Covid-19 e politica della paura
Di questo passo l’emergenza non finirà
mai…
Politica della paura. Di cosa parliamo di preciso? Del gioco di squadra tra mass media e governo populista per mantenere i cittadini in una condizione di sgomento, apprensione, turbamento. La "fifa", se ci si perdona l'espressione, rende più docili i cittadini. O si obbedisce o si muore. Per metterla in termini più dotti, si chiama ricatto biopolitico.
Si prenda come esempio questo lancio Ansa.
« Restrizioni e controlli più decisi per gli stabilimenti-discoteche in vista di Ferragosto (...). Intanto continuano a salire i contagi per
coronavirus in Italia: sono 481 i nuovi
casi registrati in un giorno, secondo i dati del ministero della Salute, mentre
martedì erano stati 412. Complessivamente sono 251.713 le persone che hanno
contratto il virus. In aumento il numero delle vittime: 10 in più che portano il totale
a 35.225, mentre martedì l'incremento era di 6. Le regini senza nuovi casi sono
Valle d'Aosta, Molise e Basilicata, olter alla Provincia Autonoma di Trento -
mentre i maggiori incrementi si registrano in Lombardia (+102), Veneto (+60),
Piemonte (+42) ed Emilia Romagna (+41). »(*)
Messa
così, per la stragrande maggioranza dei cittadini che non hanno le cifre
sottomano del Ministero della Salute, la
situazione sembra di una crescente gravità. Quindi, molti ritengono sia giusto intervenire, sfidando addirittura il ridicolo di una eroica difesa del bagnasciuga...
In realtà, basterebbe un solo dato,
per capire che il Covid-19 ha perso
tutta la sua potenza aggressiva. Quale? Quello
dei ricoveri in intensiva: 9 marzo 2020, 733; 9 aprile, 3.605; 9 maggio, 1.034; 9 giugno, 263; 9 luglio, 69, 9 agosto, 45…
L’Ansa
fa riferimento anche all’aumento delle vittime… Anche qui qualche dato non
guasta: 9 marzo 2020, 463; 9 aprile, 18. 279; 9 maggio, 30.395; 9 giugno, 34.043;
9 luglio, 34.926; 9 agosto, 34.899. In
pratica da giugno le variazioni del numero dei decessi si
è stabilizzato su cifre ridottissime.
Per
inciso, si noti pure come il Lockdown
non abbia prodotto nei mesi di aprile e maggio alcuna diminuzione delle vittime. Anzi...
Certo, si può
sostenere che senza di esso, i morti sarebbero stati ancora di più. Si può
sostenere ma non provare. Come Carlo Pompei, dati alla mano, ha osservato su Linea n. 16 (**), la Svezia, senza varare misure estreme, ha avuto più o meno lo stesso numero di decessi.
Eppure,
nonostante ciò, il governo populista, complici i mass media (con alcune eccezioni), minaccia nuove
misure di chiusura sulla base di dati parziali scollegati da quelli che offrono, come abbiamo appena
mostrato, una visione assolutamente non allarmistica.
Si
chiama, ripetiamo, politica della paura: si usa l’emergenza per evitare l’emergenza. Una scelta politica aberrante che ha introdotto nelle nostre vite l’ idea di emergenza, che implica invece anomale restrizioni alle libertà civili, come un
fatto normale. Detto altrimenti: l'emergenza impone le restrizioni, giustificate come esemplari sacrifici, e le restrizioni, per non essere vanificate, come si sente ripetere, la proroga dell'emergenza.
Ciò significa che di questo passo l’emergenza non finirà mai.
Ciò significa che di questo passo l’emergenza non finirà mai.
Carlo Gambescia
(**)
Scaricabile gratuitamente qui: http://linea.altervista.org/blog/?doing_wp_cron=1597298840.0523231029510498046875