Libertà sotto assedio
Il Campo dei Santi di Jean Raspail. Un articolo critico contro
questo libro, e in particolare verso l’operazione editoriale che lo
ha trasformato in allegato a “La Verità” e “ Panorama”, operazione
gestita da Belpietro, mente giornalistica della versione italiana
della teoria della sostituzione, ha causato, per il momento, il blocco
della nostra pagina Facebook.
Così va la libertà di pensiero oggi in Italia. Molto triste, non solo
per noi, ma per i censori che dimostrano ogni giorno di temere più le
idee che la realtà, incapaci di confrontarsi con critiche argomentate e
riducendo il dibattito pubblico a una sterile guerra di silenzi. Se
questo non è fascismo digitale, allora che cos’è?
Invece di crescere nella conoscenza e nella responsabilità, ci
rinchiudono in bolle di conformismo, dove l’unico diritto tutelato
sembra essere quello di proteggere dogmi e interessi editoriali, a
scapito della libertà di pensiero e della verità.
E quel che è triste, è che gli stessi lettori, non tutti ovviamente,
si voltano dall’altra parte. Forse temono il contagio e di essere a
loro volta schedati o bloccati per aver letto e condiviso un nostro
articolo.
Origini di un mito
Prima di recensire il libro di Raspail, letto alcuni anni fa
nell’edizione italiana, proposta dalle edizioni di Ar di Franco Freda
(1), desideriamo chiarire origini e significato della teoria della
sostituzione.
La cosiddetta “teoria della sostituzione” nasce come formula nel 2011 con lo scrittore francese Renaud Camus (Le Grand Remplacement).
L’idea però affonda negli anni Sessanta-Settanta, tra nostalgici dell’impero
coloniale e scrittori, per l’appunto, come Jean Raspail (Le Camp des
Saints, 1973). A monte ancora, vi sono le paure demografiche e razziste
di fine Ottocento e del primo Novecento (Gobineau, Chamberlain, miti sul
“suicidio dell’Occidente” ). Spesso ci si richiama al fantomatico“Piano Kalergi” (anni Venti-Trenta ), un mito complottista senza fondamento
storico.
Inciso: alcuni vi accostano anche Sottomissione (2015) di Houellebecq. Libro che fece rumore. Però, a dire il vero, affiancare uno scrittore così raffinato, che gioca soprattutto sui paradossi postmodernisti, a questa ciurmaglia ci sembra fuorviante.
Anche perchè siamo decisamente alle radici della cultura pre-fascista e pre-nazista che con il "post moderno" ha poco a che vedere. Detto altrimenti il termine è recente, ma l’immaginario che lo alimenta
ha radici molto più antiche. La teoria afferma che le popolazioni
europee bianche e cristiane stiano venendo progressivamente sostituite
da immigrati, soprattutto musulmani. E che dietro vi sia una mente:
quella del capitalismo internazionale che vuole mano d’opera a basso costo. Neppure oggi si fosse agli inizi della rivoluzione industriale e non nel pieno di un' economia informatizzata e globale che si nutre giustamente di specialismi e
specialisti ben pagati.
La “sostituzione” italiana
Renaud Camus, da autore non del tutto banale, si è trasformato negli
anni Duemila in ideologo dell’estrema destra identitaria. Le sue tesi,
oggi ampiamente criticate come complottiste e razziste, hanno avuto eco
nei movimenti fascisti, populisti e suprematisti.
Per quel che riguarda l’Italia alcuni esponenti della destra
italiana hanno fatto riferimento, direttamente o indirettamente, alla
cosiddetta “teoria della sostituzione etnica”: tra questi Giorgia
Meloni, che già nel 2016 parlava di “prove generali di sostituzione
etnica” e che insieme ad Alessandro Meluzzi e Valentina Mercurio ha
scritto il libro Mafia nigeriana. Origini, rituali, crimini (
Oligo 2019), esplicitando la tesi di un presunto progetto per cambiare
l’etnia europea; lo stesso Meluzzi contribuisce alla diffusione di
questa narrativa; Francesco Lollobrigida nel 2023 ha citato apertamente
la sostituzione etnica; Carlo Ciccioli nel 2021 l’ha collegata a
demografia e aborto; Andrea Delmastro nel 2021 l’ha evocata come
scenario negativo da evitare; Elena Donazzan nel 2024 ha associato
matrimoni misti e immigrazione a rischi culturali; infine Matteo
Salvini, potente alleato di Giorgia Meloni, già nel 2015 parlava di
un’“operazione di sostituzione etnica coordinata dall’Europa”, inserendo
il tema nella retorica politica della Lega (2).
