In realtà il medioevo non fu un’età così buia come la dipingono alcuni storici. Fu quello che fu. Ovviamente, nulla a che vedere con la libertà dei moderni.
Tuttavia se si studia la sua realtà sociale si scopre che il cristianesimo medievale ( e con questo termine ci si riferisce a un periodo storico lunghissimo, poco sotto i mille anni) non ebbe una politica ufficiale verso la famiglia. Concubinaggio e promiscuità erano la regola o quasi dei grandi blocchi sociali patriarcali, in alto come in basso: principi, preti e contadini non badavano più di tanto al sesto comandamento. Il residuo sessuale, per usare la terminologia di Pareto, ha una sua storia profonda, che attraversa le varie epoche e che andrebbe riscritta.
Furono del tutto inutili gli sforzi della Chiesa, tesa a predicare la continenza sessuale. Del resto scelta necessaria, lo si sapesse o meno, per ridurre la mortalità infantile, all’epoca elevatissima e così pareggiare i conti con una bassa produttività di beni alimentari. Le società si autoregolano senza neppure capire perché.
Sia detto per inciso: il mondo medievale non aveva ancora scoperto un metodo per alimentare tutti. Intorno al 1000 e ancora intorno al 1300, la popolazione crebbe, ma fame e malattie, decimando la popolazione, pareggiarono il rapporto tra morti e vivi, scendendo però in quelle due occasioni al di sotto del necessario. Poi alcuni secoli dopo con la rivoluzione industriale e la nascita di un mercato mondiale, i problemi dell’alimentazione di una popolazione in crescita, prima in Occidente, poi gradualmente altrove, furono superati. Nonostante ciò, si tende tuttora a ingigantire, sul piano ideologico, alcune situazioni locali di stasi o di crisi occasionale. Ma questa è un’altra storia.
Perciò definire medievale la politica meloniana di aiuto alle famiglie che mettono al mondo più figli, i famigerati “incentivi alla natalità”, rinvia a un medioevo fantastico. Mai esistito.
Mentre siamo davanti a un’ idea, che sembra risalga a Napoleone, ammirato da Mussolini, sul numero come potenza. Quindi “baionette”. Si tratta del lato oscuro della modernità, quello antimoderno in abiti moderni: del militarismo e del totalitarismo. Che si affianca all’altro quello del “mercantilismo”, dell’autarchia economica, che risale ai ministri di Luigi XIV, altro guerrafondaio.
Le “baionette” di Giorgia Meloni sono i voti, probabilmente. Non crediamo pensi, almeno per il momento e al di là della pulcinellata a proposito del piano Mattei, a riamarsi e riarmare gli italiani. Sebbene fidarsi di chiunque provenga dalle file del fascismo dopo Mussolini non è semplice. Il militarismo è un’inclinazione dura a morire.
La riprova della scelta fascista di Giorgia Meloni è nella connotazione razzista del suo provvedimento perché dà per scontato, come idea, che gli italiani debbano fare figli come conigli per fermare “l’invasione degli stranieri”.
Infatti – quando si dice il caso... – per il migrante la strada per ottenere gli incentivi è molto complicata, proprio per le condizioni di precarietà civile e sociale in cui vive, anzi sopravvive, proprio a causa delle vessatorie politiche della destra.
Per dirla tutta, alla base degli incentivi alle “famiglie-coniglie” c’è la credenza in uno dei miti preferiti dalla destra meloniana, quello ancorato alla “teoria della sostituzione” dei “bianchi” europei con i “neri” extraeuropei: puro razzismo cospirativo privo di qualsiasi fondamento.
Una “teoria”, per citare Popper, infalsificabile, perché non può vantare prove di alcun tipo, né pro né contro. Se vi si crede: Zeus esiste; se non vi si crede: Zeus non esiste. Però parlare di un’esistenza oggettiva di Zeus, come dell’esistenza della teoria della sostituzione, è cosa non argomentabile sul piano storico-scientifico. Certo, questa pseudo-teoria può essere pericolosa sotto il profilo dell’uso ideologico. E infatti la destra, fedele alla lezione mussoliniana, del grande curandero politico, non cerca altro.
Infine, una cosa che sfugge a molti osservatori: privilegiare il gruppo, se si vuole il tutto, la famiglia, rispetto alla parte, l’individuo, è contrario alla libertà di scelta, perché penalizza i celibi o "single" come si chiamano oggi. E qui torniamo non al medioevo, ma alla tassa fascista sul celibato. Che Giorgia Meloni introduce per via indiretta, premiando le “famiglie-coniglie” e discriminando chiunque faccia scelte di vita differenti.
Concludendo, se proprio si deve parlare di medioevo inutile andare indietro nel tempo per fare un buco storiografico nell’acqua. Si parli magari di medioevo fascista. Durato solo vent’anni. Ma più pesanti di quei mille…
Carlo Gambescia
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