giovedì 5 ottobre 2023

Clausola Ong e demenza della destra

 


“Giove toglie prima il senno a colui ch’egli vuol mandare in rovina”. Risparmiamo il latinorum ai lettori. Cosa vogliamo dire? Che l’Unione europea sul nuovo patto sui migranti ha perso il senno.

Oggi il governo Meloni festeggia la soppressione della clausola sul diritto delle Ong di salvare migranti alla deriva nelle acque del Mediterraneo. Si parla di vittoria sulla Germania, rilanciando la vecchia e abusata retorica nazionalista… Questa gentuza (per dirla in castigliano) nulla ha imparato, nulla ha dimenticato

Ha vinto l ’atteggiamento demenziale e persecutorio della destra italiana verso le Ong, “postura” ideologica che ricorda l’ossessione di Hitler verso gli ebrei.

Ma cosa ha vinto? Ha trionfato la bieca considerazione che ogni aiuto da parte di un privato a un migrante che rischia di affogare è un atto di destabilizzazione politica nei riguardi dell’Italia. In realtà, come da diritto internazionale, le navi Ong non possono non attraccare nei porti più vicini: quelli italiani. Per capirsi, la logica del diritto internazionale è quella del “pronto soccorso” più vicino.

Il demenziale e persecutorio sillogismo della destra italiana è il seguente: premessa maggiore: le migrazioni sono un male perché turbano per ragioni culturali, religiose, economiche l’equilibrio sociale (cosa indimostrabile). Di conseguenza – premessa minore – il favorirla destabilizza la società italiana (altra cosa indimostrabile) . Perciò – conclusione – le navi Ong sono un fattore destabilizzante.

Ne deriva sul piano pratico la “necessità” di impedire alle navi Ong di soccorrere i migranti in mare. Quanto è facile essere implacabili con i deboli…

Pertanto la Germania, favorendo l’Italia, ha fatto un passo indietro. Provando così che questo pseudo sillogismo, partorito dal cervello malato della estrema destra italiana, ha in qualche modo conquistato lo stato più importante dell’Unione Europea. Gli altri già seguono e  seguiranno. Qui si scorge la rischiosa perdita di senno collettiva.

E la rovina? Consiste nel crescente ripiegamento su stupide posizioni tipo uso del cucchiaino per raccogliere tutta l’acqua del mare. Cioè, si continua a rifiutare – qui il vero irrealismo – l’idea dell’ impossibilità di fronteggiare con la chiusura ermetica delle frontiere quella “cosa” che si chiama libertà umana. Una vera e propria forza storica, un autentico fattore di progresso, prodotto dalla libera circolazione di idee, uomini e beni.  

Siamo invece davanti all’arcaico sogno (che poi è un incubo) dell’autarchia. O se si preferisce dello “stato chiuso”.

Pertanto, al di là delle grandi questioni legate alla violazione del diritto internazionale che parlano in termini di dovere, la cancellazione della clausola Ong è un attacco a un fondamentale diritto di libertà.

Parliamo di un diritto, intangibile, che spetta a ogni individuo, anzi privato individuo. Quale? Quello di poter liberamente soccorrere e aiutare chiunque sia in difficoltà. Ovviamente, l’altra faccia della medaglia, sempre di questo diritto, è quella del diritto ad essere salvato. Diritto intangibile che appartiene a chiunque si trovi in stato di pericolo.

Due diritti individuali calpestati ora non più solo dall’Italia, ma dall’Unione Europea, che ha perso il senno, accettando il demenziale e persecutorio sillogismo della destra italiana.

Carlo Gambescia

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