La flottiglia del Gange
Ma veniamo finalmente al libro di Raspail. Secondo la trama del
romanzo, la cosiddetta flottiglia del Gange – oltre un milione di
indiani disperati – non si limita a fuggire dalla miseria: pretende di
prendersi la Francia, e con essa l’Europa intera. Qui sta il sottinteso
polemico: gli ex colonizzati che si vendicano sui colonizzatori, i
“dannati della terra” che rovesciano il tavolo della storia. Una rivalsa
presentata non come processo politico o sociale, ma come invasione
biblica.
La paura confezionata
Infatti il richiamo al "Campo dei Santi”, tratto dall’Apocalisse,
non è certo casuale. Raspail prende in prestito l’immaginario del
Giudizio Universale, dove le orde del Male assediano i giusti, per
trasferirlo di peso alla cronaca contemporanea. Così, i migranti laceri e
affamati diventano, senza troppi giri di parole, i seguaci di Satana
pronti a spazzare via l’Occidente. Un’operazione retorica grossolana ma
efficace: basta citare la Bibbia – e per di più un passo apocalittico –
per incorniciare la narrazione dentro lo schema del “noi buoni/loro
cattivi”. In tal modo, il lettore viene messo subito sulla difensiva,
incitato a vedere nell’arrivo degli stranieri non un fenomeno
storico-sociale, ma la fine dei tempi. Una drammatizzazione teologica,
insomma, che serve a dare autorità a un discorso politico mascherato da
profezia.
Il grottesco come strumento politico
Il romanzo gioca a costruire due scenari, ma lo fa con un’aria da
catastrofe annunciata che lascia più perplessi che impressionati.
Da una parte c’è la descrizione della flottiglia disperata: barconi
fatiscenti, sofferenza umana, esodi da incubo. Sì, il quadro è tragico,
ma la narrazione sembra più un catalogo di orrori per shock emotivo che
un vero approfondimento.
Va detto per inciso, che la prosa truculenta del libro, ricorda alcune pagine altrettanto cruente, contro gli ebrei del Mein Kampf hitleriano. Libri macabri, orripilanti, repulsivi, raccapriccianti. Eppure...
Dall’altra , i politici francesi: ritratti come incapaci, vacillanti,
pronti a soccombere davanti a un’invasione che il libro vuole
“apocalittica”. Il problema è che questa rappresentazione è
caricaturale, riduce la realtà a una sceneggiatura da allarme.
Intorno a tutto ciò si muovono artisti, giornalisti, preti,
professori, militari… figure che dovrebbero aggiungere spessore, ma
diventano pedine schematiche: o favorevoli, o contrari, senza sfumature.
E poi i leader simbolici della flotta: un guru chiamato “Coprofago”
(mangiatore di sterco) e un oracolo deformato, che ricorda i mostri
gelatinosi e latomici di Lovecraft ( per inciso, altro punto di
riferimento per una destra demonizzante; il razzismo dello scrittore
americano, è piuttosto noto).
Insomma l’assurdo diventa grottesco, e la storia perde credibilità.
Lo sbarco e la “marcia verso nord” vengono raccontati come se i migranti
fossero una marea inarrestabile che cancella culture e identità:
un’apocalisse etnica confezionata per spaventare.
Per dirla tutta, accettare la normalità dell’Ubi bene, ibi patria?
Non sia mai. Si deve per forza piantare la bandierina di una civiltà
occidentale bianca, intollerante, nemica dell’Illuminismo e del
liberalismo. La stessa che oggi è sulle labbra dei Trump, delle Meloni e
di tutta la compagnia cantante di una destra che, cupamente, sconfina
nel fascismo.
Idee-forza e slogan
Il romanzo non è tanto un’analisi sociale o politica, quanto un
esercizio di panico morale. Fa leva sulla paura dell’altro, esagera,
moralizza, scolpisce, demonizzandolo il nemico con la pelle dal
colore “diverso”.
