Al burocrate italiano non far sapere quanto è buono Dublino con
le pere…
Di
tutta questa storia, abbastanza complicata per la gente comune, degli Accordi
di Dublino, del Frontex, dei movements, secondari e primari di
immigrati, gli italiani, parliamo dell’italiano medio, dal tassista
all’impiegato, dal pensionato alle maestra, dalla parrucchiera al ragioniere, dall’operaio al coltivatore diretto, ha capito ben poco. L'unica cosa che sembra aver capito, grazie a un governo irresponsabile, è quella che l’UE
vuole scaricare sulle spalle degli italiani tutti gli immigrati, i clandestini, i profughi,
chiunque, insomma bussi alla porta del Mediterraneo. "Ci vogliono invadere. E la colpa è dell'UE". Così la banda Salvini.
Risulta
interessante, e meriterebbe uno studio a parte (perché la materia è poco
frequentata), come avviene, e con quale riduzionismo concettuale, la traduzione del discorso pubblico, per
così dire, in pillole mediatiche.
Si
prenda, ad esempio, la distinzione tra immigrati di primo e secondo movimento. Per movimenti secondari si intende la
circolazione dell’immigrato all’interno
dell’UE. Dublino prevede che se un
richiedente asilo, la cui pratica non è stata ancora chiusa, abbandona il paese
in cui è arrivato, per recarsi in un altro stato Ue, quest’ultimo, semplificando, può però rispedirlo
nel paese dove è approdato. L’Italia,
pretende la ridiscussione di questa norma (insieme ad altre, ovviamente).
Il
punto fondamentale però, non sono gli arrivi, tra l’altro diminuiti, negli due
anni, dell’ottanta-novanta per cento,
grazie alle intelligenti politiche di Minniti, ma la burocrazia italiana, che, purtroppo storicamente, non è in grado
di chiudere pratiche in tempi ragionevoli, nonostante l’afflusso sia diminuito. Quindi sarebbe il caso di riporre lo schioppo.
Invece però di farsi un esame di coscienza e poi prendere a calci qualche (si fa per dire)
burocrate, Salvini dichiara da Vespa “che è in gioco l’onore
dell’Italia”. Qual è il messaggio che riceve la gente comune? Che ha
dimenticato - non è sede questa per
esaminare il perché - cosa accadde con
un signore che da Palazzo Venezia, un giorno sì l’altro pure, si riempiva la
bocca, imbottendo molte zucche vuote, però osannanti, con l’onore dell’Italia? Qual è allora, ripetiamo, il messaggio? Lo stesso di una finale della Coppa del Mondo di Calcio tra Italia contro Francia o
Italia contro Germania. La traduzione mediatica - le pillole di cui sopra - è la seguente: “Questa volta vinciamo noi, li facciamo
neri”. E giù cori, insulti, lanci di
oggetti vari, eccetera, eccetera.
Chi
governa, dovrebbe invece pesare le parole. E soprattutto evitare di infiammare, persone e soprattutto folle, che già, costitutivamente, non capiscono di proprio, con parole d’ordine, vuote e pericolose. Si dirà è la democrazia. Un poco di ciccia in pasto alla gente si deve pur dare. Certo, ma dove fermarsi? La democrazia, senza un correttivo liberale, dunque la liberal-democrazia, rischia sempre la deriva demagogica: senza un sano liberalismo realista, che non gioca con le parole, il pericolo resta quello del Cesare, del Castigamatti, dell'Uomo della Provvidenza. E cocci finali.
Anche
perché, se proprio di onore dell’Italia, vogliamo parlare, lo si difende, allora, con
un' amministrazione snella, capace di funzionare, che sbrighi le pratiche in tempi ragionevoli, mettendo gli altri
stati UE davanti a precise responsabilità ("Ecco noi siamo pronti, voi?).
Perché, diciamo la verità, con la burocrazia, così com'è, sarebbe difficile vagliare anche poche decine
di pratiche al mese. Insomma, se ci si passa la battuta: al burocrate italiano non far sapere quanto è buono Dublino con le pere… Nel senso che si mangia le pere e non fa un cazzo (pardon), aspettando che qualcuno gli tolga le castagne di Dublino dal fuoco. "Bella la vita, dicevi tu", cantava Renato Zero.
Perché
non si interviene? Per la semplice
ragione che le burocrazie italiane, dai
tribunali ai ministeri, persino le forze armate, sono potentissimi gruppi di pressione, che
non si possono toccare e succhiano soldi. Gli stessi che ora vorremmo centuplicati dall'Unione Europea. Quando si dice il caso...
Di conseguenza, in particolare quando un governo, come quello giallo-verde, campa sul
nazionalismo, è molto più
facile, gonfiare il petto e andare allo stadio con il tricolore. Per inciso,
nazionalismo e parassitismo sociale (che regolarmente si serve del
protezionismo) s’intendono alla
perfezione.
Tradotto
in pillole, per l’italiano medio di cui sopra:
prendersela con i “Dittatori di Bruxelles” è molto più semplice. Così come era facilissimo per il
Duce prendersela con le demoplutocrazie giudaiche. Poi qualcuno gli presentò il conto. A pagarlo però furono tutti gli italiani…
Carlo Gambescia