Massimo Boldi, il complottismo e l’anticomplottismo
La lezione della sociologia
Che
c’entra Massimo Boldi, un attore simpatico e brillante con l’ analisi sociologica? Con la barbosità dei sociologici?
Il
punto è che “ Max Cipollino” ha postato un commento sulla sua pagina Fb che si
presta ad alcune riflessioni più
generali sul ruolo della sociologia e sulla comprensione di un
fenomeno di rilevanza sociale, come il complottismo, oggi in crescita anche
grazie al ruolo giocato dai social.
L’argomentazione
di Boldi parte dall’uso delle mascherine per arrivare a conclusioni che si
possono definire complottiste. Ma leggiamo da Adnkronos quel che
è successo.
«Polemiche social dopo il messaggio
pubblicato da Massimo
Boldi che su Facebook si scaglia
contro ''i potenti del pianeta'' che, secondo l'attore ''vogliono terrorizzare
il mondo'' e contro le ''mascherine da Pecos Bill'' con cui, secondo l'attore,
''i potenti'' vogliono tappare la bocca al popolo. ''Stiamo vivendo un mondo
che non va per niente bene. I
potenti padroni del pianeta hanno dichiarato guerra a se stessi, non importa
cosa è accaduto, non basta, vogliono terrorizzare il mondo ancor di più mari, monti, regioni,
stati. Il popolo ha paura, teme la fine di un mondo a loro perfetto così come
l’hanno conosciuto, non vogliono tapparsi la bocca con mascherine da Pecos
Bill'', scrive l'attore. ''Forse è tempo
che ritorni il salvatore dei mondi, si Lui...il supremo, nostro Signore -
prosegue Boldi - che si manifesti in qualsiasi forma atta a combattere là
malasorte è l’indifferenza dei Governi di ogni Stato, i padroni del mondo,
cacciandoli per sempre dal paradiso terrestre. Lo dico e lo ripeto ci vuole
pazienza e coraggio ma vinceremo ancora dopo 2.000 anni''. Il messaggio non è
passato inosservato creando diverse reazioni tra i fan: c'è chi lo sostiene e chi invece lo
critica ironizzando sul post. "Cipollino tranquillo, adesso
restituisci il telefono alla badante, prendi le pastiglie che ti ha consigliato
il tuo geriatra, metti su un bel filmone dei tuoi e poi vedrai che tutto questo
ti sembrerà solo un brutto sogno. Un abbraccio'', scrive uno dei suoi follower.
''Purtroppo, in una certa maniera, hai perfettamente ragione. Non sono più di
30, sono i trenta poteri forti che da sempre dominano sul nostro Globo. Questo
cambiamento epocale, è opera loro. Ma non è una novità, né una sorpresa. E'
solo un evolversi di eventi degli ultimi cinquant'anni'', scrive un altro fan
in difesa dell'attore». (*).
Invitiamo il lettore a focalizzare l’attenzione non solo sulla
tesi di Boldi, ma anche sui due commenti riassuntivi del pensiero dei
fans ( e non). Siamo dinanzi a una perfetta sintesi delle reazioni tipiche dei commentatori social. Ma non solo. In realtà, sono reazioni, abbastanza diffuse, che vanno dall’irrisione alla credulità.
Quel che è interessante rilevare
dal punto di vista sociologico è
la tesi complottista sul ruolo dei
potenti: poteri forti che imporrebbero,eccetera, eccetera.
Ora, che la gente comune creda in certe
storie, non è una scoperta del momento: siamo dinanzi a un' antichissima forma di animismo che spiega
il male del mondo riconducendolo allo spirito cattivo che albergherebbe in alcuni
uomini. Una forma di sbrigativa razionalizzazione cognitiva, rozza se si vuole,
che però conferisce in qualche modo un ordine al disordine sociale.
Però non bisogna mai farsi trarre in inganno e
deridere, come spesso accade all’anticomplottismo volgare, un atteggiamento ben esemplificato dalle parole del secondo commentatore quando invita Boldi a ingerire “le pastiglie
prescritte dal geriatra”. E qui veniamo al ruolo fondamentale che può essere svolto dalla sociologia, quella seria, non quella carceraria che agisce da braccio armato del welfare state.
