martedì 24 ottobre 2023

Il tempo dei pagliacci ideologici

 


Si legga cosa scrive Adnkronos sulle elezioni argentine.

«Il ministro dell’Economia Sergio Massa e l’ultranazionalista Javier Milei, i più votati alle elezioni presidenziali che si sono tenute in Argentina, torneranno a scontrarsi il prossimo 19 novembre per il ballottaggio» (*).

Questo passo, brevissimo, è tuttavia rappresentativo di alcuni fatti importanti, vere e proprie truffe ideologiche ai nostri danni. Se la cosa non avesse gravi conseguenze – che invece ha – si potrebbe parlare addirittura di pagliacciata ideologica.

Elenchiamo questi fatti.

1) La larga diffusione di un falsa vulgata politica “su che cosa è destra, su che cosa è sinistra” (per dirla con Gaber); 2) La crisi del pensiero liberale, che snaturando se stesso, probabilmente per ragioni di potere, accetta una falsa ed erronea linea di divisione che consiste  3) nella divisione dei liberali in liberali "buoni", quindi di sinistra, se pro welfare e pro forze socialdemocratiche, e in liberali "cattivi", quindi di destra, addirittura di estrema destra, se su posizioni favorevoli alla libertà di mercato e contrarie al welfare.

Il paradosso è il seguente:  schierarsi oggi  in difesa della libertà, politica, economica, sociale, civile, idea praticamente al centro, per almeno tutto il XIX secolo con radici nei tre secoli precedenti, della rivoluzione politica dei  moderni, significa essere di destra.

Perché? Qui entra in gioco un’altra vulgata politica, diciamo “additiva”, frutto di quasi un secolo di propaganda marxista, e tuttora dominante a livello di senso comune, Quale? Chiunque difenda la libertà, soprattutto dagli artigli dello stato, è di destra, e se di destra, ecco la vulgata “ riempitiva”, non può non essere “ultranazionalista”. Ergo fascista.

Per tornare alle elezioni argentine, Milei, non è” ultranazionalista”, né fascista, né un reazionario sul piano dei diritti di libertà, è un liberale vero (*). Eppure, proprio perché difende l’individuo dalla trappola del welfare, viene definito un fascista. Mentre il suo avversario, Massa, che proviene comunque dal peronismo, revisionato ma comunque peronismo (parliamo di un’ideologia dalle radici fasciste), è dipinto e celebrato, dalla stampa mondiale, come un democratico e un progressista, solo perché difende il welfare che Milei invece attacca.

Perciò, ripetiamo, il passo pubblicato, tratto da Adnkronos, è sotto questo aspetto esemplare.

In sintesi, oggi come oggi, chi difende il welfare è di sinistra, chi lo vuole smantellare è di destra, se non fascista. Su quest’ ultimo punto ci si dimentica – o meglio si fa finta – che il  contributo dato dal fascismo alla costruzione dell’ assistenzialismo fu determinante.

Dopo di che nel secondo dopoguerra le democrazie, pur vincenti sul totalitarismo, ereditarono le strutture assistenzialistiche dei regimi fascisti, come in Italia e in Germania, ma anche altrove, si pensi alla Spagna di Franco, ma anche alla Francia, passata attraverso Vichy e un’economia di guerra. Ovviamente, dove andarono al potere cattolici e socialisti, forti di tradizioni comunitariste e collettiviste, anche per sottrarre voti ai partiti comunisti, il welfare rappresentò una risorsa politica. E i partiti liberali si accodarono, tradendo i valori della rivoluzione liberale dei moderni. Qui l’errore di fondo del liberalismo contemporaneo.

Le brevi esperienze, degli anni Ottanta, segnati dalla ripresa dell’ idea liberale, furono liquidata dagli stessi che oggi appoggiano – per semplificare – Massa contro Milei, come “liberismo selvaggio”.

I risultati di fatto di questa truffa ideologica sono rappresentati dall’equivoco di uno stato – in realtà sempre più invadente e costoso – che si è eretto a paladino delle libertà civili, interferendo, e pesantemente, nella vita privata dei cittadini, perfino nelle questione intime, come quelle della vita e delle morte, che invece dovrebbero essere lasciate alle libere decisioni individuali. Come pure in altri campi: dalla scelta del compagno o della compagna, oppure di vivere la vita da soli, o comunque come più si desideri, senza figli, con figli,  e così via.

In realtà, non servono leggi e leggine. Si lasci che gli individui, attraverso atti privati, regolino senza distinzione, di razza, sesso, nazione, professione, le proprie questioni. Spostarsi e viaggiare liberamente: dal turismo al lavoro. Ubi bene, ibi patria.

Sono tesi di destra? No. Perché la destra, attraverso lo stato e le barriere nazionali, anzi nazionaliste, opprime l’individuo. Mentre il liberalismo è indipendenza, riscatto, emancipazione dallo stato e dalle frontiere.

Eppure, e torniamo alle elezioni argentine, quasi il 36 per cento dei votanti, crede in questa vulgata e alla libertà sembra preferire la sicurezza. Si dirà che Milei ha preso circa il 30 per cento. Sicché qualcosa sta cambiando… E forse cambierà per “contagio” politico nel resto nel mondo.

Difficile dire. In realtà, sociologi e antropologi, al di là di quella che è la strutturazione, storica e locale,  dei sistemi di welfare, insegnano che l’uomo in linea di principio alla libertà preferisce la sicurezza. In realtà però nessun pasto è gratis. Dal momento che le provvidenze sociali, di ogni tipo (quindi a prescindere dai contenuti), oltre all’introduzione di minuziosi e astrusi regolamenti e all’istituzione di occhiute e costose burocrazie, sono alimentate dai tributi  dei cittadini resi ormai obbligatori.

Tuttavia, più crescono i diritti, “consacrati”e implementati via leggi e leggine, più aumenta il deficit pubblico, e di conseguenza più crescono i tributi da versare. E più si estendono i tributi da versare più crescono regolamenti e burocrazie rivolte a controllare il versamento dei tributi. Una gabbia d’acciaio. Per giunta costosissima. Che vede condannato, con leggi sempre più restrittive, qualsiasi giustificatissimo tentativo di “evasione”.

Sicché, concludendo, ogni soldo versato in più allo stato è un soldo in meno di libertà individuale. E dove non c’è libertà individuale l’economia privata prima o poi va a fondo. Perché lavorare e produrre se lo stato, ora come ora, si porta via la metà di ciò che si guadagna?

Il ragionamento è semplice, addirittura prosaico, terra terra, roba da scuole elementari. E non è di sinistra né di destra. È liberale. Eppure…

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/argentina-elezioni-2023-massa-e-milei-al-ballottaggio_49NGftB9zFmhjrAujGve4a .
(**) Qui spieghiamo perché: http://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2023/10/la-motosega-annunciata-di-milei.html  .

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