Salvini vince e i liberali
giocano con le figurine…
A
che serve studiare scienze politiche e
sociali? A che serve la speranza, quando
e se corroborata da prove scientifiche, di poter prevedere, prevenire, evitare gravi errori politici?
A
questo pensavo, a proposito di Salvini,
che, dinanzi a una vittoria
elettorale, che chiunque studi politica, seriamente, non può che deprecare, ha dichiarato “che più la sinistra ci insulta più vinciamo”. Come
dire, “Preparatevi italiani, che ne
vedrete delle belle”. Diciamo brutte: aumento della
conflittualità intraeuropea, isolazionismo crescente, dissoluzione dell’Unione Europea,
razzismo diffuso, spesa pubblica alle
stelle, catastrofica uscita dall’Euro, assalti ai conti correnti, chiusure delle banche, fughe di capitali, crisi di liquidità, disoccupazione, ritorno al baratto, crollo dell’ordine pubblico,
bande armate di cittadini che si autodifendono
e confliggono per le residue risorse, guerra civile, spezzettamento
dell’Italia come in Libia, con capi militari che si contendono il
potere…
Esageriamo?
Ovviamente, non sono eventi che possono
susseguirsi nei ristretti tempi di una settimana. Richiedono tempo, forse qualche
anno.
Le premesse però ci sono tutte: si pensi
all’atteggiamento bellicoso verso l’Ue, verso l’economia di mercato, all’odio
per il denaro e il lavoro, all’invito a
comprare armi per autodifendersi, alle
proposte di censimento etnico e alla
grande disumanità verso i pochi immigrati che nell’ ultimo mese hanno tentato
di attraversare il Mediterraneo.
Sono
tutti sintomi piuttosto seri, aggravati dalla
crescente stupidità di un elettore (non c’è altra parola migliore), ridotto a una specie talpa impaurita. La gente
comune sembra ormai essere prigioniera
di una falsa rappresentazione della situazione italiana. Insomma, siamo
tra i dieci paesi più ricchi del mondo.
Il nostro tenore di vita è invidiato
ovunque. E un coglione (pardon), senza
arte né parte, va in Europa a parlare delle povertà italiane… E tutti gli italiani,
lì ad applaudire e piangersi addosso.
Pertanto
le scienze politiche e sociali servono. Altroché. Magari hanno pochi
allievi. Perché dicono sempre la verità.
Anche quelle sgradevoli, come in questo caso: dove le scienze spiegano che la
democrazia, quando esce dal seminato del
liberalismo, non tanto dando la parola al cretino (siamo in democrazia), quanto sopravvalutandola
( anche per colpa dell’irresponsabilità mediatica), accantona il filtro meritocratico liberale. In questo
modo viene cancellata qualsiasi distinzione politica tra ciò che è possibile e
ciò che è impossibile. Si perde quel che si chiama senso
della realtà.
Una
qualità che credo manchi a Corrado Ocone,
filosofo liberale, il quale, invece di
rispondere a una mia lettera pubblica, continua a giocare sulla sua pagina Fb con le figurine del pensiero liberale. Il momento è gravissimo, i cretini, cretini pericolosi, macinano voti e
minacciano sfracelli, e i liberali,
anche quelli non banali come Ocone, scambiano
quattro figurine di Cavour contro
una di Tocqueville.
Accadde
già una volta, nel 1922-1926, e i liberali non ne uscirono bene. Ora, si
potrebbe rimediare. O comunque tentare.
E invece…. Per dirla fuori dai denti, Pacciardi e Sogno, liberali "destri", come si professa Ocone, si rivolteranno nella tomba...
Un
lettore, giorni fa, commentando, un mio articolo ripreso da Alessandro Litta Modignani,
ironicamente mi chiedeva: “ Se i cretini di massa, fossero una reazione agli
imbecilli d’élite?”. Giusto.
Carlo Gambescia