La sociologia insegna che esistono
meccanismi sociali, veri e propri determinismi, che una volta messi in moto, come ad esempio
una serie di misure pubbliche restrittive della libertà per fronteggiare un’epidemia
(ma la stessa regola vale anche per le guerre, le rivoluzioni e altre
catastrofi, politiche, sociali e naturali), tendono ad assumere forza propria. Determinismi dinanzi ai quali perfino i
cosiddetti “potenti del pianeta”, non possono fare nulla, se non assecondarli fin
quando possibile.
Perché, in realtà, quanto più il potere politico si comporta da apprendista stregone, scatenando forze incontrollabili, tanto più per reazione dilagano le teorie complottiste, innescando alla lunga un contro-movimento sociale, che porta con sé nuovi disordini,
nuovi determinismi, eccetera, eccetera.
L’emergenza, reale o meno, è un
potente fattore di sconvolgimento degli equilibri sociali: si pensi, per usare un' immagine, alle onde del mare in tempesta, sempre più alte, prive di qualsiasi moralità,
al di là del bene e del male. Inarrestabili, fino a
quando, per una serie di cause che
conosciamo ma che non riusciamo a controllare, i venti si placano, le onde si addolciscono fino a incresparsi superficialmente, in attesa di una bonaccia, non sempre ben vista dai navigatori. E così via.
Pertanto, dal punto di vista dell’anticomplottismo,
deridere il complottista non serve a
nulla. Anzi è stupido. Sarebbe invece utile, dal momento che la sociologia insegna la
difficoltà di controllare gli effetti di ricaduta delle emergenze, evitare di
innescare, senza alcun reale motivo, dinamiche di tipo emergenziale. Perché poi le conseguenze sono le stesse delle emergenze vere. Le onde si scatenano comunque...
La risposta dell’anticomplottista non può essere quella titanico-statalista di costruire navi sempre più grandi per fronteggiare il mare in tempesta, bensì quella di non sfidare le onde gigantesche, attendendo in porto che i venti tornino amici. Fuor di metafora: prima di varare lo stato di emergenza si deve riflettere non una ma un milione di volte. Perché tornare indietro è molto difficile, se non impossibile. Le società sono meccanismi fluidi e mutevoli. A differenza di quanto asserisce l'antiliberale Bauman, le società, tutte le società, sono liquide per definizione. Altrimenti non sarebbero società ma caserme o collegi militari. Perciò, meno il potere politico interferisce meglio è.
La risposta dell’anticomplottista non può essere quella titanico-statalista di costruire navi sempre più grandi per fronteggiare il mare in tempesta, bensì quella di non sfidare le onde gigantesche, attendendo in porto che i venti tornino amici. Fuor di metafora: prima di varare lo stato di emergenza si deve riflettere non una ma un milione di volte. Perché tornare indietro è molto difficile, se non impossibile. Le società sono meccanismi fluidi e mutevoli. A differenza di quanto asserisce l'antiliberale Bauman, le società, tutte le società, sono liquide per definizione. Altrimenti non sarebbero società ma caserme o collegi militari. Perciò, meno il potere politico interferisce meglio è.
L’esatto contrario di ciò che è accaduto in Italia (e
purtroppo sta ancora accadendo). Si è trasformata in modo irresponsabile un’epidemia in pandemia, introducendo gravissime e inutili misure restrittive della libertà. E ora, poiché l’epidemia si è inevitabilmente
tramutata in risorsa politica, in qualcosa che rinvia a un riflesso carnivoro, al di là bene e del male, non si può più farne a meno. Anche se le onde non sono più alte come prima, si continua a presentarle
come gigantesche, perché così impongono deterministici riflessi sociali. Sicché
si facilitano le inevitabili reazioni
dei complottisti.
La menzogna richiama sempre altre menzogne. Ma questa è un'altra storia. Di competenza non del sociologo ma del filosofo morale.
Carlo Gambescia
(*) Qui: https://www.adnkronos.com/intrattenimento/spettacolo/2020/08/21/massimo-boldi-potenti-vogliono-terrorizzarci-mascherine-per-tapparci-bocca_Wx50FWDeREHeMMTvgzYntN.html . Il grassetto è nel testo