e libertà di fare della propria vita ciò che sia considerato bene secondo i principi e gli interessi dell’individuo e non dello stato. Che, naturalmente, – parliamo dell’individuo – ne deve pagare le conseguenze personali. Sul piano privato però. La libertà teorizzata da Milei è senso di responsabilità. Non prevede il paracadute welfarista. Liberi di fare tutto o quasi ma non a spese dello stato. Insomma, i diritti sbandierati dalla sinistra non devono essere una scusa per far crescere la pressione fiscale, la burocrazia, eccetera, eccetera. Per inciso, Milei detesta papa Francesco, definito “il gesuita comunista”. Ovviamente sulla questione ambientale il contrasto con il papa – e non solo – è totale.

Queste posizioni politiche trovano una spiegazione proprio nel fatto che Milei non è un populista, come insinua la sinistra, ma un libertario che vuole parlare al popolo. Con tutti i rischi di semplificazione, eccetera, eccetera. Detto altrimenti: un liberale pronto a portare alle ultime conseguenze i principi del liberalismo.  Lo si potrebbe definire un dottrinario. Però con un'idea  che lo caratterizza e distingue .   

Quale? Quella di puntare sul liberalismo di massa. Probabilmente una contraddizione. Tuttavia una cosa del genere, non ha precedenti, neppure nelle figure del presidente Reagan e della signora Thatcher. Si può quindi capire l’imbarazzo della sinistra e di quel fenomeno, oggi composito, tipicamente argentino, che si chiama peronismo: welfaristi incalliti abituati a pensare “per” il popolo, o meglio “al posto” del popolo. Milei invece vuole sottrarre  la materia prima a coloro  che lui chiama “parassiti” (sinistra e peronisti): il popolo. Però responsabilizzandolo, individuo per individuo. La musica può cambiare.  Il popolo capirà l'importanza di essere liberali, ma non a spese degli altri?  Come invece regolarmente  capita alle  ideologie collettiviste?  Difficile dire.

Milei, personaggio mediatico e mediatizzato, che ama presentarsi ai comizi con una motosega, vuole abolire i ministeri sociali, la banca centrale, adottare il dollaro. E ci limitiamo a tre cose principali.

Insomma, una vera rivoluzione economica e politica liberale. Secondo i sondaggi sembra che su trenta milioni di lettori (su una popolazione di quarantacinque) poco meno della metà, sia disposto a votare Milei e ”La Libertad Avanza”, partito da lui fondato. Milei è molto popolare tra i ceti non abbienti, stanchi della corruzione e delle mance welfariste.

Non entriamo nel merito delle riforme economiche, che inevitabilmente, se attuate, non miglioreranno nell’immediato le condizioni economiche di un paese dove l’inflazione viaggia al centoventicinque per cento annuo.

Però, ecco, la vera scelta rimane tra il proseguire nel ciclo welfarista, che si ripete regolarmente, almeno dagli anni Trenta del Novecento, portando tra alti (pochissimi) e bassi (moltissimi) l’Argentina alla rovina di oggi. Oppure tornare al grande ciclo liberale, dell’ultimo quarantennio dell’Ottocento e dei primi quindici anni del Novecento, che permise all’Argentina di competere, economicamente, quindi pacificamente, con gli Stati Uniti e l’Europa. Pensiamo all’ Argentina, meta di tanti fiduciosi migranti italiani, e celebrata da Gugliemo Ferrero nel bellissimo suo Fra i due mondi.

Il realismo politico, anzi metapolitico, purtroppo, insegna che in caso di vittoria, per Milei sarà durissima. Anche perché le radicali riforme liberali che vuole introdurre non daranno risultati a breve. Anzi,  all’inizio potrebbero provocare disordini, che rischiano di essere  sapientemente cavalcati dalle forze peroniste, socialiste e welfariste che temono la motosega della rivoluzione annunciata da Milei.

Ecco, “annunciata”, per ora sembra essere il termine giusto. Perché il ciclo politico argentino, grosso modo, dell’ultimo secolo, sembra indicare, che Milei rischia di fallire.

Però, dal punto di vista del liberalismo romantico, una cosa è cadere, con le armi in pugno delle riforme liberali, un’altra con indosso il pannolone welfarista. Milei, se resterà fedele a se stesso, avrà comunque provato a cambiare le cose.

Buona fortuna professor Milei, comunque vadano le elezioni.

Carlo Gambescia

(*) Per farsi un’idea della varietà teorica del suo approccio si veda J. Milei, W la Libertad Carajo! Breve antologia di saggi in difesa delle libertà individuali e del diritto di proprietà, Facco Editore 2020. Il fatto che si sia interessato a Milei un piccolo ma combattivo editore come Facco e non un colosso dell’editoria, ad esempio come Mondadori, è significativo dell’aria che tira in Italia… (per acquistarlo: https://www.amazon.it/liberda-antologia-libert%C3%A0-individuali-propriet%C3%A0/dp/8832075067 ) .

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