giovedì 28 giugno 2018

La dublinite impazza
Dal "buongiorno dotto' " alle "tempeste d’acciaio"



“Buongiorno dotto’, ha visto Salvini che culo je sta’a fa’ ”. La dublinite impazza.  Pure i portinai hanno in bocca il  Regolamento di Dublino (anche quelli "bangra", romanizzati, di seconda generazione:  "bonciorno dottole, ha fisto Salvine che culo je staafà").   E ne parlano, tutti insieme  guardando di traverso,  il negretto (pardon), reinventatosi netturbino, che buono buono, per pochi centesimi, spazza la strada -  lavoro che invece dovrebbe fare lui, il portinaio bilingue -  davanti al portone del condominio. A dire il vero, le strade di Roma   dovrebbe spazzarle l’Ama, ma da quando Cinque Stelle - il partito dei liberatori incorruttibili  -   ha conquistato il Municipio,   le cose vanno  sempre peggio, con i sindacati che fanno il bello e il cattivo tempo.  Ma questa è un’ altra storia.
Si è riusciti a far passare l’idea,  grazie agli stessi mass media che secondo i complottisti di estrema destra  dovrebbero essere  al soldo di Soros,  che  la colpa sia degli altri paesi europei: i cattivoni, che non vogliono  occuparsi dell’identificazione e dello smistamento dei  disperati che provano ad approdare  in Italia  via Mediterraneo. Ultimamente -  ma non si dice  -  quattro gatti.
Si amplifica un fenomeno, quello dell’immigrazione clandestina,  per giocare sulla paura e conservare un  potere, di fresco acquisito, addossando le  nostre deficienze burocratiche  a Francia e Spagna, che già ne hanno, di immigrati, clandestini e non,  molti più di noi.  E poi che ci vuole?  Perché dobbiamo soccorrerli noi?  A Lampedusa si gira a sinistra, stretto di Gibilterra, si prende  la direzione per il Golfo di Biscaglia,  e via verso   il Mare del Nord. Una  bella passeggiata di salute. Che fa bene a gestanti e neonati. Quando si dice il  genio italico...    
Battute a parte (forse fuori luogo…),  il vero punto è questo:   se le identificazioni, procedono, se ci  si passa l’espressione  “ai due all' ora”,  la colpa non è della Francia,  ma di chi pretende, l’Italia,  che gente senza documenti e priva di  status preciso  tenti  di entrare “ a gratis”  nell’Esagono. 
Siamo assolutamente sicuri -   ammesso e non concesso che si riesca a “ redistribuire” queste benedette  quote -    che anche con un numero inferiore di immigrati da “testare”,  quindi pari quasi a zero, la tempistica italiana a passo di lumaca  delle identificazione e attribuzioni di status  non  muterebbe velocità. “ Buongiorno, il Bar?  Due caffè, due cappuccini, una ciambella, una pure per il negretto, sopra da noi,  all’Ufficio Identificazioni. Grazie”…
Però,  volete mettere, come esempio di sovranismo (oggi il fascismo si chiama così),  rispetto a un Gentiloni qualunque,   il  gonfiare il petto, di Conte, Salvini e Di Maio? Volete mettere  l’estetica jüngeriana  -  questa è per la Meloni,  alla quale però andrà spiegata  -   racchiusa  nel   mobilitare i portinai d’Italia contro Dublino?   Senza dimenticare, come oggi  spiattella  un Censis populisticamente addomesticato,   che i portinai  dopo una certa età, vorrebbero pure la pistola per difendersi…  Chi l’avrebbe mai pensato? Dal  “Buongiorno dotto’ ”  alle    “tempeste d’acciaio”.
Purtroppo,  viene da lontano  il vizietto di nascondere sotto il tappetino della retorica nazionalista la polvere di certa inettitudine italiana.   
Il Duce voleva la pace.  Furono  britannici e  francesi a tradirlo rifiutandogli l’Acqua di Colonia.  Il Duce  entrò in guerra?  Sì,  ma auspicava un mini-conflitto. Indolore. Fu Hitler, quel bad guy, afflitto da mania di grandezza,  a tradirlo. E così via.
I nazionalismi, pardon i sovranismi, specie se fascisti, sono abilissimi nel mobilitare i portinai. Ciò che  gli "anti-italiani" - ovviamente... -   chiamano pancia del paese.  La si evoca  sempre contro qualcuno:  il classico  capro espiatorio. Oggi tocca all’Unione Europea.  Del resto,  Conte, Salvini e Di Maio  sono per la giustizia. E per la patria. Ci mancherebbe altro...  

Carlo Gambescia