Al posto di Giorgia Meloni, ci fregheremmo le mani: con una sinistra così è Palazzo Chigi per tutta vita.
Che malinconia. E qui si pensi alla particolare tristezza dell’elettore liberale altrettanto critico verso la destra, costretto a ritrovarsi in sgradita compagnia, al momento del prossimo voto europeo, di gente come Mannelli (autore della vignetta, qui in copertina*) e del “Fatto” che lo ospita. Un mondo giornalistico equivoco e volgare che raccatta e rappresenta il peggiore qualunquismo di sinistra. Anche grafico.
In realtà non si tratta solo di una vignetta. Si prendano come esempio di contenuti quotidiani, “La Repubblica”, “La Stampa”, “Domani”, giornali che “dovrebbero” ragionare ( si notino condizionale e virgolette) nel senso di formulare intelligenti proposte alternative.
E invece che accade? Per un verso si grida, anche giustamente, alla democrazia illiberale, all’attacco allo stato di diritto, per l’altro, guai però a parlare male dei giudici amici e “manettari”, di privatizzare l’Italia dalla A alla Zeta, di tagliare, e di brutto, i tributi.
Oppure, per quanto riguarda la politica estera, di schierarsi dalla parte dell'Occidente liberale puntando sulla solidarietà senza indugi verso Ucraina e Israele.
Purtroppo il problema è politico: leader come la Schlein Conte, Fratoianni, lo stesso Bonelli, sono innanzitutto arroganti statalisti, ai quali Occidente, capitalismo e Nato non sono mai andati a genio. Proprio come Fratelli d’Italia e alleati. Non sia da retta alle conversioni meloiniane degli ultimi cinque minuti, in attesa che Trump faccia piazza pulita dei liberal.
Solo per dirne una: Giorgia Meloni nel 2018 si congratulò con Putin per la sua rielezione. Proprio come Salvini nel 2024. La moderazione di oggi è una tattica al servizio di una strategia estremista. Per capirsi: manganello e doppio petto. Un classico politico che non delude mai.
Ciò significa che alla prossime europee l’Italia non sarà in grado di presentare una proposta liberale. Quanto ai liberali europei sono quasi da sempre su posizioni socialdemocratiche ed ecologiste. Insomma statalisti, come i cugini della sinistra e i fratelli coltelli della destra in Italia.
A qualcuno potrebbe sembrare che sul welfare vi sia una qualche differenza tra la sinistra del “culo in faccia” e la destra dalla derisoria e altrettanto volgare della testa nascosta sotto la giacca. Non è così. Altro che chiaro dividersi sul rifiuto o meno di un costoso protezionismo sociale! Ci si divide sull' interpretazione. Si fa filologia romanza del welfare. La sinistra vuole estendere il welfare ai migranti, la destra vuole escluderli. Ed è tutto.
Un’ultima cosa. La “manfrina” europea, cioè il tirarla per lunghe sugli aiuti militari all’Ucraina invasa dai russi, si riduce alla lunga messinscena tra destra (sì, “ni”, no) e sinistra (“ni” e no), sull’ emissione di bond, una cosa, come dovrebbe essere noto, dai tempi organizzativi lunghissimi. Visto che siamo in tema: una presa per il culo.
Per contro sulla questione, vitale, dell’invio delle truppe, destra e sinistra concordano: “Non è ancora il momento” (destra); “Sarebbe pericoloso” (sinistra). Morale: l’Ucraina rischia di finire nelle mani dei russi, accrescendone l’appetito, mentre in Europa che si fa? Si discute di “transizione ecologica”…
Anche su quest’ultimo punto, destra e sinistra si confrontano sulle modalità: sul “come” non sul “perché”. Detto altrimenti, non sulla natura illiberale dell’idea stessa di transizione ecologica, imposta dall’alto a colpi di decreto, ma sugli ingredienti, più o meno statal-speziati, per propinarla ai cittadini
Concludendo, quel culo della vignetta del “Fatto” non è sbattuto in faccia soltanto alla Meloni e alle destre. Colpisce, per estensione, gli elettori liberali, né di destra né di sinistra, ai quali la destra non piace. Elettori che potrebbero votare sinistra, se solo si aprisse alle idee liberali. E invece che fa la sinistra? Sbatte loro il culo in faccia.
Carlo Gambescia
(*) Qui la prima pagina in esteso: https://www.giornalone.it/prima-pagina-il-fatto-quotidiano/ .
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