In realtà come si legge in una acuta analisi che “smonta”, economicamente parlando, la teoria della sostituzione,
“non esiste un futuro predeterminato: lo scontro delle civiltà è
possibile, ma lo è anche l’incontro di civiltà . Molto dipende dalla
politica: dal sapere mettere l’accento su ciò che unisce rispetto a ciò
che divide, sulla tolleranza dell’altro, sulle buone prassi, sulle
azioni concrete nella scuola e nel lavoro. Purtroppo, quasi ogni giorno
vediamo come sia più facile iniziare un incendio che spegnerlo” ( 3).
L’operazione editoriale
Si dirà che forse esageriamo nelle critiche e nelle previsioni. Dal
momento che anche se Il Campo dei Santi venduto come allegato, non
tutti compreranno o leggeranno il libro. Chi lo acquisterà, magari
lo terrà solo in bella mostra a casa, accanto a quelli di Vannacci,
altro personaggio che non ha mai disdegnato di mostrare il suoi interesse per la teoria della sostituzione (4).
Può darsi, tuttavia, si trasformeranno in slogan, efficacissimi,
frasi del libro colte qui e là: le famose idee-forza di Sorel, altro
pericoloso e disordinato pensatore pre-fascista.
La cosa più grave è l’operazione editoriale. I topi sono usciti
un’altra volta dalla fogne. E non hanno timore di mostrarsi alla luce
del sole delle edicole e delle librerie.
È vero che Il Campo dei Santi è stato tradotto in molte lingue: insomma, una specie di bestseller. Però, ecco il punto, il libro circolava attraverso canali alternativi dell’estrema destra, un po’ come, per fare un esempio terra terra, circolava una volta la letteratura pornografica, prima che aprissero i Sexy Shop e che, in generale, nessuno si scandalizzasse più.
Ora non è più così. Non si grida allo scandalo. E non si ravvisa più un pericolo nella diffusione di idee razziste.
Il liberalismo sconfitto dal macabro
Raspail, ora lo si trova in edicola. Ha vinto un inutile viaggiatore, che
nulla ha imparato dal caleidoscopio culturale passatogli sotto gli
occhi, uno scrittore ripetitivo e mediocre, un pericoloso romantico
politico come tutti i fascisti (5).
Non ricordiamo esattamente dove, ma André Glucksmann osservò che il comunismo sarebbe stato sconfitto quando Arcipelago Gulag si sarebbe trovato perfino dal giornalaio. E così è stato.
La stessa osservazione vale oggi per il liberalismo, ma in maniera
rovesciata: sconfitto non da un inno alla libertà come quello di
Solženicyn, ma da Il Campo dei Santi di Raspail, un macabro richiamo
all’odio.
Carlo Gambescia
(1) Qui il catalogo: https://www.edizionidiar.it/. Qui la pagina dedicata al romanzo di Raspail: https://www.edizionidiar.it/?s=raspail .
(2) Qui: https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/09/16/i-mafiosi-nigeriani-selvaggi-e-cannibali-tutte-le-perle-del-libro-di-giorgia-meloni/7289823/ (Meloni); https://www.avvenire.it/attualita/pagine/lollobrigida-inciampa-sulla-sostituzione-etnica (Lollobrigida); https://www.ilsussidiario.net/news/se-non-si-fanno-figli-altre-etnie-ci-sostituiranno-carlo-ciccioli-fdi-su-aborto/2123041/ (Ciccioli); https://www.fratelli-italia.it/def-delmastro-per-governo-soluzione-problemi-e-sostituzione-etnica/ (Delmastro); https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2024/06/05/assessore-fdi-matrimoni-misti-favoriscono-terroristi_978965fa-d71d-4c44-8e48-313e349849f8.html (Donezzan); https://pagellapolitica.it/articoli/meloni-salvini-sostituzione-etnica (Meloni e Salvini).
(3) Qui: https://lavoce.info/archives/58238/errori-e-orrori-della-teoria-della-grande-sostituzione/ .
(4) Qui:
https://lespresso.it/c/politica/2025/5/17/remigration-summit-gallarate-lega-vannacci-milano-manifestazione-schlein-scontri/54373
.
(5) Qui una delle sue ultime interviste: https://www.barbadillo.it/91393-addio-a-jean-raspail-patriota-e-gigante-della-letteratura-europea/ .