Francia e stadio della Roma
Italia, un totale di tre pizze
Continuiamo
a farci del male.
Lezione
numero uno. Ieri (e nei prossimi giorni), con la Francia ,
che invece di fascismo se ne intende, come di immigrati, perché ne ha il triplo
di noi, e pure di terrorismo: visto che ha subito più di tutti
gli altri paesi europei…
Dovremmo ascoltarlo il cugino francese. Non si vuole capire
che le dure critiche di Macron non sono dirette
all’Italia-Paese, ma all’Italia-Governo. Fascio-leghista-stellato. La
Francia politica,
liberale e democratica, ha capito molto prima di noi nelle mani di chi
siamo finiti. E il grido di allarme del Presidente francese dovrebbe essere
preso in considerazione. Ma ormai in Italia comanda Salvini, che
dopo aver scalatola Lega, sta scalando Cinque Stelle. E chissà dove arriverà. La
nostra destraccia, dopo tante mezze calzette, ha trovato un leader. Un uomo
molto pericoloso. Ricordiamo, che dopo l'eccidio nel ristorante di Dacca,
perpetrato da terroristi islamisti, l'Italia non convocò l'ambasciatore del Bangladesh.
E invece, ora, in preda a febbre nazionalista, si convoca quello francese... Ormai, con Salvini, il
senso della misura è un miraggio. Ma gli italiani ora lo adorano. E al cuore non si comanda. Il
nazionalismo ha sempre portato male all’Italia. Non finirà bene. Anche questa
volta.
Lezione
numero due, che poi è il nostro argomento di oggi. Questa mattina sulle prime
pagine dei giornali campeggia lo scandalo su Cinque Stelle e il nuovo
stadio della Roma. Tre le tesi avanzate dai media, che però non colgono nel segno. La prima, è quella
dell’ammazza ammazza è tutta una razza (come si dice a Roma), la seconda è che
la cosa è capitata anche ai pentastellati, e che quindi, “se non hanno
resistito neppure ‘Loro’ ”, come si legge, “allora servono regole ancora più dure”:
quindi giustizialismo a gogò. La terza è
quella del complotto antigrillino. E non merita commenti.
Comunque
sia, nessuna delle tre individua il vero punto della questione.
Quale? Che in Italia, ma anche altrove,
la corruzione cresce nelle intersezioni tra pubblico e privato: dove con la
mazzetta il privato cerca di eludere il
controllo pubblico. Esistono studi empirici che attestano questo fenomeno. E che provano che quanto più si legifera e
introducono controlli di legge, tanto
più aumentano corruzione e concussione.
Quindi
il vero punto della questione, non è
arrestare tutti, oppure, nel caso dell’edilizia, non costruire più nulla. È invece quello di delegificare. Ma non
solo: a questo ci arrivano anche i
Cinque Stelle. Vanno soprattutto ridotti i controlli, che oggi sulla base di leggi incomprensibili, vessatorie, spesso inapplicabili, colpiscono imprese e lavoro. Il
protezionismo giuridico ammazza l’economia libera.
Certo,
quel che proponiamo si chiama anche, volgarmente, chiudere un occhio. Almeno, in attesa di una rivoluzione liberale fondata sull’applicazione del
principio del laissez
faire, laissez passer.
Dal momento che l’obiettivo finale deve essere quello di lasciare che i privati abbiamo i più ampi margini possibili di libertà economica. La sfera pubblico-privato deve assottigliarsi fino a sparire dalla parte del pubblico. Si dirà, e se poi lo stadio crolla? Ci sono le leggi penali. Quindi controlli ex post. Basta con i controlli ex ante, terreno di corruzione e concussione.
Dal momento che l’obiettivo finale deve essere quello di lasciare che i privati abbiamo i più ampi margini possibili di libertà economica. La sfera pubblico-privato deve assottigliarsi fino a sparire dalla parte del pubblico. Si dirà, e se poi lo stadio crolla? Ci sono le leggi penali. Quindi controlli ex post. Basta con i controlli ex ante, terreno di corruzione e concussione.
Per
metterla sul filosofico: il mondo è imperfetto, la libertà rara, quindi affinché essa possa circolare, come
aria pura e tonificante, nei polmoni della vita sociale ed economica, è necessario mettere in conto il rischio che
qualcuno si sacrifichi. Per il bene di tutti gli altri. Ogni società ha i suoi
rischi-base. E quelli del modello
statolatrico sono i peggiori. Insomma, Mercato 2 - Stato 1. Si chiama anche scelta del male minore.
Lo stadio della Roma, di questo passo, non verrà mai costruito. Quanta ricchezza prodotta in meno? Quanti posti di lavoro perduti? Quanta intelligenza e quanta creatività sprecate?
Lo stadio della Roma, di questo passo, non verrà mai costruito. Quanta ricchezza prodotta in meno? Quanti posti di lavoro perduti? Quanta intelligenza e quanta creatività sprecate?
Concludendo,
nazionalismo, protezionismo giuridico, giustizialismo rischiano di uccidere l’Italia. Ma non si dice. Anzi non si deve dire. E il profeta di turno, questa volta, potrebbe essere Salvini. L’uomo
è pericoloso. Ripetiamo. Di più, gli
italiani che lo applaudono. E che poi giulivi vanno in pizzeria... Sì, l'Italia? Un totale di tre pizze.
Carlo Gambescia