Incredibile. Al peggio non vi è mai fine. Pura idiozia economica. Basterebbe sfogliare un manuale di economia per scoprire che i profitti non sono né ingiusti né giusti. Sono profitti:”l ’utile che si ricava da un’attività imprenditoriale, inteso come eccedenza del totale dei ricavi sul totale dei costi”. Detto altrimenti: un incentivo economico a investire. Se si tassano i profitti si colpiscono gli investimenti. Senza investimenti (né profitti) l’economia di mercato va a fondo.
Le stupidaggini dette dalla Meloni nel suo intervento sulla differenza su tassi attivi e passivi bancari (*) sono sullo stesso piano delle chiacchiere da bar sport tra quattro scemi, che di economia non sanno nulla. E purtroppo queste chiacchierate tra un caffè, un cappuccino e un aperitivo avvengono al Bar Sport di Palazzo Chigi. Insomma, la stupidità economica eretta a sistema di governo.
I tassi attivi e passivi si riequilibrano da soli sulla base della domanda e dell’ offerta di denaro. Quello che la banca realizza – cioè la “differenza ingiusta” secondo la Meloni – è un fattore sottoposto all’equilibrio di mercato tra domanda e offerta di credito, che si fonda proprio su questa differenza. L’ “adeguamento” tra tassi attivi e passivi non è mai automatico, riflette la domanda e l’offerta. Se la “differenza” è troppo alta, i consumatori faranno un passo indietro, se troppo bassa saranno le banche a farne uno in avanti e viceversa.
Una “differenza”, come detto, che però va a favorire capitalizzazione e investimenti bancari. Non è profitto illecito ma profitto senza altri aggettivi. La definizione di profitto illecito è tipica di chi ha una visione dirigista o statalista dell’economia, visione che mette sullo stesso piano il comando statale che ordina al benzinaio, al tassista, al banchiere, all’imprenditore a quale prezzo vendere i beni prodotti o i servizi forniti.
Il mercato non si regge sul comando, ma sul profitto di impresa, sui liberi prezzi che oscillano garantendo, proprio perché fluttuano (ad esempio, la famigerata differenza tra tassi attivi e passivi ), l’equilibrio tra domanda e offerta.
Per capirsi: l’aggiustamento tra tassi attivi e passivi è una libera decisione economica dell’imprenditore bancario in base alla oscillazione della domanda e dell’offerta di denaro. Per contro, le misure del governo vanno a colpire, tecnicamente, le oscillazioni , che sono puri e semplici processi di mercato. La “norma” economica. Perché, ripetiamo, il libero mercato funziona così: i prezzi oscillano, se non oscillassero non esisterebbe il profitto. Tutta l’economia di mercato si fonda sulla differenza di costi, di prezzi e di tassi. Quindi la misura del governo Meloni va a colpire l’idea stessa di libero mercato, libera impresa e libero consumo. Perché è lo stato a decidere l’entità dei profitti bancari, non il mercato, quindi in ultima istanza il consumatore. Il profitto, in sintesi, è un processo a cascata che garantisce la libertà del consumatore. Se viene meno il profitto, viene meno la libertà, non solo dell’imprenditore ma dello stesso consumatore.
È una misura, vista la provenienza politica di Giorgia Meloni, di purissimo stampo fascista.
Ovviamente, poiché ogni decisione economica ha le sue conseguenze, anche questa misura del governo ne avrà: 1) mancando i margini di profitto, chiedere e ottenere un mutuo sarà più difficile; 2) la “tassa”, sarà spalmata sugli altri costi bancari, favorendo così la crescita dell’inflazione; 3) con un sistema bancario penalizzato da regole dirigiste l’Italia sarà un paese sempre meno appetibile per i capitali esteri.
Tralasciamo infine le chiacchiere populiste sul fondo che verrà creato in favore, per così dire, dei consumatori di prodotti bancari. Follia economica allo stato puro: si tolgono i soldi alle banche, per darli ai consumatori, che a loro volta li restituiscono alle banche. Cioè si provocano i danni ai punti 1), 2) 3), per favorire una specie di partita di giro, elefantiaca, che in pratica rallenta il processo economico, perché lo stato si introduce, per l’appunto, come un elefante in una cristalleria: quella dei normali rapporti economici di mercato tra consumatori di prodotti bancari e banche.
Per farla breve, lo statalismo, cioè quel che si nasconde dietro le misure del governo Meloni, è prima di tutto una perdita di tempo. E il tempo, per dire una banalità, è denaro. Chi paga? Per ora le banche, poi toccherà al cittadino, quando busserà per un prestito.
Non è pura idiozia economica?
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Non sono consentiti nuovi commenti.