Trump rivuole il G8 (con Putin). E Conte approva
Atlantico più largo,
Urali più vicini
La
notizia di oggi è che gli Stati Uniti hanno cessato ufficialmente di essere Atlantisti. Almeno fino a quando Trump resterà al comando. Lo stesso Atlantismo che, come ponte politico,
culturale, economico e militare, tra l’Europa e gli Stati Uniti, ha assicurato tra le due sponde dell'Oceano, per più di settant’anni, pace,
progresso e libertà.
Sembra incredibile. Solo tre anni fa si ragionava intorno a un trattato di libero scambio cost to cost , oggi invece si parla di dazi, protezionismo guerre commerciali. Per differenza, come quando si accostano due fotografie, scattate in tempi diversi, ci si può rendere conto
di quanto sia cambiata la politica Usa dopo l'elezione di Trump.
L’America
si è chiusa in stessa, obbedendo
al richiamo del volto oscuro dell' eccezionalismo, quello più egoista. E ora punta a dividere l’’Europa. Del resto, non è una
novità che Trump al multilateralismo preferisca il bilateralismo. Come non lo è che la
Russia di Putin , altro personaggio politico autoritario e inquietante, tenti di fare altrettanto.
Ciò
significa che l’Europa è presa tra due fuochi. E che la richiesta di Trump di
riammettere la Russia
nel G8 va vista come un tentativo, ulteriore, di dividere l’UE. Il presidente Usa non è
interessato a un' alleanza con Putin, per
lui, ora più che mai, fonte di problemi di interni: il nodo non è questo. Trump, da buon esperto in scissioni e fusioni societarie, vuole ridurre a brandelli l’Europa, per poter
stabilire rapporti bilaterali, in particolare economici, favorevoli al gigante
americano. Trump è assai più concreto di quanto comunemente si pensi. L'uomo è dotato di spiccati riflessi carnivori. Il che spiega, la sua istintiva antipatia per l’euro e il suo guardare con grandissimo favore alla dissoluzione della moneta
europea.
E
dove poteva trovare un alleato? Non sentite il ruggito del topo? Nel
Presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, che rappresenta un’alleanza
di governo neo-nazionalista e filo-russa. Pronta a dare l'aiutino a chi, fin dall'epoca degli zar, tenta di infilarsi in Europa e nel Mediterraneo. Un cuneo che può tornare utile sia a Trump sia a Putin. Ovviamente per motivi diversi.
Trump, come detto, vuole fare affari in Europa, ma non con l’Unione Europea, troppo grossa per lui, sicché punta a privilegiare i
singoli stati, quindi a dividere e frammentare, sicuro di fare colpo sui gonzi dei micronazionalismi. Tradotto: Atlantico più largo.
Putin, invece sogna di impadronirsi dell’Europa, foglia dopo foglia, classica politica del carciofo, intuita dagli zar, perfezionata dal politburo del Pcus: politica carrista, provata sulla pelle, da allogeni e non. Quindi anche Putin è in cerca di gonzi. Tradotto: Urali, più vicini.
Putin, invece sogna di impadronirsi dell’Europa, foglia dopo foglia, classica politica del carciofo, intuita dagli zar, perfezionata dal politburo del Pcus: politica carrista, provata sulla pelle, da allogeni e non. Quindi anche Putin è in cerca di gonzi. Tradotto: Urali, più vicini.
In
definitiva, ai due leader, seppure per ragioni diverse, fa comodo la dissoluzione della UE .
Quindi,
l’altra notizia di oggi, è che Conte, diciamo il meno leader fra i tre, si
presta al gioco di Trump e di Putin. Per farla breve: il
neonazionalismo, più pragmatico (quello di Trump), più militarista (quello di Putin),
più dimesso, per non dire servile (quello di Conte), unisce tre nazioni profondamente
diverse sotto l'aspetto geopolitico, in particolare per dimensioni. E ne integra, scavando nella storia, le differenti nature collettive e psicologico-morali. Infatti, semplificando al massimo: Stati Uniti e Russia sono nazioni abituate a comandare, l'Italia a obbedire al più forte.
Si
dirà che non c’è alcuna differenza tra l’obbedire
alla Germania oppure agli Stati Uniti e alla Russia. Giusto. Ma solo apparentemente. In Europa, l’Italia è entrata per
libera scelta. Inoltre, è ovvio, che le economie più forti, nel caso specifico quella tedesca dettino le regole: si chiama polarizzazione economica e prescinde dal regime politico. La polarizzazione ha regolarmente la meglio sull'ideologia. Come insegna il fallimento dell'Unione Sovietica, incapace - per ragioni oggettive - di competere con l'egemonia economica bipolare statunitense ed europea.
Per contro, Stati Uniti e Russia vinsero la guerra. La nostra scelta di campo tra i due blocchi, liberal-democratico e comunista, seppure motivata idealmente, in particolare verso il modello di vita Atlantico, non fu una libera scelta. Del resto, non potevamo farla franca: di che era la colpa della guerra mondiale fascista dichiarata da Mussolini? Primo alleato di Hitler?
L’Italia
in Europa, nonostante tutto, ha un
ruolo, che non avrebbe, singolarmente né
con gli Usa né con la Russia. L ’ Europa, a sua volta, pur con tutti i suoi malanni, ha un ruolo, globale, verso Usa e Russia. Al di fuori dell'UE e della moneta unica, in un mondo dominato dalle grandi potenze, non c’è ruolo, non c’è futuro.
Carlo Gambescia