sabato 9 giugno 2018

Trump rivuole il G8 (con Putin). E Conte approva
 Atlantico più largo, 
Urali più vicini



  


La notizia di oggi è che gli Stati Uniti hanno cessato ufficialmente di essere Atlantisti.  Almeno fino a quando Trump resterà al comando.  Lo stesso  Atlantismo che,  come ponte politico, culturale, economico e militare, tra l’Europa e gli Stati Uniti,  ha assicurato tra le due sponde dell'Oceano,  per più di settant’anni,  pace, progresso e libertà.  
Sembra incredibile. Solo tre anni fa si ragionava intorno a un trattato di libero scambio  cost to cost , oggi invece  si parla   di  dazi, protezionismo guerre commerciali.  Per differenza, come quando si accostano due fotografie, scattate in tempi diversi, ci si può rendere conto di quanto sia cambiata la politica Usa dopo l'elezione di Trump.   
L’America si è  chiusa in stessa, obbedendo al richiamo del volto oscuro dell' eccezionalismo, quello più egoista. E ora punta a dividere l’’Europa. Del resto,  non è una novità che Trump al multilateralismo preferisca il bilateralismo. Come non lo è  che la  Russia di Putin, altro personaggio politico  autoritario e inquietante,  tenti di fare altrettanto. 
Ciò significa che l’Europa è  presa tra due fuochi. E che la richiesta di Trump di riammettere la Russia nel G8 va vista  come un tentativo, ulteriore, di dividere l’UE. Il presidente Usa  non è interessato  a un' alleanza con Putin, per lui, ora più che mai,  fonte di problemi di interni: il nodo non è questo. Trump, da buon esperto in scissioni e fusioni societarie,   vuole  ridurre a brandelli l’Europa, per poter stabilire rapporti bilaterali, in particolare economici,  favorevoli al gigante americano. Trump è assai  più concreto di quanto comunemente si pensi.  L'uomo è dotato di  spiccati riflessi carnivori. Il che spiega,  la sua istintiva antipatia per l’euro e il suo guardare con grandissimo favore alla dissoluzione  della moneta europea.
E dove poteva trovare  un alleato?  Non sentite il ruggito del topo? Nel Presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, che rappresenta un’alleanza di governo  neo-nazionalista  e filo-russa. Pronta a dare l'aiutino  a chi,  fin dall'epoca degli zar,  tenta di   infilarsi  in Europa e nel Mediterraneo. Un cuneo che può tornare utile sia a Trump sia a Putin.   Ovviamente per motivi diversi. 
Trump, come detto,  vuole fare affari in Europa,  ma non con l’Unione Europea, troppo grossa per lui, sicché  punta a privilegiare i singoli stati, quindi a  dividere e frammentare, sicuro di fare colpo sui gonzi dei micronazionalismi.   Tradotto: Atlantico più largo.
Putin, invece sogna di impadronirsi dell’Europa, foglia dopo foglia, classica politica del carciofo, intuita dagli zar, perfezionata dal politburo del Pcus:  politica carrista, provata  sulla pelle, da allogeni e non. Quindi anche Putin è in cerca di gonzi.  Tradotto: Urali, più vicini.
In definitiva, ai due leader, seppure per ragioni diverse,  fa comodo la dissoluzione della UE .      
Quindi, l’altra notizia di oggi,  è che  Conte, diciamo il meno leader fra i tre,  si  presta al gioco di Trump e di Putin. Per farla breve:  il neonazionalismo, più pragmatico (quello di Trump), più militarista (quello di Putin), più dimesso, per non dire servile (quello di Conte), unisce  tre nazioni profondamente diverse sotto  l'aspetto geopolitico, in particolare per dimensioni.  E  ne  integra, scavando nella storia,  le differenti nature  collettive e  psicologico-morali. Infatti, semplificando al massimo: Stati Uniti e Russia sono nazioni  abituate a comandare, l'Italia a obbedire al più forte.
Si dirà che non c’è alcuna differenza  tra l’obbedire alla Germania oppure  agli  Stati Uniti e alla Russia. Giusto.  Ma solo apparentemente.  In Europa,  l’Italia è entrata per libera scelta. Inoltre, è ovvio, che le economie più forti, nel caso specifico quella tedesca  dettino le regole: si chiama polarizzazione economica e prescinde dal regime politico. La polarizzazione ha regolarmente la meglio sull'ideologia. Come insegna il fallimento dell'Unione Sovietica,  incapace - per ragioni oggettive -  di competere con l'egemonia economica bipolare  statunitense ed europea. 
Per contro,  Stati Uniti e Russia  vinsero la guerra. La nostra scelta di campo tra i due blocchi, liberal-democratico e comunista,  seppure motivata idealmente, in particolare verso il modello di vita Atlantico,  non fu una libera scelta.  Del resto,  non potevamo farla franca:  di che era la colpa della guerra mondiale  fascista  dichiarata da Mussolini? Primo alleato di Hitler? 
L’Italia in Europa, nonostante tutto,  ha un ruolo, che non avrebbe, singolarmente  né con gli Usa né con la Russia.  L’ Europa, a sua volta,  pur con tutti i suoi malanni, ha un ruolo,  globale, verso Usa e Russia.  Al di fuori dell'UE e della moneta unica, in un mondo dominato dalle grandi potenze,  non c’è ruolo, non c’è futuro.  

Carlo Gambescia