giovedì 21 giugno 2018


Al burocrate italiano  non far sapere  quanto è  buono Dublino con le pere…



Di tutta questa storia, abbastanza complicata per la gente comune, degli Accordi di  Dublino, del Frontex,  dei movements, secondari e primari di immigrati,  gli italiani, parliamo dell’italiano medio, dal tassista all’impiegato, dal pensionato alle maestra, dalla parrucchiera al ragioniere,  dall’operaio al coltivatore diretto,  ha capito ben poco. L'unica cosa che sembra aver capito, grazie a un governo irresponsabile,  è quella che l’UE vuole scaricare sulle spalle degli italiani tutti gli immigrati, i clandestini, i profughi, chiunque, insomma  bussi  alla  porta del Mediterraneo.  "Ci vogliono invadere. E la colpa è dell'UE". Così la banda Salvini. 
Risulta interessante, e meriterebbe uno studio a parte (perché la materia è poco frequentata), come avviene, e con quale riduzionismo concettuale,  la traduzione del discorso pubblico, per così  dire,  in pillole mediatiche.
Si prenda, ad  esempio,  la distinzione tra immigrati  di primo e secondo movimento.  Per movimenti secondari si intende la circolazione  dell’immigrato all’interno dell’UE. Dublino prevede che se  un richiedente asilo, la cui pratica non è stata ancora chiusa, abbandona il paese in cui è arrivato, per recarsi in un altro stato Ue,   quest’ultimo, semplificando, può però rispedirlo nel paese dove è approdato.  L’Italia, pretende la ridiscussione di questa norma (insieme ad altre, ovviamente). 
Il punto fondamentale però,  non sono gli arrivi, tra l’altro diminuiti, negli due anni,  dell’ottanta-novanta per cento, grazie alle intelligenti politiche di Minniti, ma la burocrazia italiana, che, purtroppo storicamente, non è in grado di chiudere pratiche in tempi ragionevoli, nonostante l’afflusso sia diminuito.  Quindi sarebbe il caso di riporre lo schioppo.
Invece però  di farsi un  esame di coscienza  e  poi prendere  a calci qualche (si fa per dire)  burocrate, Salvini dichiara da Vespa  “che è in gioco l’onore dell’Italia”.  Qual è il messaggio che riceve la gente comune? Che ha dimenticato -  non è sede questa per esaminare il perché -  cosa accadde con un signore che da Palazzo Venezia, un giorno sì l’altro pure, si riempiva la bocca, imbottendo  molte zucche vuote, però osannanti, con l’onore dell’Italia?    Qual è allora, ripetiamo, il messaggio?    Lo stesso  di una finale della Coppa del Mondo di Calcio tra Italia contro Francia o Italia contro Germania.  La traduzione mediatica -  le pillole di cui sopra -   è la seguente:   “Questa volta vinciamo noi, li facciamo neri”.   E giù cori, insulti, lanci di oggetti vari,  eccetera, eccetera. 
Chi governa, dovrebbe invece  pesare le parole. E soprattutto evitare di infiammare,   persone e soprattutto folle, che già, costitutivamente,  non capiscono di proprio,   con parole d’ordine,  vuote e pericolose. Si dirà è la democrazia. Un poco di ciccia  in pasto alla gente  si deve pur dare. Certo, ma dove fermarsi?  La democrazia,  senza un correttivo liberale, dunque la liberal-democrazia,  rischia sempre la deriva demagogica:   senza  un sano liberalismo realista, che non gioca con le parole, il pericolo resta  quello del Cesare, del Castigamatti, dell'Uomo della Provvidenza. E cocci finali.          
Anche perché, se proprio di onore dell’Italia, vogliamo parlare, lo si difende, allora, con un' amministrazione  snella, capace di funzionare, che sbrighi le pratiche  in tempi ragionevoli, mettendo gli altri stati UE davanti a precise responsabilità ("Ecco noi siamo pronti, voi?).   
Perché, diciamo la verità,  con la burocrazia, così com'è,   sarebbe difficile vagliare anche  poche decine di pratiche al mese.  Insomma, se ci si passa la battuta:  al burocrate italiano  non far sapere quanto è buono  Dublino  con le pere…   Nel senso che si mangia le pere  e non fa un cazzo (pardon), aspettando che qualcuno gli tolga le castagne di Dublino dal fuoco.  "Bella la vita, dicevi tu",  cantava Renato Zero.
Perché non si interviene?  Per la semplice ragione  che le burocrazie italiane, dai tribunali ai ministeri, persino le forze armate,  sono potentissimi gruppi di pressione, che non si possono toccare e succhiano soldi. Gli stessi  che ora vorremmo centuplicati dall'Unione Europea. Quando si dice il caso... 
Di conseguenza, in particolare quando un governo, come quello giallo-verde,  campa  sul nazionalismo,  è molto più facile, gonfiare il petto e andare allo stadio con il tricolore. Per inciso, nazionalismo e parassitismo sociale (che regolarmente si serve del protezionismo)  s’intendono alla perfezione.      
Tradotto in pillole, per l’italiano medio di cui sopra:  prendersela con  i  “Dittatori di Bruxelles” è molto più semplice.  Così come  era facilissimo  per  il Duce  prendersela con le  demoplutocrazie giudaiche.  Poi qualcuno gli presentò il conto.  A pagarlo però furono tutti gli italiani…

Carlo Gambescia