Questa mattina i titoli dei giornali italiani sembrano quelli dell’estate del 1939. E visto che oggi ricorre l' 11 Settembre, va detto, come ora vedremo, che nel 2001 l’Occidente liberale provò di essere ancora unito. Oggi non è più così.
Un passo indietro.
Questa destra al potere, dagli Stati Uniti all’Italia, e ovunque sia al comando, ma anche all’opposizione – si pensi alla Francia – sta facendo del suo meglio (per così dire) per scatenare i peggiori istinti bestiali della guerra: civile, fredda o vera e propria.
Ha infranto il patto. Quale patto? Quello della modernità e del liberalismo, favorendo la coalizione di tutti gli avversari storici della società aperta, sconfitti nel 1945.
Si pensi al risveglio improvviso di animali preistorici. I titoli di oggi parlano di un mondo sull’orlo della guerra. Per quale ragione? Perché Putin ha inviato i suoi droni sui cieli della Polonia, prontamente abbattuti.
Perché questo? Perché è blandito da un presidente americano, Donald Trump, che sembra uscito da un film di Chaplin, troppo impegnato a scatenare la guerra civile nel suo Paese, come prova l’uccisione di ieri di un ideologo di estrema destra (bandiera a mezz’asta fino a domenica).
Per inciso, sono subito arrivate le “condoglianze” di Giorgia Meloni alla comunità conservatrice. Sul caso della deputata democratica Melissa Hortman — uccisa il 14 giugno 2025 insieme al marito — non risulta, nelle ricostruzioni dei principali organi internazionali, una dichiarazione pubblica di cordoglio da parte della premier.
Questo per dire il clima conflittuale che aleggia e che favorisce mostri preistorici assetati di sangue, puntando alla conquista del mondo.
Trump vuole Groenlandia, Canada, Panama; Putin i vecchi satelliti sovietici e probabilmente anche l’Europa; Giorgia Meloni sogna di espugnare Bruxelles, per ora politicamente, ma vuole anche il Mediterraneo e l’Africa. Parla di Piano Mattei, e anche se è solo propaganda, dietro c’è l’ideologia del Mare Nostrum e del posto al sole. La Cina vuole Taiwan e probabilmente punta al Pacifico, togliendo di mezzo il Giappone.
Sembra fantapolitica, invece è realtà.
E l’Europa? Subisce. Il patto, come dicevamo, è infranto. La società aperta è sotto attacco: mercato, stato di diritto, democrazia parlamentare vengono giudicati inutili. Ursula von der Leyen appare debole, più preoccupata di sopravvivere ai giochi di palazzo di Bruxelles che di affrontare con decisione le nuove minacce.
Pertanto i Putin e i Trump non sono che un ritorno al passato.
E la sinistra? Attacca Israele e predica la pace. Mettere Israele sullo stesso piano di questi mostri preistorici assetati di sangue è un grave errore. È vero che Netanyahu è della stessa stoffa di Putin e Trump – che infatti lo difendono o comunque non contrastano – ma è altrettanto vero che Israele non si riduce al suo governo. C’è un popolo ebraico, ci sono opposizioni politiche, c’è una società civile ricca e aperta. Tutti aspetti che provano che Netanyahu rappresenta se stesso, le sue torve idee politiche e un pugno di estremisti.
Nell’immaginario collettivo, però, la sinistra con le sue feroci campagne rischia di confondere i piani e di risvegliare i demoni dell’antisemitismo: la gente comune fa due più due uguale quattro. Detto alla buona: “i soliti ebrei”.
Perciò, ripetiamo, la retorica anti-Netanyahu – che rappresenta solo il governo israeliano e non il popolo né l’ebraismo in quanto tale – rischia, con la complicità di certa sinistra illiberale, di favorire il risveglio di un altro mostro preistorico: l’antisemitismo. Peggio ancora, c’è il rischio di far passare per “difensori di Israele” personaggi come Trump, la cui retorica ha spesso flirtato con ambienti di estrema destra, inclusi alcuni antisemiti.
In questo gravissimo contesto, praticamente il mondo è in fiamme o quasi, Giorgia Meloni che fa? Se ne va a New York per un fine settimana con la figlia. Il che ricorda, come mentalità, quindi non di fatto, un certo Herr Eichmann, che di ritorno a casa, appesa la divisa all'armadio, giocava con i suoi bambini e con i fedeli cani.
Si chiama banalità del male. E male chiama male.
Carlo Gambescia


Condivido Carlo. Walter C,
RispondiEliminaGrazie Walter! Bentornato.
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