lunedì 9 ottobre 2023

La Libertà è un rave party

 


Non c’è un solo giornale italiano che a proposito della macelleria di Hamas nel Sud di Israele ( si parla di 260 giovani inermi massacrati uno per uno a colpi di mitra) sia andato oltre la considerazione  che quei ragazzi erano lì solo per divertirsi (*). 

In realtà, rave o festival che fosse, parliamo di manifestazioni che l’Islam neppure concepisce. Non è nemmeno questione di postura fondamentalista. E’ così.

Qui la grande differenza. Israele è una liberal-democrazia, forma istituzionale quasi sconosciuta nel mondo musulmano (arabo o meno), o dove esistita di breve e incerta durata.

Il rave, come forma di espressione della libertaria cultura giovanile contemporanea, che alcune forze politiche, reazionarie, al governo qui in Italia, hanno praticamente vietato, rappresenta invece un grandissimo segnale di libertà e tolleranza verso stili di vita che non sono maggioritari.

Qui la grandezza dell’Occidente e di Israele. E spieghiamo perché.

Il nucleo principale dell’idea di libertà, che lo stato di Israele condivide con l’Occidente, e che lo separa dall’Oriente musulmano, è proprio nella Libertà di rave.

Piaccia o meno, ma si tratta di un fenomeno sociale che rappresenta il prolungamento di quella libertà di pensiero che ha fatto grande l’Occidente.

Questo terribile massacro ha un enorme valore simbolico. Perché rimanda a un odio inestinguibile verso il modello di vita e di pensiero dell’Occidente.

Non  stupisce che giornali organici al governo di estrema destra guidato da Giorgia Meloni, già missina, non accennino all’enorme valore, tristemente simbolico, del massacro della migliore gioventù libertaria di Israele. I fascisti o ex fascisti queste cose non le capiranno mai. Sono tuttora nemici dell'Occidente liberale.  E per questo sono pericolosi per la nostra libertà.

Stupisce invece che la stampa di sinistra non abbia colto il punto. Che in pratica rinvia a ciò che è veramente in gioco in Israele al di là di tutte le considerazione geopolitiche e metapolitiche: la difesa di un modello di vita libertario e occidentale. E sotto questo aspetto la “discoteca” – si sono tentanti raffronti con la strage del Bataclan – è la normalità, il rave è la violazione delle normalità. L’essenza stessa del libertarismo occidentale.

La sinistra, sempre pronta ad attaccare i “fondamentalisti” ebraici (se ci si passa la semplificazione terminologica), come nemici della pace, non riesce a soffermarsi sulla rete protettiva, tipica di ogni liberal-democrazia, che vede convivere, le une accanto alle altre, forze progressiste e forze conservatrici. Certo, i toni a volte possono essere alti, le decisioni prese da un governo di destra sbagliate, le pratiche qualche volta dure, ma – ecco la differenza con le dittature, islamiche o meno – ognuno può liberamene esprimere il suo pensiero. E praticare lo stile di vita che desidera. Israele non ha avuto il suo  Mussolini, e per un pelo si è salvata dal nonno dei macellai di oggi: Adolf Hitler. Per inciso, in molti ambienti del  mondo musulmano, il Mein Kampf  è lettura tuttora consigliata e apprezzata.

Il lettore non sorrida – perché non c’è nulla da sorridere – ma Israele celebra i suoi Gay Pride. Qualcuno contesta, qualcuno applaude. È la democrazia liberale.

La stessa simbolicamente praticata da quei ragazzi trucidati da una banda di macellai.

Carlo Gambescia

(*) Qui, per la cronaca, alcune informazioni organizzative, che ora sgomentano, sul pacifico rave nel deserto: https://www.facebook.com/TRIBEofNOVA/ .

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