mercoledì 27 agosto 2025

Castrazione chimica? Salvini si è già castrato da solo… Al cervello

 


Non c’è peggior modo di cominciare la giornata che quello di leggere la seguente dichiarazione di Salvini a proposito del presunto stupratore del parco romano di Tor Tre Teste.

La Lega continua a ritenere che, per pedofili e stupratori, la castrazione chimica sia la soluzione (già sperimentata in numerosi altri Stati, anche da governi di sinistra) per evitare che ricommettano la violenza più terribile che donne e bambini possano subire” (*).

Certamente. Sparare nel mucchio. Pedofili, stupratori, per iniziare. Mai mettere limiti alla provvidenza leghista…

Castrazione chimica: che grande idea! La soluzione perfetta, semplice, rapida, indolore (per Salvini, ovviamente, non per i diretti interessati). E soprattutto così rassicurante: basta una punturina e via, la società è salva.

Un pensiero geniale, degno della miglior tradizione del bar sport, o ancora meglio da birreria monacense ai tempi di Hitler, come vedremo, dove il complesso delle questioni sociali, educative, culturali, viene risolto con un colpo secco: tagliateglielo! E giù brindisi.

Attenzione: il ragazzo del Gambia, ventisei anni, sembra un regolare rifugiato politico. Se, come si legge, ha commesso un crimine, tra l’altro odioso, deve andare a processo, e se ritenuto colpevole, eccetera, eccetera. Si chiama giustizia. E qui si pensi alla violenza subita da una donna: è un trauma che resta inciso nella carne e nell’anima, non cancellabile con slogan da talk show. È la società che deve proteggere le vittime e garantire un processo giusto, non la chimica di Stato. Perché la giustizia non è vendetta, e tanto meno spettacolo elettorale.

Punire il colpevole, se tale, è doveroso. Ma confondere un rifugiato con un mostro da laboratorio è scivolare nella barbarie.

Il che significa che va assolutamente evitato l’accanimento secondo lo schema hitleriano dell’eliminazione fisica del problema.

E qui veniamo alla birreria. Non a caso: a Monaco, le prime riunioni del nascente partito nazista avvenivano proprio tra un boccale e l’altro. Lo spirito da birreria, insomma, non è innocuo: è il luogo in cui la logica brutale e semplificatrice del “problema da eliminare” si fa chiara e quasi rituale.

La logica di Salvini, in fondo, è la stessa: i problemi sociali non vanno compresi né affrontati alla radice, ma spazzati via in fretta, con una soluzione tecnica, brutale e disumanizzante.

Non importa se si tratti di ebrei, malati psichiatrici, zingari o, oggi, migranti ed emarginati sessuali: l’importante è “togliere di mezzo”, così che il bravo cittadino medio possa tornare a sorseggiare la sua birra, ascoltando le pericolose baggianate di Salvini, come nelle birrerie di Monaco, ci si deliziava con quelle di Hitler: tutti convinti, Hitler, Salvini, e amici di boccale, che la società debba essere finalmente purificata. E come detto: giù brindisi.

La vera civiltà liberale, che non è di destra né di sinistra (che certa sinistra sia favorevole alla castrazione chimica, indica una svolta nazista, non che la destra abbia ragione), non si misura dal numero di iniezioni chimiche, ma dalla capacità di integrare, educare, dare opportunità.

Hitler scelse l’eliminazione fisica; Salvini, con più eleganza farmacologica, sogna l’eliminazione chimica. Ma la logica di fondo è sempre la stessa: evitare di fare i conti con la complessità umana, riducendo tutto a una ricetta da pronto soccorso politico.

Per tornare sul punto, ci si potrebbe ingenuamente chiedere: che pensare dei ragazzi emarginati, i migranti isolati, quelli che non hanno mai avuto un contatto normale con una coetanea? Carcerati sociali… A cielo aperto…

Certo, il nostro è dettaglio da anime belle. Perché educare, integrare, offrire alternative, aprire spazi di libertà e inclusione quando  ci si può affidare alla chimica? Certo, roba da sinistra radical chic, roba "buonista",  mica da veri uomini.

La Lega, in fondo, ama i rimedi chirurgici: ieri i porti chiusi, oggi le ghiandole chiuse. Domani, chissà, magari la lobotomia per i dissidenti.

Si dirà: ironizzo. No, prendo sul serio. Perché la vera violenza, quella che non finisce mai, è contro il pensiero libero e contro i più deboli: i migranti, i ragazzi lasciati ai margini, quelli senza voce. Quelli che, per Salvini, non meritano né un’educazione sentimentale né un futuro diverso. Ma solo un’iniezione. Chimica, ovviamente.

So di dirla grossa. Ma io castrerei Salvini. Anche se, a ben vedere, sarebbe inutile: la sua stessa logica si è già incaricata di tagliargli via il cervello.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.adnkronos.com/cronaca/roma-stupro-al-parco-di-tor-tre-teste-fermato-aggressore-ero-drogato_3R4mrMSL2RsbmBwnHvpjqC .

2 commenti: