venerdì 22 giugno 2018

Il cretinismo populista,  nuova lebbra di massa
Macron ha sempre (più) ragione




I lettori più eruditi, quelli che apprezzano, quando  scriviamo  di argomenti alti (teoria politica e sociologica),  devono avere pazienza.  Rischiamo di essere ripetitivi.  Però  non possiamo  esimerci dal criticare,  quasi quotidianamente,  le pericolose stupidaggini a gogò  di un governo che rischia di rovinare l’Italia.  È un dovere civile. Alcuni si sottraggono,  per andare a caccia di farfalle. Altri invece hanno perso addirittura la  testa per i populisti.   Infine, ci sono quelli, in cerca di rivincite, che credono di scorgere  nel governo giallo-verde una testa di ponte verso una specie di fascismo del XXI secolo. Noi invece stiamo  con Macron.  Parigi o cara.  Consapevoli del fatto che non siamo i primi né saremo gli ultimi a guardare verso la Francia come faro di libertà.  Quest'ultima frase un tempo ci appariva  retorica.  Ora non  più. Comprendiamo perfettamente il tormento degli antifascisti, un tempo, costretti a emigrare. Purtroppo. 
Pertanto non possiamo non apprezzare l’atteggiamento del Premier francese.  Macron sta alzando, giustamente,  i toni,  perché ha intuito  tutto.  In particolare,  non è  sfuggita  alla sua già notevole attenzione per le questioni europee, il profilarsi  di certa  acquiescenza  politica  alle grossolane minacce  del governo giallo-verde italiano.  Sì,  concordiamo:  il populismo è una lebbra  che si chiama  stupidità di  massa.
In Italia, come dicevamo,  molti hanno  perso la testa.  Del resto del fascismo che cosa si ricorda?  Non la mancanza di libertà (roba da “signori”,   per gli “anti-casta” e i  "forconi" nostrani),  ma  la cassa mutua e le altre misure sociali.  E quali sono piatti forti del governo in carica? Reddito di cittadinanza, servizi sociali a gogò, ma “solo per gli italiani”,  interventi pubblici a pioggia, posto fisso, chiusura domenicale degli esercizi commerciali, e via folleggiando.  Chi pagherà? Boh... Tra l’altro si vogliono pure ridurre i tributi.   
Patetica, inoltre,  l’evocazione delle “povertà” italiane del  Vicepresidente del Consiglio Luigi  Di Maio  al suo primo appuntamento sociale in Europa. Siamo tra le nazioni più ricche del mondo è parlare della povertà italiana  è semplicemente ridicolo. Se esiste,  è un fenomeno sotto controllo.  E, tutto sommato, fisiologico:  la curva di  Pareto docet .
Stupido invece, l’atteggiamento dell’altro Vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini. A parte il clima di conflittualità permanente da lui inaugurato, si pensi al suo atteggiamento da guappo  - non troviamo altro termine -  sulla questione scorte.  Ora,  Saviano potrà anche  essere antipatico, potrà anche essere mediocre scrittore, potrà essere, di negativo, tutto quel si desideri.  Ma, ecco il punto,  è noto in tutto il mondo.  L’Italia, piaccia o meno,  mediaticamente,  esporta due cose:  la Mafia e il dottor  Saviano.  Giocare perfidamente, a colpi di twett, sulla possibilità di ritirargli la  scorta, non aiuta a far bella figura  all’estero. E favorisce l'idea che al governo ci sia la Piovra che vuole liberarsi di uno scrittore scomodo, mondialmente scomodo.  Ma così sono fatti i nazionalisti, pardon i sovranisti.  Se ne fregano. Come i guappi.   Fino a quando qualcuno non presenti loro  il conto.  Talvolta,  salatissimo, come nel 1945.
Pertanto  i nostri populisti sono patetici, stupidi e per questo pericolosi. Perché imprevedibili. Di qui, quel  timore, che facciano altri danni, soprattutto all’ idea europea. Che ha favorito, come deve aver intuito Macron, un atteggiamento di acquiescenza -  da ultima la Merkel, per non parlare di politici minori -  alle “sparate” di Matteo Salvini e alle melensaggini di Luigi Di Maio.  Quindi, ben fa, ripetiamo, Macron, a parlare di lebbra e contagio. Lebbra della stupidità politica.  Il caso è grave, epocale,  inusitato,  altro che quote, Ventimiglia,  redistribuzione degli immigrati. E spieghiamo perché.
Per la prima volta dal 1945, con l’ascesa al potere dei giallo-verdi,   è  entrato nelle stanze di  Palazzo Chigi  il cretino di  massa.  Non parliamo dell' "uomo dimenticato" ( "forgotten man")  che ha portato al potere Trump. Negli Stati Uniti,  "uomini dimenticati" e  "uomini non dimenticati" sono in perfetto accordo sui principi del capitalismo. Si discute solo  di come gestire  una "macchina",  comunque ritenuta, da ogni americano, una delicata fonte di benessere.  E poi, protezionismo o meno, risorse e posizione dominante degli Usa,  non sono quelle dell’Italia.  Quindi, gli americani,  non sono né stupidi né patetici. Trump ha macinato miliardi di dollari, non parole in libertà come Salvini e Di Maio. Il primo conosce e apprezza il capitalismo, i secondi, al massimo, hanno giocato qualche volta, da bambini,  a Monopoly. Senza neppure divertirsi.  
Per venire al cretino di massa  diciamo che  è  solo preoccupato del proprio benessere, ma nel modo sbagliato,  perché - ecco la differenza con gli Stati Uniti -   non si sente solidale  con le cause di questo benessere.  In Italia,  ma anche in Europa, dove vincono i populisti, si  vuole il capitalismo senza il capitalismo; si vuole il denaro senza le banche; si vuole lo stipendio senza lavorare; si  vuole la democrazia senza il liberalismo;  si vuole l’unità Europea senza l’unità Europea.  E così via.
Siamo dinanzi a un cretino, e per giunta di massa, come prova l’ultimo voto (non solo in Italia, ripetiamo),  che non  è in grado di capire, da dove viene, dov’è,  dove va.  Pronto a inseguire il primo demagogo che promette  la Luna, senza  fare i sacrifici per arrivare sulla Luna.  
Per fare un esempio classico, il cretino di massa, si comporta alla stregua del  popolo (meglio plebe) nelle antiche sommosse per il pane.  Come cercava di procurarselo? Svuotando  e distruggendo forni e  mulini. Manzoni, da perfetto sociologo ante litteram ha scritto pagine indimenticabili.  
Per farla breve: il cretino di massa non capisce  che la civiltà  può essere mantenuta solo a prezzo di grande impegno( anche come necessaria difesa dell' ingentilimento e dell' umanità nei costumi),  sicché, a torto,  per bocca di Salvini e Di Maio (Conte non Conta), il cretino di massa  ritiene invece che la propria funzione sia quella di esigere perentoriamente, quasi fosse  diritto imprescrittibile,  quel che invece è frutto di secoli di lavoro, sforzi  e cautele. Tutto ciò, qualcuno lo ricordi ai nostri eroi populisti, si chiama anche "civiltà delle buone maniere".
Macron, che per preparazione e dirittura politica, forse più della Merkel (che studiava il russo nella DDR, la lingua franca per fare carriera all'Est),  capisce perfettamente la brutta china presa dagli eventi. Perciò non può non tacere. E per giunta ha ragione, perfettamente ragione.  Il tono è duro. Ma la gravità della situazione lo impone.  
Concludendo,  Macron ha sempre (più) ragione.


Carlo Gambescia