Il problema non è rappresentato dalla vittoria della destra nelle Marche. Le elezioni vanno e vengono. In realtà è molto più ampio.
Per quale ragione? Perché i tempi tornano a parlare la truce lingua del nazionalismo. Le varie destre, oggi denominate sovraniste, comunicano tra di loro, si collegano, fanno rete. Stanno cambiando il mondo, in particolare l’Occidente, e in peggio.
Il che emerge da dettagli che a prima vista possono apparire insignificanti. Per esempio, ieri Adnkronos, con il consueto tono semiufficioso e “in esclusiva” – che scoop… – ci ha informati che il primo ministro indiano Narendra Modi ha firmato la prefazione dell’edizione indiana di Io sono Giorgia (1). Una piccola curiosità: l’edizione americana si vanta già, con non poca spavalderia, della prefazione del figlio di Trump (2).
Quindi notizia vera, non satira. Ma la satira si scrive da sola. A quando l’edizione cinese, con prefazione di Xi Jinping? Oppure quella russa, quando cadrà la maschera anti-Cremlino (perché cadrà, cadrà…), con dedica di Putin: Io sono Giorgia, ma lui è Vladimiro?
Sembra quasi un festival folcloristico globale: dal Gange (per ora) al Cremlino, passando per i tropici. Domenico Modugno aveva visto lungo. Ricordate il suo “Pasqualino marajà”? La favola canora agrodolce del povero pescatore napoletano che sposa una principessa indiana. Una specie di sogno di Pulcinella.
“Pasqualino la guardò/ E Kalì s’innamorò/Ed in India lo portò/ Pasqualino marajà/ A cavallo all’elefante/ Con in testa un gran turbante/ Per la jungla se ne va/ Pasqualino marajà/ Non lavora e non fa niente/ Fra i misteri dell’oriente/ Fa il nababbo fra gli indù/ Ulla, ulla, là, Ulla, ulla, là” (3).
Immaginiamole, queste versioni internazionali: Brasile, con Bolsonaro che allega un manuale di sopravvivenza nella giungla e una predica sulla famiglia tradizionale. Oppure Ungheria, con Orbán e la sua appendice su come trasformare la Costituzione in un depliant turistico.
A questo punto, l’edizione indiana rischia di sembrare la meno interessante. Una tappa verso la serata mondiale fascista degli Oscar.
Sorridiamo pure di “Pasqualina marajà”. Ma si rifletta un momento. Perché non è solo folclore esotico. È politica.
Che Pasqualina, pardon Giorgia Meloni, si faccia prefare il libro da Modi non è un fatto politicamente inoffensivo. Modi non è Churchill, non è Adenauer, non è Reagan, non è De Gaulle, tutti antifascisti a prova di bomba.
Modi è il volto di un’India nazionalista e autoritaria. Gioca la partita mondiale non come “alleato”, ma come polo autonomo. Guarda di traverso l’Occidente.
Il messaggio simbolico è chiaro. L’Italia di Meloni non cerca legittimazione nel pantheon occidentale tradizionale, ma in quello dei nazionalismi globali. Non più Bruxelles o la Washington liberal-democratica, come cornici naturali, ma un Maga mondiale a Delhi, Ankara, Budapest e così via.
Altro che vittoria nelle Marche, come soffietta la stampa organica. Qui si costruisce l’Anti-Occidente. Capezzone e Porro, liberali per dire, riflettano sulle cazzate (pardon) che scrivono quotidianamente. Evidentemente non bastava il collabò Marcello Veneziani.
Il futuro rischia di essere quello di leader che si scambiano prefazioni, benedizioni e simboli per costruire un immaginario alternativo.
Una sorta di internazionale dei nazionalismi, che paradossalmente si presenta come globale proprio mentre rifiuta l’idea di globalismo.
Insomma, possiamo anche sorridere dell’edizione indiana di Io sono Giorgia. Possiamo divertirci a immaginare la versione cinese o quella saudita.
Ma sotto c’è una dinamica seria: il tentativo di legittimarsi in un club politico che non ha l’Occidente come centro, ma come bersaglio.
Alla fine, l’unica prefazione che resta a Giorgia Meloni è quella che scrive ogni giorno: non ai libri, ma all’Anti-Occidente che costruisce con atti e simboli.
Carlo Gambescia
(2) Ne parliamo qui: https://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/search?q=Skyhorse+ .
(3) Qui il testo completo: https://lyricstranslate.com/it/domenico-modugno-pasqualino-maraj%C3%A0-lyrics.html .
(4) Ad esempio qui: https://ddnews.gov.in/en/pm-modi-pays-tribute-to-netaji-subhas-chandra-bose-on-parakram-diwas/?utm_source=chatgpt.com. E qui: https://www.ndtv.com/india-news/kartavya-path-pm-modi-unveils-netaji-subhash-chandra-boses-28-feet-tall-statue-3327771?utm_source=chatgpt.com . Sulla figura di Bose e il suo rapporto con i fascismi si veda – con cautela – il saggio di Claudio Usai (2019). Qui: https://journals.openedition.org/diacronie/11363



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