Il discorso al Senato di Giovanni Conte,
neopremier
Debiti ed eredità
Un
complottista potrebbe dire che ieri il neopremier Giovanni Conte, in perfetto accordo con il putinismo
della Lega e di Cinque Stelle, tra una promessa e l’altra, abbia finalmente saldato il debito con il nuovo (piccolo) Zar di Tutte le Russie. Già pronto a passare all'incasso.
Si
sa quanto pesino le sanzioni UE nel post-Oltre Cortina… Come è altrettanto noto, quanto i servizi segreti russi si siano
mossi dietro le quinte finanziando i movimenti
populisti europei. Quindi che pensare? Giudichino i lettori. E magari, battano un
colpo, se ci sono ancora, Magistratura e Guardia di Finanza.
Sul
resto del discorso di Giovanni Conte,
così fiero del titolo di professore ( a proposito, “agenti provocatori” che indaghino sul suo concorso a cattedra, no? Conte è sempre un prof che ha “abbellito”
il curriculum). Dicevamo, cosa pensare sul resto del discorso… Che c’è poco dire... Un libro dei sogni, per rassicurare la pigrizia mentale degli italiani, privo
di qualsiasi pezza d’appoggio finanziaria. Sarebbe bello, per vedere l’effetto che fa, andare con il Contratto giallo-verde in una banca qualunque e chiedere un prestito per la Famiglia Italia … Torni lunedì, questa sarebbe, di sicuro, la
risposta del funzionario. Attenzione, lunedì
del 2023…
Quanto
all’ accenno ai populisti, come gente che ascolta la gente, viene fatto di pensare che anche Hitler e
Mussolini erano considerati come due capi
sempre in ascolto del popolo... Inutile ricordare come finì. Purtroppo,
democrazia e demagogia vanno a braccetto, almeno dai tempo dell’Iliade. Ma,
oggi Tersite è al governo, e difettano i
successori di Ulisse, Achille e Agamennone…
Qualche
lettore, potrebbe spazientirsi per i nostri continui paralleli tra populismo e fascismo. Infatti, si sente dire - così per
addolcire la pillola, magari flaianeggiando - che il governo giallo-verde sia una specie di democrazia
cristiana, però dalle mani lunghe. Insomma, gente portatrice di una visione assistenzialista, ma pronta a farsi rispettare: che minaccia, disposta ad arrivare fino in fondo. È, anche vero però, che lo pseudo-dramma si è svolto in due atti: prima i populisti lega-stellati, promettevano di mettere in galera Mattarella, poi, invece si sono accordati. In realtà, il passo
indietro lo ha fatto l’ ex Dc al Colle. Savona ora è felicemente ministro. Lo hanno premiato con gli Affari Europei. Per
la serie Dracula presidente dell’Avis. Eventualmente - insomma, ammesso e non concesso - il passaggio dai vecchi democristiani, dalla stretta di mano molle, ai nuovi, che spezzano le falangi, non poteva non essere più simbolico. Quasi come nei film di Sorrentino.
Il
punto però è che in Italia, dai cittadini, la democrazia liberale non è mai
stata del tutto digerita… E per giunta Mussolini ancora riscuote se non
consenso, umana simpatia. Anche Hitler, in certi ambienti, viene abbastanza
quotato. Questa è la nostra triste eredità...
Pertanto,
gli umori, in giro, non sono molto promettenti. C’è un’atmosfera
(come dire?)“da incubazione”, dove sembrano tornare le stesse parole d’ordine che favorirono, nei primi due
decenni del Novecento, l’ascesa delle camicie nere. Secondo Vivarelli,
eccellente storico delle origini del fascismo, il clima culturale di allora era
fortemente intriso di populismo. Ad esempio, Giolitti, probabilmente lo statista italiano più grande
del Ventesimo Secolo, veniva sistematicamente disprezzato,
quasi considerato un bandito. E così fu sostituito - semplificando - da Mussolini. Che, iniziò, subito, facendosi carico, in Parlamento, della responsabilità politica dell'eliminazione di Matteotti. Oggi, si direbbe, roba da Banda della Magliana.
Ora,
nessuno desidera tracciare equazioni dirette, al di là di qualche nostra provocazione giornalistica, tra il populismo giallo-verde e fascismo in orbace. Ma di
sicuro, c’è un clima, che non depone a favore della liberal-democrazia. E, in una situazione, di non più impossibile dissoluzione della UE, dunque all’esterno, nonché, come facilmente prevedibile, sempre più caotica, all’interno, a causa del tentativo di implementare le fantasie economiche, ieri così romanticamente
evocate in Senato, si rischia che
qualche avventuriero politico, spuntato dal nulla e magari foraggiato da
Mosca, possa addirittura farci rimpiangere il governo giallo-verde.
Qui,
non si tratta, come sostengono alcuni, di aspettare e vedere, per la serie lasciamoli
provare, perché grillini e leghisti in fondo, si legge, sono democristiani che nel tempo libero frequentano i
poligoni di tiro. Oppure di
flaianeggiare, tanto, si dice, in Italia
le situazioni possono essere gravi ma non serie. Qui il rischio è quello di
ritrovarsi prigionieri di un meccanismo politico, travolgente e infernale, che può stritolare tutto e tutti. Qui è in gioco un sistema di vita. Ed è già successo una volta.
Carlo Gambescia