venerdì 19 settembre 2025

Quando un fake diventa leggenda: Brigitte Macron e la cultura del sospetto

 



 Il caso di Brigitte Macron, accusata di essere un uomo, è un esempio classico di come una menzogna (si tratta infatti di un fake, già smontato) possa trasformarsi in una semiverità diffusa, grazie al vecchio adagio del “non c’è fumo senza arrosto”. Perché la gente comune ragiona così. I sociologi la chiamano “cultura del sospetto”. E qui – il lettore abbia la pazienza di seguirci – entriamo nel terreno paretiano dell’“istinto delle combinazioni”.

Ma procediamo per gradi.

In primo luogo, in una società libera l’accusa non dovrebbe avere alcun peso: ognuno è libero di fare ciò che vuole del proprio corpo e del proprio sesso. E invece non è così: se un uomo diventa donna e, per di più, trova marito, resta ancora qualcosa di cui vergognarsi. L’accusa pesa – altrimenti Brigitte non si sarebbe rivolta ai giudici per diffamazione. Sarebbe bastato dire: “Sono una donna, e anche se non lo fossi, non ho nulla di cui vergognarmi”. Non si può lasciare ai fascisti il monopolio delle idee omofobe su dio, patria e famiglia. Un vero liberale deve avere il coraggio di difendere la libertà autentica, senza autoritarismi.

In secondo luogo, la vicenda mostra la permeabilità dei meccanismi giudiziari. Un terreno che sconfina nell’ipocrisia, riducendo il liberalismo giuridico – valorosa conquista dei moderni – a una mascherata. Il problema non è l’onere della prova, né a chi spetti, ma il fatto che qualcuno debba provare ciò che non meriterebbe nemmeno di essere messo in discussione. In una società non omofoba non vi sarebbe bisogno di provare nulla.

In terzo luogo, una volta che si è insinuata l’idea – “Brigitte Macron potrebbe essere un uomo” – la giustizia liberale, ridotta a macchietta, pretende le prove provate. E intorno ai suoi meccanismi, che dovrebbero essere riservati a questioni più serie, si sviluppa la cultura del sospetto: “non c’è fumo senza arrosto”. E poiché Brigitte è moglie del Presidente della Repubblica, l’insinuazione diventa pesante argomento politico.

Infine, in quarto luogo, la menzogna si fa leggenda. A prescindere da qualsiasi sentenza, la presunta origine maschile di Brigitte Macron continuerà a circolare, soprattutto negli ambienti fascisti e affini. Anche perché la cultura del sospetto rinvia direttamente a quell’“istinto delle combinazioni” studiato da Pareto: nessuna prova è mai sufficiente a impedire all’uomo di credere alle più strane connessioni pseudo-logiche. Lo stesso meccanismo che alimenta il “non c’è fumo senza arrosto”.

Tre secoli di rivoluzioni liberali, insomma, sono pochi per cambiare i comportamenti umani. E la vicenda di Brigitte Macron lo dimostra.

Carlo Gambescia

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