La dublinite impazza
Dal "buongiorno dotto' " alle "tempeste d’acciaio"
“Buongiorno
dotto’, ha visto Salvini che culo je sta’a fa’ ”. La dublinite impazza. Pure i portinai hanno in bocca il Regolamento di Dublino (anche quelli "bangra", romanizzati, di seconda generazione: "bonciorno dottole, ha fisto Salvine che culo je staafà"). E ne parlano, tutti insieme guardando
di traverso, il negretto (pardon), reinventatosi netturbino, che buono buono, per pochi centesimi, spazza la strada - lavoro che invece dovrebbe fare lui, il portinaio bilingue - davanti al portone del condominio. A dire il vero, le strade di Roma dovrebbe
spazzarle l’Ama, ma da quando Cinque Stelle - il partito dei liberatori incorruttibili - ha
conquistato il Municipio, le cose vanno sempre peggio, con i sindacati che fanno il
bello e il cattivo tempo. Ma questa è
un’ altra storia.
Si
è riusciti a far passare l’idea, grazie
agli stessi mass media che secondo i complottisti di estrema destra dovrebbero essere al soldo di Soros, che la
colpa sia degli altri paesi europei: i cattivoni, che non vogliono occuparsi dell’identificazione e dello
smistamento dei disperati che provano ad approdare in Italia via Mediterraneo. Ultimamente - ma non si dice - quattro gatti.
Si
amplifica un fenomeno, quello dell’immigrazione clandestina, per giocare sulla paura e conservare un potere, di fresco acquisito, addossando le nostre deficienze burocratiche a
Francia e Spagna, che già ne hanno, di immigrati, clandestini e non, molti più di noi. E poi che ci vuole? Perché dobbiamo soccorrerli noi? A Lampedusa
si gira a sinistra, stretto di Gibilterra, si prende la direzione per il Golfo
di Biscaglia, e via verso il Mare del
Nord. Una bella passeggiata di salute. Che fa bene a gestanti e neonati. Quando si dice il genio italico...
Battute
a parte (forse fuori luogo…), il vero
punto è questo: se le identificazioni, procedono, se ci si passa
l’espressione “ai due all' ora”, la colpa non è della Francia, ma di chi
pretende, l’Italia, che gente senza
documenti e priva di status preciso tenti
di entrare “ a gratis” nell’Esagono.
Siamo
assolutamente sicuri - ammesso e non concesso che si riesca a “ redistribuire”
queste benedette quote - che
anche con un numero inferiore di immigrati da “testare”, quindi pari quasi a zero, la tempistica
italiana a passo di lumaca delle
identificazione e attribuzioni di status
non muterebbe velocità. “ Buongiorno, il Bar? Due caffè,
due cappuccini, una ciambella, una pure per il negretto, sopra da noi, all’Ufficio Identificazioni. Grazie”…
Però, volete mettere, come esempio di sovranismo
(oggi il fascismo si chiama così), rispetto a un Gentiloni qualunque, il gonfiare il petto, di Conte, Salvini e Di Maio?
Volete mettere l’estetica jüngeriana - questa è per la Meloni , alla quale però andrà spiegata - racchiusa nel mobilitare i portinai d’Italia contro Dublino? Senza
dimenticare, come oggi spiattella un Censis populisticamente addomesticato, che i
portinai dopo una certa età, vorrebbero
pure la pistola per difendersi… Chi l’avrebbe
mai pensato? Dal “Buongiorno dotto’ ” alle “tempeste
d’acciaio”.
Purtroppo, viene da lontano il vizietto di nascondere sotto il tappetino della retorica nazionalista la polvere di certa inettitudine italiana.
Il
Duce voleva la pace. Furono britannici e
francesi a tradirlo rifiutandogli l’Acqua di Colonia. Il Duce
entrò in guerra? Sì, ma auspicava un mini-conflitto. Indolore. Fu
Hitler, quel bad guy, afflitto da mania di grandezza, a tradirlo. E così via.
I
nazionalismi, pardon i sovranismi, specie se fascisti, sono abilissimi nel
mobilitare i portinai. Ciò che gli "anti-italiani" - ovviamente... - chiamano pancia del paese. La si evoca sempre contro qualcuno: il classico capro espiatorio. Oggi tocca all’Unione Europea. Del resto, Conte, Salvini e Di Maio sono per la
giustizia. E per la patria. Ci mancherebbe altro...
Carlo Gambescia