martedì 16 settembre 2025

Mondo. La “svolta nera” di settembre



La prima metà di settembre, oltre al cartellino rosso di Meta nei riguardi di Carlo Gambescia ( stiamo scherzando), ha messo insieme alcuni eventi che indicano una autentica svolta. Un "svolta nera": xenofoba, reazionaria e bellicista.

5 settembre Stati Uniti:  cambio di nome al “Department of Defense”. Trump ha imposto “Department of War”.
9-10 settembre Europa: violazione da parte russa dello spazio aero polacco.
10 settembre Stati Uniti: uccisione di Charlie Kirk, influencer di estrema destra.
12-13 settembre Europa: violazione dello spazio aereo rumeno sempre da parte russa.
13 settembre Inghilterra, Londra: grande manifestazione razzista dall’evidente matrice fascista (xenofoba e reazionaria). Più di centomila persone, non pacifica. Qualcosa che non si vedeva dalle grandi adunate nazifasciste degli anni Trenta del Novecento.
15 settembre Europa:  il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dichiara che la NATO è “de facto in guerra con la Russia”.

Guerra e fascismo sono tornati sulla cresta dell’onda. Guerra, sia nel senso di guerra civile, sia di guerra guerreggiata, come, per ora, nell’Ucraina aggredita dai russi, e stando a Peskov tra Nato e Russia.

I due fenomeni – guerra e fascismo – si rinforzano a vicenda, dal momento che veicolano, più che velocemente, una sensazione di insicurezza collettiva. Che però – ecco il mantra del nuovo fascismo – si può evitare cedendo alla tirannia russa e sbattendo la porta in faccia ai migranti e scacciando gli immigrati, aprendo – ecco quel che non si dice – alla tirannia fascista. Perché poi toccherà ai normali cittadini.

Le destre di stampo fascista (xenofobe e reazionarie) vincono, come Trump negli Stati Uniti e Meloni in Italia (solo per fare due esempi), perché per un verso creano e amplificano il problema e per l’altro si presentano come la soluzione. Qui emerge tutta la responsabilità del mass media tradizionali nel rilanciare una percezione alterata delle cose e tutta la potenza dei social network nel moltiplicare le fonti del pericolo sociale.

Il fatto che però ha maggior valore simbolico, e che presto si trasmetterà, per mimesi anche all’Europa, è quello del cambiamento di denominazione al Ministero della Difesa, introdotto da Trump. Fu Truman, nel 1947-1949 a volere il cambio di nome: da Ministero della Guerra  a  Ministero della Difesa, presto seguito dagli alleati europei, e imitato un poco in tutto il mondo, Italia compresa. In Russia esisteva addirittura fin dal 1946. E tuttora, ironia della sorte, non è cambiata la sua denominazione.

Il messaggio era chiaro: basta con le guerre di aggressione. La guerra veniva ammessa solo come strumento di autodifesa. Il tutto era ed è molto idealistico, però indicava, almeno sul piano delle intenzioni, un desiderio di pace.

Oggi invece, la parola di moda è guerra. Trump, da buon fascista (xenofobo e reazionario), ne ha preso subito atto. In qualche modo siamo davanti alla consacrazione della prossima guerra civile mondiale. Civile perché interna all’Occidente: tra liberali (sempre di meno) e fascisti (sempre di più), come preannuncia la morte di Charlie Kirk  e in precedenza di Melissa Hortman. Ma guerra anche esterna: tra Stati Uniti ed Europa, tra Europa e Russia, per cominciare. Con la Cina, che non è un esempio di liberal-democrazia, minacciosa, sullo sfondo.

Alcuni lettori si saranno accorti che non abbiamo citato Israele. E per una semplice ragione. Siamo davanti a una guerra difensiva , sfuggita di mano a un governo di estrema destra. Un “disastro” che sembra creato a bella posta – la feroce stupidità di Netanyahu non conosce limiti – per alimentare il fuoco dell’antisemitismo mondiale, che mette Israele, il suo Governo e gli Ebrei sullo stesso piano, evocandone la seconda distruzione (la prima fu in Europa, tra il 1933 e il 1945). Non si dimentichi mai che coloro che attaccano Israele sono gli stessi che sostengono Putin. Quanto a Trump, non c’è da fidarsi: per ora vede solo buoni affari. E si sa gli interessi cambiano. Non dimentichiamo che la destra antisemita, con la quale ha flirtato il defunto Kirk, ha votato per lui.

Ripetiamo: la svolta di settembre mostra che guerra e fascismo sono tornati prepotentemente sulla scena.

Che fare? Chi alimenta paura e insicurezza crea il problema e si propone come unica soluzione, chi non lo vede, rischia di arrivare impreparato a uno scenario in cui il caos e la violenza diventano la nuova realtà.

Però, qui, sorge un’altra domanda, basterà tenere gli occhi aperti?

Carlo Gambescia

Nessun commento:

Posta un commento