Oggi sui giornali (in particolare di destra) c’è allarme per il calo delle nascite.
Due, a grandi linee, le ricette proposte. A destra si rilancia sui sussidi alle famiglie mentre a sinistra si celebra il ruolo delle migrazioni-integrazioni.
Dal punto di vista tecnico, ammesso e non concesso che il calo delle nascite sia un problema ( si ricordi sempre che le vie dell’economia sono infinite…), la tesi della sinistra sulla demografia sostitutiva sarebbe perfetta. Ovviamente, se si vivesse in un mondo senza frontiere e soprattutto privo di ideologie etnocentriche, un mondo in cui il colore della pelle non sia di ostacolo, un mondo all'insegna dell' "Ubi bene, ibi patria".
Purtroppo non è così. Almeno non ancora. Sicché la destra, in particolare la estrema che oggi governa, al solo udire il termine “sostituzione” va in crisi di nervi. Chi salverà la “razza bianca” dal declino? Che ne sarà, si dice, dell’identità italiana? Ecco qual è la principale preoccupazione delle destre, moderate ed estreme: ribadire sempre un solo concetto, "Ubi patria, ibi bene".
Rimane interessante, dal punto di vista dell’analisi, il contrasto tra soluzioni tecniche ( più immigrati di qualsiasi colore) e soluzioni identitarie (più figli di “razza bianca” e meno o zero immigrati).
Tecnica o cultura? Intanto le soluzioni, diciamo, tecnico-sostitutive non sono prive di risvolti culturali: il migrante non è un pezzo di ricambio auto. Ha dietro di sé una cultura. Di qui i possibili conflitti, individuali e collettivi, legati all’integrazione.
In realtà, il vero punto della questione è nella valutazione politica dei potenziali conflitti legati all’integrazione culturale. Per la sinistra sono risolvibili, per la destra no. Di qui le rispettive posizioni di apertura (sinistra) o chiusura (destra) verso il migrante, come pure verso le politiche in favore (destra) o meno (sinistra) della natalità.
A dire il vero, e non è una buona notizia, esiste un punto che accomuna destra e sinistra: il collegamento tra declino demografico e decadenza tout court: destra e sinistra accettano l’idea che “non fare figli” sia un segno di decadenza. Di qui però le differenti risposte politiche. Come detto: sinistra, più migranti di qualsiasi colore; destra, più figli di “razza bianca”.
In realtà, i fenomeni demografici hanno un andamento discontinuo. I margini previsionali sono piuttosto ridotti e sottoposti a continue modifiche (al momento annuali).
Inoltre, per ciò che riguarda il rapporto tra cultura e dinamiche demografiche, si è scoperto che il migrante in Occidente, dopo un paio di generazioni adotta un costume di vita individualistico che implica meno nascite.
Pertanto le due soluzioni alla “decadenza” ( tecnico-sostitutiva e identitaria) non rappresentano riposte definitive al problema del calo demografico.
Altro fatto non secondario. La soluzione tecnica rispetta e include i valori individualistici della modernità occidentale. Mentre la soluzione identitaria, soprattutto se portata alle estreme conseguenze, può addirittura sopprimerli.
Una società individualistica, se vuole rimanere “valorialmente” tale, non può introdurre l’obbligo di fare figli, o qualcosa che gli somigli, con sostegno o meno dello stato. D’altro canto, le politiche tecniche di sostituzione demografica, rinviano ma non risolvono la questione del calo demografico, appena il migrante integrato comincia a fare meno figli.
Però, ecco il punto, le politiche tecnico-sostitutive rispettano, almeno in linea di principio, la tradizione individualistica dell’Occidente moderno. E non è poco.
Concludendo, non esistono soluzioni magiche. Si tratta di scegliere tra individualismo e identitarismo. Ovviamente, esiste anche la famosa via di mezzo. Che però al momento, considerata la polarizzazione politica, sembra impraticabile.
A dire il vero esiste anche una quarta via. Quale?
Tagliar corto con le lagne disfattiste sull’idea di decadenza. Peggio ancora se collegate al colore della pelle. Dopo di che “Lasciar fare, lasciare passare”.
Che male c’è nel lasciare che le persone decidano liberalmente cosa fare della propria vita? Di “sfornare” o meno figli? Di migrare o meno? Di scegliere un certo tipo di vita? Di intraprendere qualsiasi attività?
Si chiama libertà. Può avere un “costo” demografico? Lo si accetti. Può portare alla “scomparsa della razza bianca”? Bah… L’ultimo a sostenere questa tesi fu Hitler.
E qui se ci si passa la battuta demodé, dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.
Carlo Gambescia
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