La cosa più grave è che quando Giorgia Meloni rilascia dichiarazioni come quelle che si possono leggere nella seconda parte del nostro articolo, nessuno le contesta per quello che sono: lezioni di consumata ipocrisia.
A dire il vero sono bugie dietro cui si nasconde un odio atavico contro la sinistra o comunque verso chiunque non ragioni come un missino dalle salde radici fasciste.
Le sinistre, quando e se replicano, si lanciano in polemiche altrettanto fuorvianti, da piazze televisive, senza andare al nocciolo surreale della questione: la realtà evocata dalla Meloni non esiste, per la serie – semplificando – “il re è nudo, ma nessuno parla”. Ormai anche Mattarella sembra aver perso smalto politico.
Sarà pure una banalità, ma secondo l’espressione attribuita a Goebbels, una bugia ripetuta un milione di volte si tramuta in verità. Una bugia tira l’altra, sicché a poco a poco il sentire comune cambia: la surrealtà vince sulla realtà.
Se il prossimo presidente della Repubblica, riforme costituzionali o meno, sarà di destra o di addirittura di Fratelli d’Italia, il cerchio della surrealtà rischia veramente di chiudersi come un cappio intorno al collo degli italiani
Giorgia Meloni è consapevole di mentire? Oppure vive in un mondo surreale, tutto suo? Interessante quesito psicologico e storico. Diciamo che per essere ritenuta in buona fede, svolge attività politica da troppi anni. Insomma non è un’ ingenua. Quindi, per dirla alla buona, siamo davanti a una faccia di bronzo degna di un monolite dell’Isola di Pasqua. Cosa molto pericolosa. Anche perché è vero che i politici non sono dei santi. Insomma, in politica, l’ipocrisia è moneta corrente. Però se alla faccia di bronzo si accompagna un pedigree neofascista la libertà rischia grosso.
Ma veniamo finalmente al punto. Si legga qui (*):
“Voglio esprimere solidarietà per le nostre forze di polizia, ci sono campagne denigratorie che di tanto in tanto vengono fuori (…) In Italia ci sono dei professionisti del disordine pubblico (…). Dal 7 ottobre abbiamo avuto oltre mille manifestazioni a sostegno della Palestina, in Italia il diritto di manifestare viene garantito nel 97% dei casi non c’è stato alcun problema, nel 3% ci sono state criticità, e eventualmente le responsabilità si sanzionano”.
“Io cerco di dare risposte ai problemi degli italiani, alla Nazione, loro, a sinistra, si preoccupano di quanto successo 70 anni fa”,
“I familiari [di Chico Forti] hanno atteso tanto, ho lavorato in silenzio su queste cose, ho chiesto di pazientare, quello su Chico Forti è stato uno degli obiettivi che mi sono data. Una delle emozioni più belle, ora c’è un iter complesso, per far sì che dopo 24 anni di detenzione possa vedere la sua famiglia”.
Strano vocabolario. Chi condanna il comportamento violento e illegale della polizia è un “denigratore”. Quanto alle manganellate, sono definite “criticità”. E poi, che sarà mai, riguardano solo 30 manifestazioni su 1000? L’ordine pubblico si calcola un tanto al chilo... Che faccia di bronzo.
70 anni fa, anzi 81, cadde una dittatura. Che dopo due anni di guerra civile fu definitivamente spazzata via. Resta solo un piccolo dettaglio. Che il partito da cui proviene Giorgia Meloni sorse dalle ceneri del fascismo sonoramente sconfitto. Perciò se qualcuno chiede conto a Giorgia Meloni di queste cose è nel suo pieno diritto politico e morale. Molti “problemi” italiani nascono e provengono da quel gigantesco busto di gesso imposto all'Italia con la violenza dai fascisti: gli avi politici di Giorgia Meloni. Però meglio non parlarne... Che faccia di bronzo.
Non ha una famiglia in pena anche Ilaria Salis, che, cosa non secondaria, non è stata ancora condannata? E che quindi è presuntivamente innocente? A differenza di Chico Forti, la cui condanna è passata in giudicato? Certo, la Salis è di sinistra. Non sia mai… Quindi vendetta tremenda vendetta. Ma, ovviamente, non si dice... Che faccia di bronzo.
Carlo Gambescia
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