L'ideologia comune a Lega e Cinque Stelle
C’è una linea tendenza negli studi politici, che
chiameremo “nuovismo”, che consiste nel
vedere in un fenomeno politico e sociale solo
ciò che c’è di nuovo.
Per
fare qualche esempio italiano (quando si dice il caso…). Salvini e la Lega , secondo i
nuovisti, non sarebbero fascisti,
ma rappresentano qualcosa di nuovo:
un’ansia di partecipazione politica, democratica, ignota, si legge, all’elitismo,
di una classe politica corrotta; ansia, sanissima, che gli
elettori avrebbero colto. Anche il Movimento Cinque Stelle, sempre secondo la
vulgata nuovista, sarebbe figlio dei tempi nuovi: saremmo dinanzi a una nuova sinistra, post-ideologica, che risponde
ai bisogni, diversamente di sinistra, materiali e immateriali, dell’elettorato, che anche in questo caso avrebbe
capito tutto.
Il nuovismo, purtroppo, porta a sottovalutare il “vecchio”,
quel che c’è di permanente in un fenomeno politico, per
sopravvalutare ciò che appare come "nuovo". Naturalmente il nuovismo
viene particolarmente apprezzato dai sostenitori - anche giornalisti e intellettuali - di queste forze politiche, nonché dai mass
media, condannati, per ragioni
istituzionali (nel senso dei meccanismi di produzione delle notizie, improntati al nuovismo, per non annoiare il pubblico), a privilegiare tutto ciò che
è o appare nuovo.
Di
qui, la difficoltà, per gli studiosi, in
particolare per coloro che invece credono nelle regolarità della politica, ossia nel ripetersi di certe forme - denominate
da chi scrive metapolitiche - di farsi ascoltare. Ci spieghiamo meglio.
Intanto,
il nuovismo, non è che una versione di quello che Pareto, chiama “istinto delle combinazioni”: mettere insieme, combinare, mescolare fatti
diversi, per presentarli come nuovi. Però
si dirà, sempre rifacendosi a Pareto, che la ricerca delle costanti e regolarità,
così amate dai “vecchisti” rinvia alla “persistenza degli aggregati”, altra
potente forza sociale, che spinge gli
uomini a e vedere e attribuire linee di continuità storica, politica, eccetera,
anche dove non vi sono.
Il che è giusto. Però dal punto di vista metapolitico, più generale, la
distinzione paretiana, può essere
ricondotta nell’alveo di una precisa regolarità metapolitica, quella tra progressisti ("istinto
delle combinazioni") e conservatori
("persistenza degli aggregati"). Di conseguenza, lo studioso serio (a "guardia dei fatti") deve prendere atto della distinzione, non parteggiare per una delle due costanti. Da questo punto di vista, allora, qual è il fattore, o se si preferisce la costante o regolarità
metapolitica che accomuna Lega e Cinque Stelle? E ne spiega anche la
convergenza? Che, sia detto per inciso, il nuovista non spiega, anzi egli parla addirittura di futuro (nuovo) bipolarismo, tra una Lega di destra e un Movimento Cinque Stelle di sinistra. Mah...
Per tornare sul punto, "istinto delle combinazioni" o "persistenza degli aggregati"? Conservatorismo o progressismo? Diciamo che nelle due forze politiche prevalgono elementi di conservatorismo sociale. Semplificando: Dio, Patria, Famiglia la triade (rigorosamente con la maiuscola) dei moderni conservatori, ripetiamo, soprattutto economico-sociali. Del sovranismo è inutile parlare. E' un cavallo di battaglia leghista che si sposa perfettamente con l'antieuropeismo pentastellato.
Per tornare sul punto, "istinto delle combinazioni" o "persistenza degli aggregati"? Conservatorismo o progressismo? Diciamo che nelle due forze politiche prevalgono elementi di conservatorismo sociale. Semplificando: Dio, Patria, Famiglia la triade (rigorosamente con la maiuscola) dei moderni conservatori, ripetiamo, soprattutto economico-sociali. Del sovranismo è inutile parlare. E' un cavallo di battaglia leghista che si sposa perfettamente con l'antieuropeismo pentastellato.
Non è tutto. Si pensi a un fenomeno, tutto sommato minore ma
significativo, come quello della reintroduzione del riposo domenicale (appoggiata anche dalla Lega). O alla battaglia per il posto fisso (condivisa anche dalla Lega). Oppure ai provvedimenti economici per le famiglie (condivisi da Lega e Cinque Stelle). Tutte misure che non dispiacciono alla Chiesa.
Siamo
davanti a una specie di ideologia da blocco d’ordine, qualcosa che non è fascista,
ma sicuramente pre-fascista, diciamo di
preparatorio del fascismo regime. Se poi
si aggiungono il razzismo, l’anticapitalismo,
l’antiamericanismo, l’antiparlamentarismo, assai diffusi, sia all'interno della Lega, sia del Movimento Cinque Stelle, ecco che abbiamo tutti gli
elementi, preparatori del fascismo- movimento, l’altra anima storica del
fascismo.
Tecnicamente,
siamo davanti a due forze politiche, socialmente conservatrici dalle potenzialità fasciste, dal
momento, per semplificare, che riuniscono in sé le due principali anime del
fascismo, la statolatrica e la pseudo-rivoluzionaria. La prima incarnata
dalla Lega, la seconda dal Movimento Cinque Stelle, però con travasi ideologici dall’uno
all’altro. Quanto ai relitti del neofascismo, la convergenza, nonostante qualche borbottio purista, è pressoché spontanea, diremmo addirittura scontata
Ovviamente,
il politologo nuovista non può scorgere queste cose. Lontano dalla
sostanza metapolitica delle cose sociali
e politiche, il nuovista è portato a enfatizzare la superficie dei fenomeni:
il ciò che si dice - che è
importante, ovviamente - ma va sempre
comparato, cosa che i nuovisti
trascurano, con ciò che si fa.
Ad esempio, nelle analisi dei nuovisti assumono rilievo spropositato le cosiddette "istanze morali" di rinnovamento, le
dichiarazioni di voler cambiare tutto, l’accenno
a un mondo nuovo, eccetera, eccetera. Assume importanza,
insomma, ciò che può essere chiamato l’immaginario,
ossia quel che queste forze politiche, dichiarano per colpire l’ immaginario dell’elettore. Si
sfrondi invece l’albero
demagogico dalle dichiarazioni di Salvini e Di Maio e si scoprirà che il nocciolo duro del discorso lega-stellato è Dio, Patria e Famiglia. Il che aprirebbe interessanti piste di ricerca sul fenomeno populista. Ma questa è un'altra storia.
Concludendo, conservatorismo allo stato puro. Perché, all’occorrenza, come storicamente è avvenuto, il Dio, Patria e Famiglia, la triade, che rappresenta il volto più sociale del conservatorismo moderno, è una specie di salvacondotto culturale verso il fascismo. Altro che “nuovismo”… Che poi il nuovo fascismo si possa presentare o meno come una copia originale o contraffatta di quello storico è materia di discussione.
Resta però il fatto che il conformismo sociale, non rilevato ma celebrato come regola, rappresenta, dal punto di vista delle costanti metapolitiche il pilastro delle forme di potere autocratico. Un fenomeno, secondo alcuni studiosi, che si estenderebbe dalla Grecia di Dracone all'Italia di Mussolini. Forse si esagera. Ma a pensar male, talvolta...
Concludendo, conservatorismo allo stato puro. Perché, all’occorrenza, come storicamente è avvenuto, il Dio, Patria e Famiglia, la triade, che rappresenta il volto più sociale del conservatorismo moderno, è una specie di salvacondotto culturale verso il fascismo. Altro che “nuovismo”… Che poi il nuovo fascismo si possa presentare o meno come una copia originale o contraffatta di quello storico è materia di discussione.
Resta però il fatto che il conformismo sociale, non rilevato ma celebrato come regola, rappresenta, dal punto di vista delle costanti metapolitiche il pilastro delle forme di potere autocratico. Un fenomeno, secondo alcuni studiosi, che si estenderebbe dalla Grecia di Dracone all'Italia di Mussolini. Forse si esagera. Ma a pensar male, talvolta...
Carlo
Gambescia