sabato 22 agosto 2020

Massimo Boldi, il complottismo e l’anticomplottismo
La lezione della sociologia


Che c’entra Massimo Boldi, un attore simpatico e brillante  con l’ analisi  sociologica?  Con la barbosità dei sociologici?
Il punto è che “ Max Cipollino” ha postato un commento sulla sua pagina Fb che si presta ad alcune riflessioni  più generali sul ruolo della sociologia e sulla comprensione di  un  fenomeno di rilevanza sociale, come il complottismo, oggi in crescita anche grazie al  ruolo giocato dai social.
L’argomentazione di Boldi parte dall’uso delle mascherine per arrivare a conclusioni che si possono definire complottiste. Ma leggiamo da Adnkronos  quel che  è successo.

«Polemiche social dopo il messaggio pubblicato da Massimo Boldi  che su Facebook si scaglia contro ''i potenti del pianeta'' che, secondo l'attore ''vogliono terrorizzare il mondo'' e contro le ''mascherine da Pecos Bill'' con cui, secondo l'attore, ''i potenti'' vogliono tappare la bocca al popolo. ''Stiamo vivendo un mondo che non va per niente bene. I potenti padroni del pianeta hanno dichiarato guerra a se stessi, non importa cosa è accaduto, non basta, vogliono terrorizzare il mondo ancor di più mari, monti, regioni, stati. Il popolo ha paura, teme la fine di un mondo a loro perfetto così come l’hanno conosciuto, non vogliono tapparsi la bocca con mascherine da Pecos Bill'', scrive l'attore.  ''Forse è tempo che ritorni il salvatore dei mondi, si Lui...il supremo, nostro Signore - prosegue Boldi - che si manifesti in qualsiasi forma atta a combattere là malasorte è l’indifferenza dei Governi di ogni Stato, i padroni del mondo, cacciandoli per sempre dal paradiso terrestre. Lo dico e lo ripeto ci vuole pazienza e coraggio ma vinceremo ancora dopo 2.000 anni''. Il messaggio non è passato inosservato creando diverse reazioni tra i fan: c'è chi lo sostiene e chi invece lo critica ironizzando sul post. "Cipollino tranquillo, adesso restituisci il telefono alla badante, prendi le pastiglie che ti ha consigliato il tuo geriatra, metti su un bel filmone dei tuoi e poi vedrai che tutto questo ti sembrerà solo un brutto sogno. Un abbraccio'', scrive uno dei suoi follower. ''Purtroppo, in una certa maniera, hai perfettamente ragione. Non sono più di 30, sono i trenta poteri forti che da sempre dominano sul nostro Globo. Questo cambiamento epocale, è opera loro. Ma non è una novità, né una sorpresa. E' solo un evolversi di eventi degli ultimi cinquant'anni'', scrive un altro fan in difesa dell'attore». (*).

Invitiamo il lettore  a focalizzare l’attenzione  non solo sulla tesi di  Boldi, ma anche  sui due commenti riassuntivi del pensiero dei fans ( e non).  Siamo dinanzi a  una perfetta sintesi delle reazioni tipiche dei commentatori social. Ma non solo. In realtà, sono reazioni, abbastanza diffuse, che vanno  dall’irrisione alla credulità.
Quel che è  interessante  rilevare  dal punto di vista sociologico   è la tesi  complottista sul ruolo dei potenti:  poteri forti che imporrebbero,eccetera, eccetera.
Ora, che la gente comune creda in certe storie, non è una scoperta del momento:  siamo dinanzi a un' antichissima forma  di animismo che spiega il male del mondo  riconducendolo  allo spirito cattivo che albergherebbe  in alcuni uomini.  Una forma di sbrigativa razionalizzazione cognitiva, rozza se si vuole, che però  conferisce in qualche modo  un ordine al disordine sociale. 
Però non bisogna mai  farsi trarre in inganno e deridere, come spesso accade all’anticomplottismo volgare, un  atteggiamento ben  esemplificato  dalle parole  del  secondo commentatore  quando  invita Boldi a ingerire “le pastiglie prescritte dal geriatra”. E qui veniamo al ruolo  fondamentale che può essere svolto dalla  sociologia, quella seria,  non quella  carceraria che agisce da braccio armato del welfare state.   
La sociologia  insegna che esistono meccanismi sociali, veri e propri determinismi,  che una volta messi in moto, come ad esempio una serie di misure pubbliche  restrittive della libertà per fronteggiare un’epidemia (ma la stessa regola vale anche per le guerre, le rivoluzioni e altre catastrofi, politiche, sociali e naturali), tendono ad assumere forza propria. Determinismi  dinanzi ai quali perfino i cosiddetti “potenti del pianeta”, non possono fare nulla, se non assecondarli fin quando possibile.
Perché, in realtà,  quanto più il potere politico si comporta da apprendista stregone, scatenando forze incontrollabili,  tanto più per reazione dilagano  le teorie complottiste, innescando alla lunga un  contro-movimento sociale, che porta con sé nuovi disordini, nuovi determinismi, eccetera, eccetera. 
L’emergenza, reale o meno,  è un potente fattore di sconvolgimento degli equilibri sociali: si pensi, per usare un' immagine,  alle onde del mare in tempesta,  sempre più alte, prive di qualsiasi moralità, al di là del bene e del male. Inarrestabili,  fino  a quando,  per una serie di cause che conosciamo ma che non riusciamo a controllare, i venti si placano,  le onde si addolciscono  fino a incresparsi superficialmente,  in attesa di una  bonaccia, non sempre ben vista dai navigatori. E così via.  
Pertanto, dal punto di vista dell’anticomplottismo, deridere il complottista  non serve a nulla. Anzi è stupido. Sarebbe invece utile,  dal momento che la sociologia insegna la difficoltà di controllare gli effetti di ricaduta delle emergenze, evitare di innescare, senza alcun reale motivo, dinamiche di tipo emergenziale. Perché poi le conseguenze sono le stesse delle emergenze vere. Le onde si scatenano comunque...
La risposta dell’anticomplottista   non può essere  quella titanico-statalista di costruire navi sempre più grandi per fronteggiare il mare in tempesta, bensì quella di non sfidare  le onde gigantesche, attendendo  in porto  che i venti tornino amici.  Fuor di metafora: prima di varare lo stato di emergenza si deve riflettere non una ma un milione di volte. Perché  tornare indietro è molto difficile, se non impossibile. Le società sono meccanismi fluidi e mutevoli. A differenza di quanto  asserisce l'antiliberale Bauman,  le società, tutte le società, sono liquide per definizione. Altrimenti non sarebbero società ma caserme o collegi  militari. Perciò,   meno il potere politico interferisce meglio è.     
L’esatto contrario di ciò che è accaduto in Italia (e purtroppo sta ancora accadendo). Si è trasformata  in modo irresponsabile un’epidemia in pandemia,  introducendo gravissime  e inutili misure restrittive della libertà.  E ora, poiché l’epidemia si è inevitabilmente tramutata  in risorsa politica,  in qualcosa che rinvia a  un riflesso  carnivoro, al di là bene e del  male, non si può più  farne a meno. Anche se le onde non sono più alte come prima,  si continua a presentarle come gigantesche, perché così impongono deterministici riflessi sociali. Sicché si facilitano le inevitabili reazioni dei complottisti.
La menzogna richiama sempre  altre menzogne.  Ma questa è un'altra storia. Di competenza non del sociologo ma del filosofo morale.

Carlo Gambescia