mercoledì 6 giugno 2018

Il discorso al Senato di Giovanni Conte, neopremier
 Debiti ed eredità



Un complottista  potrebbe dire che ieri  il neopremier Giovanni  Conte, in perfetto accordo con il putinismo della Lega e di Cinque Stelle,  tra una promessa e l’altra,  abbia finalmente  saldato il debito con il nuovo (piccolo)  Zar di Tutte le Russie.  Già  pronto a passare  all'incasso.
Si sa quanto pesino le sanzioni UE nel post-Oltre Cortina… Come è altrettanto  noto, quanto i servizi segreti russi si siano mossi dietro le quinte finanziando  i movimenti populisti europei.  Quindi che pensare?  Giudichino i lettori. E magari, battano un colpo, se ci sono ancora,  Magistratura e Guardia di Finanza.
Sul resto del discorso di Giovanni  Conte, così fiero del titolo di professore ( a proposito, “agenti provocatori”  che indaghino  sul suo concorso a cattedra, no? Conte è  sempre un prof  che ha  “abbellito” il curriculum).  Dicevamo, cosa pensare sul  resto del discorso…  Che c’è poco dire...  Un libro dei sogni, per rassicurare  la pigrizia mentale degli italiani,   privo di qualsiasi pezza d’appoggio  finanziaria.  Sarebbe bello, per vedere l’effetto che fa,  andare con il Contratto giallo-verde in una banca qualunque  e chiedere un prestito per la Famiglia Italia…  Torni lunedì, questa sarebbe, di sicuro, la risposta del funzionario. Attenzione,  lunedì del 2023…
Quanto all’ accenno  ai populisti, come  gente che ascolta la gente,  viene fatto di pensare che anche Hitler e Mussolini erano considerati come due capi sempre in ascolto del popolo... Inutile ricordare come finì.   Purtroppo, democrazia e demagogia vanno a braccetto, almeno dai tempo dell’Iliade. Ma, oggi Tersite è  al governo, e difettano i successori di Ulisse, Achille e Agamennone…   
Qualche lettore, potrebbe spazientirsi per i nostri continui  paralleli tra populismo e fascismo.  Infatti, si sente dire  -  così per addolcire la pillola, magari flaianeggiando -   che  il governo giallo-verde sia una specie di democrazia cristiana, però dalle mani lunghe. Insomma, gente portatrice di una visione assistenzialista, ma pronta a farsi  rispettare: che minaccia, disposta ad arrivare fino in fondo. È, anche vero però, che lo pseudo-dramma si è svolto in due atti: prima i populisti lega-stellati,  promettevano di mettere in galera Mattarella,  poi, invece si sono accordati.  In realtà, il passo indietro lo ha fatto l’ ex  Dc al Colle.  Savona ora  è felicemente ministro.  Lo hanno premiato con gli Affari Europei. Per la serie Dracula presidente dell’Avis. Eventualmente - insomma, ammesso e non concesso -  il passaggio dai vecchi democristiani, dalla stretta di mano molle, ai nuovi, che spezzano le  falangi, non poteva non essere più simbolico. Quasi  come nei film di Sorrentino.       
Il punto però è che in Italia, dai cittadini, la democrazia liberale non è mai stata del tutto digerita… E per giunta Mussolini ancora riscuote se non consenso, umana simpatia. Anche Hitler, in certi ambienti, viene abbastanza quotato. Questa è la nostra triste eredità...
Pertanto, gli umori, in giro,   non sono molto promettenti. C’è un’atmosfera (come dire?)“da incubazione”, dove  sembrano tornare le stesse  parole d’ordine che favorirono, nei primi due decenni del Novecento,   l’ascesa delle camicie nere. Secondo Vivarelli, eccellente storico delle origini  del fascismo,  il clima culturale di  allora  era fortemente intriso di populismo. Ad esempio, Giolitti,  probabilmente lo statista italiano più grande del Ventesimo Secolo,  veniva sistematicamente disprezzato, quasi considerato un bandito. E così fu sostituito - semplificando -  da  Mussolini. Che, iniziò, subito, facendosi carico, in Parlamento,  della responsabilità politica dell'eliminazione di Matteotti. Oggi,  si direbbe, roba da Banda della Magliana.   
Ora, nessuno desidera  tracciare  equazioni dirette, al di là di qualche nostra  provocazione giornalistica,  tra il populismo giallo-verde e   fascismo in orbace.   Ma di sicuro, c’è un clima, che non depone a favore della liberal-democrazia.  E, in una situazione, di non più impossibile dissoluzione della UE, dunque all’esterno, nonché, come facilmente  prevedibile,  sempre più caotica, all’interno,  a causa del tentativo di implementare  le fantasie economiche, ieri così romanticamente evocate in Senato, si rischia che  qualche avventuriero politico, spuntato dal nulla e magari foraggiato da Mosca,   possa addirittura  farci rimpiangere  il governo giallo-verde.  
Qui, non si tratta, come sostengono alcuni,   di aspettare e vedere, per la serie lasciamoli provare, perché grillini e leghisti  in fondo, si legge, sono democristiani che nel tempo libero frequentano i poligoni di tiro. Oppure di flaianeggiare, tanto, si dice,  in Italia le situazioni possono essere gravi ma non serie. Qui il rischio è quello di ritrovarsi prigionieri di un meccanismo politico, travolgente e infernale, che  può stritolare tutto e tutti.  Qui è in gioco un sistema di vita.  Ed è già successo una volta. 

Carlo Gambescia